Correva il XIX secolo quando Daguerre, Arago, Fox Talbot e soci a venire studiarono la “scrittura con la luce”: la fotografia.
All’inizio fu il brevetto del dagherrotipo, questo il nome del primo procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini depositato all’Accademia delle Scienze di Parigi, poi la storia ci insegna come tra il 1840 e il 1870 i processi e i materiali fotografici siano stati perfezionati.
Negli stessi anni in cui nacque la fotografia vide la luce la storica “Foto Marvellini – Milano”.
Qui, nella loro ditta del quartiere Bovisa, i Fratelli Marvellini eseguivano “Ritratti per tutti. Anche per chi non vuole essere ritratto”, come recitava la pubblicità aziendale. Un archivio che negli anni è cresciuto al punto da diventare una galleria di personaggi fantomatici, una preziosa collezione fino ad oggi celata, e che proprio oggi viene divulgata per volontà degli ultimi eredi.
Tutte le stampe, in tiratura limitatissima ed esemplari unici, sono realizzate in camera oscura stampando con le tecniche tradizionali ai sali d’argento su carte baritate rese uniche per l’originale tecnica, a base di acido tannico, nota come Viraggio Marvellini, mentre le fotografie sono montate in cornici antiche, parti integranti delle opere.
Da oggi, anzi, dal 29 novembre, saranno presenti in mostra al RBcontemporary (Foro Buonaparte 46) ritratti femminili, perturbanti signore di un tempo indefinito, eroine combattute tra il preservare il proprio anonimato e il cedere alla voglia di posare per una fotografia d’autore.
Chissà, magari tra le donne ritratte troveremo una nostra antenata…
Giulia Perfetti
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