Case da sogno a Milano: la storia e i misteri di Villa Clerici – di Giovanna Ferrante

Dopo una piccola pausa, torniamo a spasso per Milano e le sue storie con Giovanna Ferrante, autrice, studiosa, donna di grande cortesia che oggi ci spalanca le porte di una delle ville più belle e meno conosciute di Milano | di GIOVANNA FERRANTE

Via Terrugia 14, zona Niguarda.

niguarda-clerici-1913 – Ph. vecchiamilano.wordpress.com

La sorpresa di una villa della prima metà del ‘700 che ha conservato i propri caratteri architettonici, protetta da una cancellata monumentale, e che all’interno presenta ancora aspetti di valore: soffitti a cassettoni, dipinti a cornice delle porte, grandi camini, lo scalone a tre rampe con statue ai risvolti di ogni rampa.

Al piano rialzato, il Salone degli Specchi.

Il cortile d’onore è nobilitato da un giardino all’italiana e alcune statue sono collocate all’incrocio dei percorsi.
La costruzione inizia nel 1722. Il committente è il Marchese Carlo Giorgio Clerici, la sua è una casata di nobili ricchissimi, mercanti di seta ai massimi livelli, sposato con la Contessa Maria Archinto.

Morirà in guerra, il Marchese, lasciando il figlio bambino alla cure del bisnonno, sopravvissuto a tutti i componenti del ramo maschile, l’influente, potentissimo Giorgio II°, presidente del Senato di Milano.
antonio giorgio clerici

Antonio Giorgio, a 7 anni si ritrova con un immenso patrimonio, una rendita annua vertiginosa, il palazzo di famiglia di Milano (via Clerici 5), tre ville di delizia da completare per trascorrervi i mesi più caldi (quella sul Naviglio Grande, villa Carlotta, la villa di Niguarda).

Palazzo Clerici

E a breve si ritrova anche con un patrigno, sua madre si è risposata con il Principe Antonio Tolomeo Trivulzio, (il fondatore della Baggina, pio luogo di accoglienza di anziani malati e poveri) di grande ricchezza ed estesa fama, colto e raffinato e gran mecenate, che avrà un’ottima influenza su di lui.
Antonio Giorgio inizia così la sua favola bella. Sedotto dalla carriera militare, nella Milano governata dall’Impero austriaco, diventerà ben presto colonnello e in forza del suo patrimonio costituirà un suo proprio reggimento, suscitando ammirato stupore nell’Imperatrice Maria Teresa che lo nominerà Ambasciatore Imperiale.

Nel 1758, anno del Conclave, l’Austria invia i propri Ambasciatori per “pilotare” la nomina del Papa. Antonio Giorgio largo nello spendere, oltre misura fantasioso, giunge a Roma con un fastosissimo corteo –ne racconta la magnificenza un arazzo custodito al Castello – dopo aver fatto ferrare i cavalli con ferri d’argento ordinando di fissarli male così che qualcuno si perda lungo la strada, dono sorprendente per il popolo romano.
Chiusa la parentesi militare, Antonio Giorgio sposa la Marchesa Fulvia Visconti e si dedica all’abbellimento costante del palazzo di città (che conserva il meraviglioso affresco del Tiepolo lungo 119 mt.) e alla realizzazione definitiva di Villa Clerici.

Teatro Villa Clerici



Appassionatamente, esageratamente munifico, la sua favola bella si spegne nel 1768 quando Antonio Giorgio muore quasi sul lastrico.

Lo scenario cambia.

Nell’800 proprietario della villa è Giuseppe Melzi, lungimirante imprenditore mosso da forte senso pratico, che la trasforma in filanda e in struttura per l’allevamento dei bachi da seta.

Vari passaggi di proprietà sino al 1927 quando diventa, ed è ancora oggi, Casa della Redenzione Sociale, un’isola di promozione umana al servizio della persona.

Ma ricordiamo il Salone degli Specchi?  Altra storia dentro la storia della Villa.

sala-specchi

Si deve alle opere donate da Dandolo Bellini, grande appassionato d’arte e collezionista di opere contemporanee a soggetto sacro, il primo nucleo della Galleria Sacra dei Contemporanei; che verrà arricchita dalle opere donate da molti artisti, fra gli altri Messina, Minguzzi, Carpi, Manzù.

L’inaugurazione della Galleria il 7 dicembre 1955, alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.

E saranno frequenti le visite dell’Arcivescovo Montini, riconciliato con l’arte moderna al punto che, diventato Papa Paolo VI, si impegnerà a favore dell’espressione artistica sacra contemporanea, sino all’apertura di una Galleria d’Arte Moderna nei Musei Vaticani. Convinto che il cattolicesimo “non possa sottrarsi al confronto con l’artista chiamato a rendere visibile, nella pienezza della sua libertà espressiva, ciò che è inesprimibile, ineffabile”.

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.