Milano e il rock: intervista a Olly Riva

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Quando parliamo di Milano e rock band non possiamo non nominare Olly Riva. Produttore discografico, leader dei The Fire ed ex frontman della skacore band Shandon, Milanoincontemporanea lo ha intervistato per voi, tra progetti nuovi, futuri e la situazione della musica a Milano e a livello nazionale.

Come sta andando il tour per la promozione del vostro nuovo album Supernova?
Diciamo che l’Italia ha visto tempi migliori per quanto riguarda il fatto di riuscire a suonare in giro e fare promozione al proprio materiale. Questa crisi mette tutti in ginocchio e la musica ovviamente arriva all’ultimo posto delle priorità. Siamo in questo vortice e quindi sarei un ipocrita nel dire che va tutto bene. Musicalmente invece devo ammettere che Supernova, nonostante sia un disco più leggero che in passato è stato accolto molto bene da chi ci conosceva già, ha incuriosito nuove orecchie. Ci fa molto piacere.

Cosa ci puoi dire, se puoi rivelare qualcosa, del tuo nuovo progetto solista che vede la partecipazione di grandi artisti quali Ferdi di Giuliano Palma & The Bluebeaters e Lasko dei Figli di madre ignota e Shandon?
Era da tempo che volevo fare un mio disco solista. Non lo pensavo più rock o punk; me lo immaginavo più verso il jazz o swing per portare avanti la collaborazione con i Good Fellas. E invece mentre lo stavo realizzando ho avuto un improvviso innamoramento per la musica che ascoltavo da bambino: soul e il rock ‘n blues tra i fine anni ’50 e i ’60. Alcuni eventi e persone si sono “coalizzate” involontariamente nel dirmi che dovevo fare questo nuovo progetto soul, e ho iniziato con entusiasmo questa cosa da qualche mese ormai. A breve suoneremo anche in giro. Per il futuro stavo pensando a un settepollici e un disco.

Immagino sia difficile riuscire a fare combaciare il lavoro da produttore discografico con l’impegno dei The Fire e il nuovo progetto solista… PSQ1356626975PS50dc7c1f1d8ae
Difficile? Impossibile!!! Non dormo più da anni (ride N.d.r.). Lavoro con la testa continuamente e questa cosa implica non staccare mai. Ma sono felice di entrambe le professioni, in grado di darmi stimoli diversi. Non riesco proprio a farne a meno. Le persone che produco lasciano lo studio con il sorriso, e ciò mi dà stimoli che nessun live può darmi. Inoltre gestire la musica di altri è sia una responsabilità che un forte stimolo. Dall’altra parte scrivere per se stessi o per il proprio gruppo e poi sentire quelle canzoni materializzarsi su un palco dopo mesi, anni , soldi e ore spese è la cosa più sublime del mondo a mio parere. Sensazione che una cover o tribute band non avrà mai!

Purtroppo quest’anno non si terrà nessuno dei festival che facevano sognare tutti i rockers: dall’Heineken Jammin Festival al Rock in Idrho passando per l’Independent Days. Cosa ne pensi della situazione live in Italia?
Penso che siamo bravissimi a lamentarci o a riempirci la bocca, in questo senso siamo i migliori del mondo. La verità è che la musica è un’arte che non vive di sole emozioni ma di soldi e contratti come in ogni lavoro su questo pianeta. Ci lamentiamo che spendiamo per comprare biglietti di concerti o dischi, o del fatto che l’audio dei live è brutto o non soddisfacente per i soldi spesi del biglietto etc etc… Insomma se non girano soldi è ovvio che la qualità diminuisce, che i locali chiudono, che i festival spariscono o che le band si sciolgono. Chissà come mai le band americane durano 30 40 anni. Chissà come mai i festival storici inglesi, tedeschi e olandesi rimangono degli eventi enormi con nomi incredibili e con impianti pazzeschi. Ormai si cerca di avere tutto gratis e ci si stupisce del fatto che un festival in Italia scompaia. Se non è ipocrisia questa! C’è chi non nemmeno 10€  da investire per vedere una band in un locale, ma è la stessa che spende 50€ in birreria, dove oltre alla birra il locale non ti sta offrendo nulla. Non è assurdo?

Ci sono ancora locali dove ascoltare buona musica a Milano? Se sì quali?
Ce ne sono un po’, per fortunata. La catena dei Rock N Roll è un piccolo esempio. Ma anche il LO-FI, l’Alcatraz, lo Zoe, il Magnolia. Il Bloom di Mezzago a pochi chilometri da Milano è stato il tempio della musica alternativa negli ultimi 25 anni. Ci hanno suonato i Nirvana e i Green day anni or sono, e non è che un posto con una capienza da 500 persone circa! Tutti locali che per portare avanti un certo tipo di musica e un certo tipo di pensiero rischiano con il vicinato e con i bigotti milanesi. Rischiano multe e pressioni comunali o vengono messi in mezzo a brutte storie di droga perché qualcuno spaccia all’interno del locale. Tutto questo meccanismo della musica alternativa esiste grazie a persone capaci e appassionate, ma ovviamente senza soldi si chiude. Pensateci la prossima volta che vi viene da dire che nella vostra città non c’è nulla.

“See you next time”.

Alessandro Scarola

Milanoincontemporanea è un blog nato nel 2009 a Milano dedicato al lato low cost, divertente, spensierato, culturale, contemporaneo della nostra città. Anche una passeggiata ed un happy hour possono diventare un attimo di cultura contemporanea. Ve lo raccontiamo #incontemporanea. E da questo account, tutte le ultimissime dalla metropoli.
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