Social Street Milano: dove sono, a cosa servono e perché nascono?

Un tempo si chiamava ‘buon vicinato’, ora le chiacchiere da cortile si fanno sui social. Storia di un fenomeno recente che sta rendendo più umana Milano

Nell’era della sharing economy il digitale diventa il primo strumento per rendere utile e reale tutta la comunicazione che quotidianamente spendiamo online. Capita così che, se non sappiamo chi si cela dietro la porta dell’interno 2A, pur abitando noi all’1A, conosciamo invece vita morte e miracoli del tizio dell’altro quartiere, ben più attivo con Facebook o social vari.

Come si risolve la questione delle luci sulla strada? Facciamo il cinema in cortile o la cocomerata di ferragosto? Come aiutiamo quella famiglia che ha problemi a pagare l’affitto? Un tempo erano argomenti discussi a voce, oggi, sono i leit motiv delle social street.

A Milano le prime social street spuntano spontanee nel 2013, emulando Bologna e in particolare l’esperienza del gruppo facebook “Residenti in Via Fondazza – Bologna”.

“La più antica è nata nel 2010, in Paolo Sarpi. L’ultima lo scorso ottobre in corso Lodi. La concentrazione maggiore è nei municipi 3, 4 e 6; nelle zone 1 e 5 sono poco attive. Nelle periferie ne sono state contate 18″. Alcune, come quelle di San Gottardo-Meda o Sarpi, sono arrivate a contare più di 5mila iscritti su Facebook, altre qualche decina” spiega a marzo scorso Milano.Repubblica*.

L’obiettivo del Social Street è quello di socializzare con i vicini della propria strada di residenza al fine di instaurare un legame, condividere necessità, scambiarsi professionalità, conoscenze, portare avanti progetti collettivi di interesse comune e trarre quindi tutti i benefici derivanti da una maggiore interazione sociale. Per raggiungere questo obiettivo a costi zero, ovvero senza aprire nuovi siti, o piattaforme, Social Street utilizza la creazione dei gruppi chiusi di Facebook” (www.socialstreet.it).

L’idea non ha tardato ad attecchire, e oggi Milano conta 26 social street ufficializzate dal Comune di Milano su un totale di 74 gruppi spontanei nati in città (fonte: Milano.Repubblica)*.

Tanti sono i gruppi informali che si sono lasciate censire dal Comune e che hanno accettato di iniziare un percorso di collaborazione con l’Amministrazione comunale per promuovere progetti di natura sociale e culturale in città.

Social Street Milano & Comune

NoLo Social District (Municipio 2)
via Forze Armate – Figino (Municipio 7)
Bovisattiva (Municipio 9)
De André Social Street (Municipio 5)
Assocorvetto (Municipio 4)
Diversamente Occupati (municipi 4 e 5)

Secondo il Comune sono alcune di quelle che hanno chiesto e ottenuto l’iscrizione all’elenco e che da adesso in poi potranno interagire con il Comune ottenendo spazi, servizi o opportunità di collaborazione.

Social Street Milano: come diventare Cittadini Attivi

Per l’iscrizione all’elenco i gruppi informali di cittadinanza attiva devono essere costituiti da due o più persone maggiorenni, senza condanne penali, residenti nel Comune di Milano, comunitari o stranieri purché in possesso di idoneo titolo di soggiorno ed è richiesta la presentazione di un progetto di attività che dovrà indicare:

  • la specifica attività che si intende svolgere;
  • la durata presunta dell’impegno assunto nel complesso;
  • il numero di persone impegnate nell’attività;
  • il nominativo di un responsabile, referente nei confronti del Comune.
  • I gruppi informali iscritti nell’elenco saranno coinvolti dall’Amministrazione comunale in attività di tipo sociale e potranno concludere accordi in relazione alla specificità dei singoli progetti. Sarà chiesto a ciascun gruppo di identificare un referente che terrà le relazioni con l’Amministrazione.

Per informazioni: www.comune.milano.it
Fonte: Social Street.it, Repubblica.it/
Foto: ©Facebook Social Street del quartiere Corvetto/Bonomelli, a Milano.

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.