E che credevate? Va bene che tutti i vu cumprà di Stazione Centrale stanno svendendo il video porno di Belen Rodriguez a 10 euro, ma a Milano, in quella vera e contemporanea, di recente è accaduta una cosa ben più interessante. Ovvero, è stato inaugurato il grattacielo più alto di Italia.
Quali erano gli altri, il buon vecchio Wikipedia ce l’aveva già detto (alla voce “Lista dei grattacieli più alti d’Italia“), ma oggi Milan ha un bel Pirellone bis.
E’ la Torre Garibaldi o Torre Cesar Pirelli, dal nome del suo architetto argentino: dall’alto dei suoi 230 metri si è imposta come il palazzone più “one” del Bel Paese e dei suoi campanili, ormai inevitabilmente soffocati da altri giganti di acciaio come questo.
Come non citare il suo fedele predecessore, il Grattacielo Pirelli di Giò Ponti, che dal 1906 rappresentava il top della sfida agli uccelli con i suoi bei 161,4 metri?
Ma torniamo “allo sfidante”, la Torre Garibaldi e il suo primato.
E’ merito solo dell’antenna. Dice qualcuno. Un inutile spreco di denaro pubblico, accusa qualcun altro. Il mio Pirellone rimane quello più grande, annuncia tronfio Formigoni. Insomma, fatta la legge, trovata la polemica.
Ma nella sostanza, il Pirellone 2, dov’è? E a cosa servirà?
Si troverà proprio di fronte al Palazzo Lombardia, nel “cantiere” – quartiere di Porta Nuova totalmente coinvolto nei progetti dell’Expò 2015.
Secondo l’assessore all’urbanistica Lucia De Cesaris, sarà un fiore all’occhiello fra i poli della tecnologia con gli uffici dell’Unicredit, mentre da Milanodabere.it apprendiamo che “Qui fervono i lavori per realizzare complessi residenziali, aree commerciali e spazi culturali. Come la Casa della Memoria, un centro civico dedicato al quartiere Isola. In forse invece il Modam, il Museo della Moda cui stava lavorando lo studio di Pierluigi Nicolin e che sarebbe dovuto diventare il fulcro della creatività Made in Milano“.
Ma la sfida al “celoaltismo”, come ha detto qualcuno, non finisce qui: a Milano arriveranno anche i grattacieli di Citylife con Liebeskind (170 metri), Hadid (185 metri) e Isozaki (215 metri).
Con tutti questi mega-nuovi-building c’è da chiederci se “Il Cielo di Milano” sarà ancora fonte di ispirazione a cantautori e fotografi; se per le previsioni del tempo ci toccherà (assurdamente ) guardare il meteo.it piuttosto che scrutare le nuvole fuori dalla finestra; e se il buon Boccioni sarebbe stato contento di questa “Città che sale“.
Milanoincontemporanea
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