“Fashion”, Vogue e Condé Nast alla Fondazione Forma

Mostra "Fashion", Fondazione Forma per la Fotografia; Albert Watson, American Vogue, May 1977, © 1977 Condé Nast

 

Correva il 1909 quando Condé Nast, storico gruppo editoriale statunitense, comprò la prestigiosa testata Vogue, da sempre Bibbia della moda. Qualche tempo dopo (erano gli anni Venti) il fotografo e pittore lussemburghese Edward Steichen disse alla prima capo redattrice di Vogue America, Edna Woodman Chase: «Dobbiamo fare di Vogue un Louvre». 

A distanza di anni, di passaggi di giornalisti e di personaggi al timone della rivista, possiamo affermare che questo progetto è stato portato a termine. Da allora la moda non è stata raccontata solo a parole, ma anche e soprattutto attraverso immagini fotografiche, oggi punto di forza del settore, con grandi autori internazionali che hanno dato il proprio imprimatur al mondo del fashion. Non a caso, fu lo stesso Steichen uno dei primi fotografi a scattare per Vogue, accettando la sfida e andando contro chi lo accusava di essersi svenduto per la moda.

In questi anni molto è cambiato, e Vogue è diventato un vero e proprio tempio della moda. E così, da ieri, giovedì 17 gennaio, fino al 7 aprile 2013, la Fondazione Forma per la Fotografia (Piazza Tito Lucrezio Caro 1, Porta Genova)  ospita la mostra “Fashion”, una straordinaria selezione di immagini provenienti dagli archivi Condé Nast di New York, Parigi, Londra e Milano curata da Nathalie Herschdorfer.

Un’occasione unica per raccontare, attraverso opere preziose e rare, la storia della fotografia di moda, dalle sue origini fino ai giorni d’oggi.

«Less is more» diceva Coco Chanel. E allora trovate il tempo, anche “less” per raggiungere “Fashion”.

Giulia Perfetti

Classe 1988, sono nata in un caldo giovedì di agosto in Brera, uno dei quartieri più belli della mia città. Dalla passione (divenuta laurea) per le lingue straniere all'attività di blogger e giornalista freelance, il passo per me è stato molto breve. Oggi mi occupo di comunicazione, ma scrivere di Milano è scrivere delle proprie origini.
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