Il cantiere di Expo 2015, a Milano, continua a svelare nuove sorprese. Ricordate i restauri in corso a Castello Sforzesco e gli studi sulla leonardesca Sala delle Asse, o “Camera de’ Moroni “, come era chiamata in origine, in onore di Ludovico Sforza detto il Moro? Le indagine finanziate da A2A, Arcus – con il coinvolgimento dei conservatori del Castello e degli esperti dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze -, hanno fatto emergere un paesaggio abbozzato a carboncino, insieme ad
alcuni disegni che richiamano un paesaggio di sfondo. Molto, molto simili a quelli del Cenacolo. E non è tutto. Quelli della Sala delle Asse si chiamano “Monocromo”, sono un tripudio di rocce, spioventi, alberi, un piccolo villaggio con un campanile e sono miracolosamente sopravvissuti alle incurie del tempo grazie al lavoro dell’architetto Luca Beltrami (con il restauro di Ernesto Rusca), a fine Ottocento, e poi valorizzati negli anni Cinquanta.
Torneranno alla luce durante il semestre di Expo, e verranno spiegati al pubblico attraverso un ologramma ed un’installazione multimediale.
Mentre gli esperti saranno al lavoro, un vetro trasparente delimiterà lo spazio degli studiosi e dei turisti, e tutto sarà sottotitolato in inglese per raccontare la storia della sala di Castello Sforzesco ed il valore di “Monocromo”: “uno schizzo, rimasto in attesa di essere colorato dallo stesso Leonardo, che probabilmente doveva dare allo spettatore la sensazione di trovarsi all’aperto, sotto un padiglione vegetale”, spiegano gli addetti ai lavori.
Insomma, sarà come trovarsi nel cuore di un’investigazione da veri archeologi. Ed il bello è che accadrà nel cuore di Milano.
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