Dialogo nel buio, una mostra contemporanea senza immagini

 

Di questa mostra non potremmo né potremo MAI mostrarvi alcunché.

Perché è al buio.

Anche perché era temporanea, organizzata ESCLUSIVAMENTE la sera del 12 novembre scorso in onore dei 150 anni del Cappellificio biellese Barbisio (ne abbiamo parlato qui).

Quindi, noi di Milanoncontemporanea non possiamo che darvi l’idea di cosa sia un DIALOGO NEL BUIO attinto dalla nostra piccola esperienza.

Varcato l’ingresso di via Vivaio 7, Istituto dei Ciechi, si apre un mondo.

Negli appositi armadietti si ripongono orologi, cellullari, ninnoli, qualunque cosa che possa emettere luce.

Sì perché, Dialogo nel Buio è un’occasione per vivere un’esperienza completamente privi della vista, immedesimandosi nell’esperienza quotidiana di un non vedente. E la percezione, ve lo assicuriamo, è assordante.

Dopo aver superato il corridoio in cui a poco a poco si affievolisce la luce, aiutando il senso che noi abbiamo più spiccato ad abituarsi all’oscurità, ecco che suoni, rumori, movimenti, odori, la consapevolezza dei nostri piedi a contatto con il terreno diventano gli unici elementi su cui fare affidamento per capire cosa si cela nel mondo esterno.

Il velo nero della cecità svela il suo lato umano, rendendo noi bramosi di immagini ed estetica più sensibili ed attenti verso il terzo, sia esso un oggetto da cucina, un movimento estraneo, un sibilo della caffettiera.

Bisogna prenotare, ahinoi, per realizzare un momento così. La mostra-compleanno di Barbisio è stato solo per una sera, ma DIALOGO NEL BUIO è sempre lì. E per chi non ha problemi di intolleranze alimentari esistono anche delle Cene al Buio da provare.

Su questo sito ufficiale –  www.dialogonelbuio.org – tutte le informazioni utili a sentirsi più umani e a ricordare, per sempre, una mostra ed un momento di cui non conserveremo nessun immagine, se non quella che ci avranno regalato solo la nostra intelligenza ed il nostro cuore.

 

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.