5 buoni motivi per vedere la mostra Alfons Mucha a Palazzo Reale a Milano fino al 20 marzo 2016

Non è di certo uno degli autori più famosi dell’arte contemporanea, ma parlare di Alfons Mucha significa scoprire l’arte, la decorazione, la comunicazione e la forza dell’immagine in un periodo dell’arte molto amato e molto ben rappresentato a Milano: l’Art Nouveau.

1.Fare uno scorpacciata di dolci senza prendere una caloria

E già questo potrebbe bastare per convincerci a fare un salto (anche se scoprire la ennesima, ricca mostra di Palazzo Reale non è una costrizione, è un plus). Comunque.
Opere d’arte. Musei aperti. Una buona scusa per schiodarsi di casa, fare quattro passi e fare una scorpacciata di dolci colori e bellezza conturbante quanto un dessert.
Perché, per quella impressa da un grande autore non c’è bisogno del nutrizionista post-Feste.

Inaugurata il 10 dicembre 2015, la mostra “Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau” rimarrà aperta fino al 20 marzo 2016 con i seguenti orari ed aperture festive:

 

2.Per imparare a unire sensualità ed eleganza, “in un tratto”

Tratto inteso come segno di una linea o come un battibaleno. Ma andiamo per gradi. Donne “fatali”avvolte da linee che prendono forma e si muovono su un cartellone pubblicitario come sulla
locandina di uno spettacolo teatrale – soprattutto se in scena c’è Sarah Bernardht.
Linee che si trasformano in “altro”. Da un polpo a un vaso.
Forme da seguire con lo sguardo, lasciando che quel profilo impresso con la tecnica della litografia (arte di stampa rappresentata in abbondanza in mostra) ci stupisca con la sua capacità di trasformarsi in mille forme. Soprattutto di donna.
Sensuali, nude o discinte, semiserie o con lo sguardo fisso allo spettatore. Mai ammiccanti ma vampiresche per quanto attrattive. Nell’epoca della nascita del film muto e del concetto di femme fatale, Mucha lascia il segno e dà forma al concetto di “sexy” ma non volgare. Appassionante ma severo. Una sessualità manifesta ma solo nel nome dell’arte.
Avete presente il concetto di nudo artistico? Ecco, questi sono rari casi in cui valga la pena citarlo.

3. Per chi ama i calendari con le donnine… queste sono speciali

Dare senso al tempo. Capire che il tempo di Mucha non è poi così diverso dal nostro.
I calendari, le iconografie delle stagioni, le versioni dei mesi. Mucha si è occupato anche di questo. E se pensate che solo quelli firmati Pirelli o Campari siano prove ingegnose dell’ingegno, provate a vedere in quanti modi e quante forme ha saputo declinare
lo stesso concetto di femminile intrigo. C’è una sala intera a disposizione, sul tema.

4. Per chi ama il design e il vintage

Comò, libellule, sedie e intere stanze arredate.
Passeggiare per le stanze della mostra “Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau” significa immedesimarsi in un ambiente di inizio secolo, accolti da oltre 220 fra ceramiche, mobili, ferri battuti, vetri, sculture e disegni ripercorrono il periodo a cavallo fra ‘800 e ‘900.
Eleganza ed estro che molti, oggi, cercano nelle loro incursioni nei mercatini decò o nei festival dedicati al vintage. Ecco, questi sono pezzi, d’autore, unici, provenienti da importantissime collezioni private.

5. Una mostra start-up per nuovi talenti

“Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau”, è curata da Karel SRP, già curatore della grande mostra monografica sull’artista tenutasi a Praga nel 2013, per la parte relativa alle opere di Mucha, e da Stefania Cretella, studiosa di arti decorative, per la parte dedicata alle arti decorative del periodo art nouveau.

Innovativa è la formula della curatela: le competenze scientifiche e i materiali di studio forniti per la realizzazione della mostra verranno valorizzati attraverso un significativo contributo per il cofinanziamento di assegni di ricerca e borse di studio per giovani studiosi e per le attività scientifiche del Centro di ricerca “Rossana Bossaglia”, diretto da Valerio Terraroli e fondato nel 2015 presso l’Università di Verona, Dipartimento Culture e Civiltà, in ricordo di una grande studiosa di Liberty, Déco e Novecento. “Si tratta di un virtuoso esempio di fattiva e organica collaborazione tra soggetti pubblici e privati promotori di cultura e un centro universitario di ricerca, avente come obiettivo comune la formazione specialistica e la professionalizzazione di giovani storici dell’arte, con una particolare attenzione alla storia del gusto e delle arti decorative.

Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau

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Fino al 20 marzo 2016

Orari apertura
lunedì 14,30 – 19,30
martedì – mercoledì – venerdì – Domenica 9,30 – 19,30
giovedì – sabato 9,30 – 22,30

Biglietti:
Intero 12 euro
Ridotto 10 euro
Ridotto speciale 6 euro
Biglietto Famiglia 10 euro adulto (1 o 2 adulti), 6 euro per bambino da 6 a 14 anni

Informazioni e prenotazioni: tel +39 02 54915 | www.ticket24ore.it/mucha | www.mostramucha.it | www.palazzorealemilano.it. Social Media: #mostramucha

 

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.