Videoracconto di The Abramovic Method

Ogni promessa è debito, e per quanto sia passato qualche tempo dal post dedicato a The Abramovic Method – l’esperienza eccomi pronta a raccontarvela per esteso, con video ed immagini.

Posso dirvi intanto che ho resistito più dell’assessore al Comune di Milano Stefano Boeri, caduto come una pera, svenuto durante la sua prova nella serata dedicata ai politici.

Perché Marina ha coinvolto tutti, e continuerà a farlo fino al 10 giugno 2012 al PAC di Milano, Padiglione d’Arte Contemporanea (proprio accanto ai Giardini di via Palestro, numero 14).

L’artista che più di ogni altra ha rivoluzionato il concetto di arte libera, di comunicazione, di arte per tutti e di pubblico come non solo spettatore ma interprete primo dell’espressione creativa, ha messo a punto un metodo magnetico e un po’ sciamanico, dove le regole per la buona riuscita sono assai rigide ma terribilmente risolutive.

Punto primo. Il contratto. Esiste un vincolo di due ore, una promessa che impegna il pubblico, 21 persone per volta, a provare il Metodo. Nessun legame con il tempo o con il mondo esterno. Riposti negli armadietti tablet, smartphone, oggetti personali e gioielli, Marina ti invita ad indossare un camice e a rilassarti. E’ quello il punto di transizione ed il simbolo del passaggio da osservatore a partecipante.

Punto secondoLa preparazione. Gli esperti di yoga o chi si sia cimentato con le tecniche di rilassamento sanno quanto sgranchire le membra, aprire i sensi e regolare il respiro siano funzionali ad essere recettivi verso ogni input esterno.

Punto terzo. Provare gli oggetti in legno misti a magneti e cristalli creati ad hoc da Marina nelle posizioni di sdraiati, seduti, in piedi. L’unico punto di riferimento sarà il TOC – TOC di un metronomo dal battito non del tutto regolare. Forse.

Punto quarto. Registrare le emozioni a caldo su un taccuino. E se vi dicessi che non mi sono accorta che la copertina era rivestita di plastica, e che ho scritto come un fiume in piena senza avere la benché minima percezione, al tatto o alla vista, della presenza della cover?

Emozioni forti, sentimenti contrastanti. Sdraiata sotto il catafalco in rame con tre cristalli che penzolavano dall’alto e struttura riflettente.. beh, non mi sono sentita propriamente a mio agio.

Seduta sullo scrano stile trono medievale ho avuto l’impressione di avere l’obiettivo dei fotografi puntato tutto il tempo e scariche di vento mi hanno fatto balenare l’idea di aprire gli occhi e di chiedere di interrompere quegli spifferi. Peccato che non ce ne fossero…

“Tutta colpa” dei minerali scelti dall’artista, fra cui la selenite che, per sua stessa ammissione, cattura meglio l’energia.

E sotto il magnete, nella gabbia di rame… che strani flash! Non prendetemi per “pazza”: la stessa Abramovic ha ammesso di non conoscere il risultato finale ed al termine della prova non avete idea dei commenti a caldo dei colleghi performer…

Va beh, provateci voi! 🙂

Marina Abramovic
The Abramovic Method

21 marzo-10 giugno 2012
Padiglione d’Arte Contemporanea, via Palestro 14 Milano
Per orari, biglietti, informazioni è a disposizione il sito The Marina Abramovic Method

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Paola Perfetti


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