Chi vuole il Papa a Milano?

Premetto che ciò che state per leggere non ha niente a che vedere con la religione, la politica o qualsiasi altro argomento fazioso e che si tratta unicamente di un pensiero soggettivo che in questi giorni ho notato essere condiviso da molte persone e che ho ritenuto opportuno esporre qui, dove, è il caso di dirlo, sono di casa.

Come ormai tutti saprete da domani fino a domenica 3 giugno il Santo Padre Papa Benedetto XVI visiterà la nostra città per il VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Una visita che non ha riscosso molto successo se non tra i pochi religiosi rimasti in Italia, mentre tutti gli altri, noi, peccatori la vediamo come una grande seccatura. Perché? Beh vediamo da dove cominciare…

Grande è stata la mobilitazione sui social network, Twitter al primo posto, dove gli utenti chiedevano di annullare la visita di Joseph Ratzinger (la quale genererà un indotto economico di oltre 57 milioni di euro nel capoluogo lombardo) e devolvere in cambio questa ingente somma alle popolazioni terremotate dell’Emilia Romagna, dove sicuramente quei soldi servono di più. Che poi mi chiedo: perché festeggiare il Family Day che molte famiglie con questa tragedia non esistono più? Cosa c’è da essere felici? Senza contare che molti degli uomini del Corpo Militare non potranno prestare servizio nei luoghi dove l’emergenza è seria ed esiste davvero perché impegnati nel controllare Milano, che per due giorni sarà in tilt.

Sì perché nel caso non lo sappiate verrà allestita una area ZTL (Traffico Limitato) temporanea per tutta la città per sabato 2 e domenica 3 giugno. Sospensione della circolazione dei veicoli al fine di facilitare gli spostamenti delle persone che vorranno partecipare alla manifestazione, la ZTL sarà applicata il 2 giugno dalle 10.00 alle 24.00 e il 3 giugno da 00.00 alle 21.00 (vale a dire due giorni interi) nella zona a nord di Milano ai confini con Cormano, Bresso e Sesto San Giovanni.

Vale a dire: se volete potete entrare a Milano ma non uscirne. Prigionieri della nostra città.

Ma anche Cormano, Bresso e Sesto San Giovanni a loro volta hanno istituito un’area ZTL su tutto il territorio: sabato dalle 10.00 alle 24.00, mentre domenica dalle 4 alle 21.00.

Certo, funzioneranno i taxi, ergo altri soldi nelle casse del Comune, benché sia stato pattuito un prezzo fisso (di 12 euro) per i pellegrini che dalla Stazione Centrale dovranno andare a Bresso, precisamente a Campovolo, dove il Papa terrà la Santa Messa. E se non sei pellegrino ma ti devi spostare comunque? Paghi normale. Mi sembra equo.

Torniamo a Bresso. Qui 790 mila metri quadrati accoglieranno fino a un milione di pellegrini dove ad attenderli ci sarà un palco grande come una chiesa su cui potranno stare anche mille persone.

E se pensavate di poterla scampare con i mezzi pubblici, l’ATM ha già fatto sapere che le linee di metro, autobus e tram subiranno variazioni per consentire un servizio efficiente e garantire condizioni di sicurezza e ordine a tutti coloro che parteciperanno all’evento. Ecco. E come la mettiamo con chi anche di sabato e domenica lavora e che con tutte queste modifiche subirà dei disagi? Ci piacerebbe poi informarvi su tutti i cambiamenti dei mezzi pubblici di questi tre giorni, ma non sapremmo davvero da dove iniziare. Consigliamo pertanto di consultare il sito ATM e chiamare il numero verde 800.368636 che fornirà in tempo reale le informazioni sulla viabilità di tutta la città.

Ultimo ma non ultimo, perché di cose da dire ce ne sarebbero, per motivi di sicurezza sono molte le misure prese per garantire l’incolumità del Pontefice: tiratori scelti sui tetti, quattro elicotteri in volo sul corteo papale e tombini sigillati lungo il percorso. Il tutto per 15mila persone tra agenti delle forze dell’ordine, vigili urbani, vigili del fuoco, uomini della protezione civile, uomini della gendarmeria vaticana and so on. Così tante persone impegnate che mi viene naturale chiedermi: è una visita papale o una task force?

Ma soprattutto perché devo essere prigioniera in casa mia e della mia città per una cosa che, credente e praticante o non sono fatti miei, non mi riguarda né mi interessa? Perché spendere poi tutti quei soldi, 57 MILIONI DI EURO? In nome di cosa? Della carità cristiana? No, non credo proprio.

Non resta che “pregare” che la situazione si sblocchi e non crei troppi disagi, anche se non ne sono troppo sicura. E scusate il gioco di parole.

Giulia Perfetti

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