Libri, Robe, pezzi unici e molto particolari: che cosa si nasconde in via Moscova 15, Milano?

Passando da via Moscova 15 non si può non notare questo negozio decisamente particolare.
Moscova Libri e Robe è il suo nome. Ad attenderci al di là della vetrina da cui fa capolino un tavolo ricco di delizie in vista della Pasqua è la signora Dilva Raffaella Zandonella Zappettini. – di Raffaella Appice

LA SIGNORA DILVAMoscova Libri e Robe SIg.ra Dilva

Si capisce subito che la signora Dilva è l’anima stessa di questo luogo, in connessione sinergica con i “libri” e le “robe” che lei stessa ha ricercato, comprato e curato per anni.  Ed è sufficiente guardarla negli occhi per percepire che per lei questo non è solo un lavoro, ma una passione viscerale che la rende una grande professionista nel suo campo.

Dietro la grazia delle sue movenze e l’eleganza della sua voce c’è un universo che ti fa venire voglia di scoprire. Anticonformista e ispiratrice, sensibile e visionaria, questa signora è uno scrigno colmo di storie e di racconti, di sogni delicati ed autentici che celebrano la bellezza della storia e dell’animo umano!

MOSCOVA LIBRI E ROBE

I libri ci sono, stipati in ogni angolo. Vanno dall’annuario della moda, in francese, al Talismano della felicità, da quel numero di Vogue Italia degli anni ’80 da cui fa capolino un lungo servizio dedicato a questa bottega di eleganza e art de vivre agli sport, viaggi, miscellanea. Semplici targhette di carta bianca delimitano gli ambiti di interesse – svariati. Scaffali su scaffali raccolgono il sapere e l’arte di almeno tre decenni. Perché la storia dei Libri e delle Robe della Signora Dilva è partita dal lavoro di antiquaria di sua mamma – bisogna ricordarlo.
Le “robe”, le cose, sono madie colme di cartoline, bicchieri, posate, una mano in ferro che pare un memento mori, uno Schiaccianoci che pare appena uscito da un balletto di Pëtr Il’ič Čajkovskij. E poi busti, libri, decorazioni da tavolo e da tavola che raccontano un modo di vivere l’eleganza ed il quotidiano. E’ un’attitudine educata al senso del dettaglio, della cultura del saper fare, della sobrietà e della consapevolezza delle origini.
Doti decisamente connaturate nel DNA dei milanesi, non c’è che dire. [continua dopo il salto]

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I libri e le robe fanno un arco e da lì, dal 1982 fanno capolino abiti dalla fine dell’800 agli anni Settanta del ‘900. Delizie da collezionisti del “vintage”, ma anche vestaglie, cappellini (ce n’è una cappelliera piena); cappelliere, valigie, biancheria, abitini, cappotti, gonne, blazer, cinture, libri e poi storie.

Perché il plus delle “Robe”, più che dei Libri della Wunderkammer della Signora Dilva, non sono solo i pezzi in sé, ma anche – e soprattutto – la ricerca e le storie dei singoli pezzi e delle famiglie da cui la Signora Dilva li ha scoperti, valorizzati, acquistati.

I PEZZI CULT…

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…o almeno, quelli che ci ha mostrato? Entrate e chiedetele un abito da uomo, o da sposa, o un cappello da Dior che vi fa sentire delle Holly Golightly di Milano, o quella tiara di perle e oro appartenuta ad una famosa cantante lirica di cui la Sig.ra Dilva conserva la parure originale, completa, e la foto in bianco e nero della divina in abito di scena.

DA NON PERDERE PERCHÈ...

Perché Vogue ne scrisse nel lontano 1984, ma questo di via Moscova 15 resta un indirizzo per appassionati di arredi e oggetti d’antiquariato e modernariato, neo-maniaci del vintage, cultori dell’usato, collezionisti ma anche una tappa obbligata per quei giovani stilisti che cercano in questo posto, ma soprattutto dalla composta eloquenza della Signora Dilva, tutta l’ispirazione e le informazioni necessarie per entrare, a loro volta, nella storia del costume e della moda. Di Milano ma anche del mondo.

Non è dunque un caso se una porzione consistente della collezione di abiti (e storie) della Signora Dilva è stata venduta al Museo del Castello, oggi in esposizione a Palazzo Morando, il Museo del Costume Moda Immagine di Milano, simbolo dell’eleganza di ieri e punto di riferimento per il glamour di oggi. E sorprende, e un po’ commuove, che un’altra selezione del suo lavoro di ricerca costituisca, oggi, il cuore del Museo del Costume di Kyoto.

FOTOGALLERY

[per gentile concessione di  Moscova Libri e Robe]

 

di Raffaella Appice

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.