Milanoin… Vintage: alla scoperta di TUG STORE. La Parigi degli anni Quaranta in Porta Romana

TUG STORE

Inauguriamo oggi su Milanoincontemporanea una nuova rubrica: Milanoin… Vintage.

Ormai vi sarete accorti che la nostra città dal punto di vista di chicche nel settore fashion d’antan ha numerosi assi nella manica: piccole boutique che scovano capi e accessori quasi unici provenienti dai mercatini dell’antiquariato o garage market di tutta Europa. Nel mare magnum di questa ondata retrò, abbiamo deciso di sondare i migliori, quelli che secondo noi sono per così dire meritevoli di essere scoperti, con una storia importante dietro, anche solo fatta di sogni e passioni per ciò che non deve andare perduto.

La prima tappa del nostro viaggio ci ha condotti da TUG STORE, vera gemma a pochissimi passi da Porta Romana. Nel vero senso della parola.

Benché ormai i termini vintage e retrò siano stati anche troppo sdoganati per non dire venuti a noia, TUG STORE non è solo concept store, ma anche agency in cui i talenti di giovani designer possono emergere attraverso limited edition acquistabili a costi davvero mini.

TUG STORE

I prototipi pezzi unici di REJECTED SAMPLES. Da Tug Store a 39 euro

Ora proviamoci a immaginare come la pedina di Google Street view. Milano, Porta Romana: guardiamo l’arco monumentale risalente al 1596 fatto costruire da re Filippo III di Spagna che sorge in tutta la sua maestosità al centro di piazze Medaglie d’Oro. Da lì lasciamocelo alla spalle e percorriamo via Muratori. Qui al civico numero 6 incontriamo Miriam e il suo concept store. Appena entrati veniamo rapiti dai grandi classici degli anni Trenta come Sing Sing Sing di Benny Goodman alternati ad altri grandi brani Sixties come Tous Les Garçons Et Les Filles di Françoise Hardy e Ces bottes sont faites pour marcher di Eileen, cover francese della più nota These boots are made for walking di Nancy Sinatra. Affascinati dall’atmosfera che si respira, tra note musicali e l’allestimento, Miriam subito ci spiega: «Tug è passione per il vintage, per la ricerca di pezzi unici nel loro genere attualizzati per potersi mescolare in mille e più combinazioni». Parole che ben si sposano con gli arredamenti in continuo cambiamento che qui si possono acquistare: dai quadri ai ritratti di donne d’altri tempi, dai vassoi in ceramica (in modo particolare ci ha colpito quello ritraente un matrimonio del Sud) a set da barba, pipe e sì, persino la doccia all’anidride carbonica, vera e propria chicca pescata da Miriam in uno dei suoi viaggi.

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La doccia all’anidride carbonica

29 anni, una laurea in moda al Politecnico di Milano, di sé dice Non vedo l’ora di invecchiare e avere nipoti, ma soprattutto ha una grandissima passione per l’accumulo che Miriam stessa definisce – ridendo – un vizio di famiglia. Accessori e capi selezionati e riuniti in questo spazio. Il suo grande credo? Il ricircolo. «Quello che entra nel mio negozio, dagli arredi – come i comodini – agli abiti, è frutto di una mia scelta, non una trovata a scopo commerciale. Amo la possibilità di scovare qualcosa, inserirlo in un contesto, valorizzarlo e poi venderlo». Se da una parte si dà la possibilità agli oggetti di avere imperiture nuove vite, dall’altra in questo modo TUG STORE diventa ogni volta un luogo diverso, versatile, che può essere sfruttato in tutta la sua potenzialità.

TUG STORE

Gli interni

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Accessori, capi e arredamento, TUG STORE, via Lodovico Muratori 6

Sì perché qui ogni oggetto ha una propria storia o, come preferisce definirla Miriam, una citazione: «un taglio, un colletto, una camicia, una giacca, hanno una loro citazione, che si tratti di un film, un periodo storico, un contesto». E i suoi studi, la sua vita, il suo lavoro di grande ricerca, accostati all’amore per il vintage (termine che anche lei si rende conto essere ormai troppo usurato) hanno dato vita a questo progetto.

Perché proprio il vintage?
Perché penso ci sia già tutto. Le cose belle esistono già, bisogna solo saperle mettere in luce. Il mio lavoro si basa sulla valorizzazione del bello e sulla sua attualizzazione. Bisogna renderlo contemporaneo. Se un mobile antico viene inserito in un contesto pulito, ad esempio, questo acquista valore, diventa un gesto artistico. La ricerca e l’allestimento sono alla base del mio lavoro perché le cose belle sono belle se relazionate ad altre cose belle. È un modo diverso per offrire cultura.

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Bauli, pochette Le grenier de Vivi e lingerie d’antan

Dopo un anno in Cascina Cuccagna, la decisione di aprire, lo scorso aprile, in via Lodovico Muratori 6: uno spazio in cui Miriam si è sentita subito rappresentata: dal pavimento ai soffitti, fino al punto luce in fondo allo store, che creano così un luogo molto raccolto. A metà tra un parlour e un boudoir e il cui punto di riferimento resta sempre la Parigi degli anni Quaranta.

«Questo nostro riferimento persiste anche a livello musicale – ci spiega –. Cerchiamo di mantenere una coerenza storica a 360 gradi».

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Un angolo della zona dedicata all’uomo

Ma quando le chiediamo da dove arrivano questi meravigliosi tailleur Vivienne Westwood, cappotti e pencil skirt di velluto, la risposta è un po’ diversa dai soliti standard a cui chi frequenta negozietti vintage è abituato: «Il 90% dei capi proviene da Parigi, principalmente dalle boutique della città, ma anche da altre capitali europee come Londra, Berlino, Amsterdam o Copenaghen. Il nostro abbigliamento è amato e curato capo per capo: tutto è esclusivamente vintage, pulito e rimesso a posto. Non prendiamo stock».

Come se tutto questo lavoro non fosse abbastanza, accanto a TUG STORE è nato il progetto di TUG Agency: «Ci trasformiamo in agenzia per alcuni designer, cerchiamo di esportarli nei concept del Nord Europa simili al nostro. In questo modo per noi la ricerca diventa a 360 gradi dal momento che quando ci spostiamo in un’altra città oltre a fare ricerca per il negozio stesso portiamo anche le idee dei nostri designer. Per quel che riguarda gli accessori sono tutti di giovani designer che fanno parte del nostro network e che spesso cambiamo in modo da avere sempre un ricircolo».

Cosa non perdervi in questo momento? I gioielli I segni di Gi, i pezzi unici- prototipi aziendali Rejected Samples, le borse Le grenier de Vivi e le calze Bonne Maison.

I prezzi? Accessibili, proprio perché «ci fa piacere arrivare a tutti». Si va da un minimo di 40 euro a un massimo di 150. Se poi si parla di pezzi più importanti come i capi di Valentino il valore sale, ma con 300 euro quel tailleur di Vivienne Westwood è vostro e siete vestite dalla testa ai piedi.

Perché ci è piaciuto TUG STORE e abbiamo deciso di raccontarvelo? Per la passione e il lavoro che c’è dietro, per non parlare del messaggio che Miriam lancia: «Se si vuole fare qualcosa la si può fare. Questo progetto lo abbiamo tirato su con poco e non ci vergogniamo a dirlo, anzi, ne andiamo fieri. Certo, lavoriamo tutto il giorno tutti i giorni, ma dalla nostra abbiamo la fortuna di fare qualcosa che ci piace. In questo modo tutto è più semplice».

Cosa c’è nel futuro di TUG STORE? Entro la prossima estate Miriam lancerà la propria collezione, progetto che ammette ha in cantiere da un po’ di tempo.

Dopo una bella chiacchierata con il perfetto sottofondo musicale, potevamo forse non dare una sbirciatina agli abiti e agli accessori? In seguito a un attento esame e qualche prova abito, una delle nuove borse di Le grenier di Vivi è venuta via con noi.

Le Grenier de Vivi

Vivi soir by Le Grenier de Vivi. Borsa cartella in tessuto jacquard disegno cachemire. Il nostro acquisto da TUG STORE

È stato subito amore, appena entrate, come l’abbiamo vista, e il successo che ha avuto ci ha fatto capire che non potevamo fare scelta più azzeccata. Ma siamo sicure che presto torneremo a fare un’altra capatina…

Classe 1988, sono nata in un caldo giovedì di agosto in Brera, uno dei quartieri più belli della mia città. Dalla passione (divenuta laurea) per le lingue straniere all'attività di blogger e giornalista freelance, il passo per me è stato molto breve. Oggi mi occupo di comunicazione, ma scrivere di Milano è scrivere delle proprie origini.
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