Per me Giovanni Segantini significa tesina della maturità, quando, nonostante fosse fuori dal programma scolastico di Storia dell’Arte, decisi comunque di studiarlo e di inserirlo nel mio percorso da esporre al momento dell’esame orale.
Oggi, le opere più belle dell’artista sono pronte a rivivere a Palazzo Reale in una grande mostra che vuole presentare tutto l’arco della sua produzione artistica, dalle prime opere alla fama internazionale, fino al pellegrinaggio verso le montagne dell’Engadina dove poi il pittore trovò la morte nel 1899 ad appena 41 anni.
Più di 100 opere provenienti dai più importanti poli museali e collezioni che custodiscono i lavori dell’artista, come il Museo Segantini di St. Moritz e la Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano.
Segantini. Il ritorno a Milano, a Palazzo Reale dal 18 settembre, è un’altra grande rassegna che va ad aggiungersi a un’esposizione che la città attende con ansia, quella dedicata a Marc Chagall. Qui però si vuole celebrare la milanesità di Segantini: nonostante la sua vita fu legata soprattutto alla valle svizzera dell’Engadina, dove ha lavorato e trascorso gli ultimi anni della sua vita – come dimenticare quei paesaggi immortalati su tela – l’artista ha sempre riconosciuto la nostra città come patria adottiva. Qui si trasferì a soli 7 anni dopo la morte della madre (1865), si formò artisticamente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e qui espose nel 1891, alla prima Triennale di Brera, Le due madri, l’opera che per la sua semplicità di significato, la sua infinita dolcezza e l’incredibile realismo della luce decisi di portare in maturità.
Il realismo intimista, gli accenni al simbolismo, l’uso dell’allegoria, i paesaggi di montagna. Tutto dal 18 settembre a Palazzo Reale.
Ultimi post di Giulia Perfetti (Posts)
- Halloween a Milano tra leggenda e realtà… - 31 ottobre 2019
- La leggenda dei giorni della merla: ecco perché si chiamano così! - 31 gennaio 2019
- Nuovo look per Piazza Cadorna grazie a Luxottica - 16 gennaio 2019
Seguici sui social!