Il castello nascosto di via Ripamonti e altre storie di grano in città

Cavalli, castelli e bunker: c’è una vita nascosta in via Ripamonti. Il mio amico Marco Torchio mi ha guidato alla sua scoperta. Ecco cosa abbiamo trovato

Via Ripamonti è la via dei record: molti sanno che è lunga ben 6,7 chilometri, ma forse ben pochi conoscono quello che si nasconde dietro alle sue vie, ai palazzotti degli anni ’60, ai castelletti e le case di ringhiera. Il ristorante Shambala conclude, metaforicamente, il percorso urbano, e lo sguardo si spalanca verso le campagne protratte verso l’abbazia di Chiaravalle.

Ecco, proprio in quel punto, superando un ostacolo poco visibile e camminando in mezzo ai campi di grano e i papaveri, ecco nascosto dietro un cancellone verde spunta il corpo laterale di una residenza gentilizia che il cartello delle Dimore Storiche segnala essere il Castello di Macconago.

Il Castello di Macconago sorse tra il 1330 e il 1340 come un edificio fortificato a pianta quadrata, provvisto di torri di avvistamento, camminamenti merlati, torri quadrangolari, merlature a coda di rondine. Nonostante i diversi rimaneggiamenti, oggi i fortunati che lo possono vivere (sposi nel loro giorno del sì oppure privati che lo impegnano per cerimonie ed eventi), possono ancora godere della copertura a cassettoni lignei e delle tracce di graffiti rinascimentali che si conservano qua e là.
Un bene celato la cui torretta è ben visibile dalla contigua Locanda Macconago, un esempio delizioso dell’architettura lombarda fatta di cascine, aie, casali in mattoni rossi.

Venne fondato dalla famiglia Pusterla per poi passatore in mano ai Visconti. Oggi è di proprietà della famiglia Ferrario Gavana.

Un bene celato la cui torretta è ben visibile dalla contigua Locanda Macconago.

Di fronte, una deliziosa chiesetta diroccata dà il benvenuto al borgo oggi dimenticato, rimasto comune autonomo fino al 1841 e poi, dal 1923, divenuto perla nascosta del Comune di Milano.

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.