Doveva essere un tranquillo weekend al mare, in Liguria, e invece no. Perché con Trenitalia l’incubo è sempre dietro l’angolo. Non sai quando parti, sai l’ora approssimativa, sai che il treno dovrebbe partire alle ore XY, ma tra porte che si rompono, carrozze guaste e treni “non montati”, non si è mai sicuri di nulla.
Partenza da Milano Rogoredo, giovedì 10 luglio ore 17.15. Prego tutti gli Dei di tutte le religioni che il treno arrivi – non come due settimane prima dove la partenza da Milano Centrale è avvenuta con 40 minuti di ritardo. Arrivo previsto a Imperia Porto Maurizio ore 20.30. Arrivo reale 21.15.
Vabeh.
Con la mente penso già che sono dalla mia seconda famiglia, dai miei amici liguri, pronta a godermi il mare, il sole, il mio fidanzato, l’aria di una città invasa dai turisti di tutte le età che viaggiano per il Bel Paese. Perché l’Italia è bella. Il problema, tra le altre e tante cose, sono i servizi.
Parto da Milano sapendo per puro caso che da sabato 12 luglio ore 21 a domenica 13 luglio ore 21 è stato indetto uno sciopero in tutta Italia. Controllo sul sito di Trenitalia la lista dei treni cancellati: il mio non c’è. Chiedo conferma, e “sì signorina, il suo treno del ritorno è stato confermato”.
Passa così il weekend. Tra amici, caffè in riva al mare e risate in motorino. È domenica, sono quasi le 15, è ora di andare in stazione. Treno di ritorno, partenza prevista alle ore 15.31. Partenza reale: inesistente. “Dlin dlon, stazione di Imperia Porto Maurizio. Informiamo i signori viaggiatori che causa sciopero di Trenitalia i treni potranno subire cancellazioni o variazioni”. Beh, qui non parlano di ritardo. Vado in biglietteria: ovviamente gli sportelli sono chiusi, e a regnare è il caos più totale: viaggiatori come me che cercano di contattare il servizio clienti di Trenitalia (il cui costo di solo scatto alla risposta è di una cifra imbarazzante), operatori non disponibili, e poi c’è chi è riuscito a parlare con il call center: “Confermano che il treno è stato cancellato” – “Ma come?” – ribattono in molti – “Non avrebbero dovuto avvisare? E poi era garantito”. Intanto noto una signora anziana con le lacrime agli occhi che al telefono con un operatore chiede come può fare per tornare a Milano. “Ma in stazione quando ho comprato il biglietto mi hanno garantito che al 100% questo treno ci sarebbe stato”. Niente da fare. È inutile passare il tempo in stazione. Qui oggi non ci sarà alcun treno Intercity Ventimiglia-Milano da 27,50 euro. Te lo rimborsano? Certo: devi fare richiesta per iscritto 20 giorni dopo dal fatto accaduto. Aspetti che ti arrivi una lettera a casa dove ti dicono l’importo del rimborso – personalmente l’anno scorso dopo oltre 3 ore di ritardo mi avrebbero risarcito di all’incirca 5 euro, giusto un pacchetto di Camel Blue da fumarmi dal nervoso. Niente carità, grazie. Perché alla fine è così: ogni volta ce n’è sempre una.
“Eh niente – penso – Tanto vale che cambi il biglietto già dalla macchinetta automatica”. Peccato che tutti i treni del giorno dopo, lunedì 14 luglio, fossero pieni. 1° e 2° classe. Fatto che comporta l’impossibilità di cambiare il biglietto, anche se sai già che starai in piedi per le prossime 3 ore e mezza, se tutto va bene.
Siamo a lunedì 14 luglio. Di buona lena mi alzo, accompagnata dalla fedele Sara, pronta a fare la fila in stazione per cambiare il biglietto. Dopo 30 minuti di attesa – perché utilizzare due sportelli dopo uno sciopero, apriamone solo uno! – arriva il mio turno. “Buongiorno, dovrei cambiare il biglietto di ieri con il prossimo treno per Milano”. “Buongiorno” – mi dice il malcapitato impiegato, il quale, tornato dopo 4 giorni di ferie, non sapeva manco fosse stato indetto lo sciopero. “L’ho scoperto appena iniziato il turno stamane!”. “E se non lo sapeva lei come potevano saperlo gli altri comuni mortali?”.

Sciopero Trenitalia: paghi 9,60 euro (se va bene) per stare seduta sulla tua valigia accanto al bagno
La faccio breve: mi rimborsa di 8 euro il biglietto Intercity, e mi fa un biglietto per un Regionale – nonostante dovessi prendere un altro IC “perché questa è la prassi”. E sul treno, arrivato con 15 minuti di ritardo, stipata come su un carro bestiame, seduta sulla mia valigia accanto al bagno (ovviamente rotto e da cui usciva non proprio un profumo di rosa selvatica), io come tante altre persone, ho dovuto pagare il supplemento. Imperia-Milano: costo 9,60 euro. Per stare in piedi. Senza contare lo sconto di 10 centesimi del controllore che non aveva moneta. Buon uomo.
“E vabeh, recupererà il ritardo”, penso e spero da buona ottimista quale sono.
Arrivo previsto a Milano: 14.50. Arrivo Reale: 15.40. Per la felicità anche della signora incinta che ha fatto il viaggio accanto a me seduta sui gradini di salita/discesa dal treno.
Un viaggio della speranza per me e per tutti gli altri che purtroppo non hanno una voce con cui farsi sentire. Italiani, stranieri, turisti… Una gran bella pubblicità, non c’è che dire.
“Con tutte quelle ore andavi e tornavi da Firenze con Italo”, ride al telefono mia sorella. “E pagavo di meno” ribatto io.
E a proposito di pagare, ho alcune domande da fare al personale di Trenitalia e a chi di competenza. Perché alle donne di colore e agli arabi senza biglietto siete stati un’ora a discutere senza sapere se farli scendere o far loro la multa (e ovviamente sono arrivati a destinazione tranquilli) mentre tutti gli altri italiani hanno dovuto sborsare chi 2, chi 10, chi 20 e chi 50 euro di supplemento? Senza contare poi che il controllore da Ventimiglia a Genova ha anche inspiegabilmente perso lo scontrino del ragazzo che, rimasto a piedi anche lui per lo sciopero, ha dovuto pagare 23 euro per rimanere… in piedi. Se i treni sono pieni, non è il caso di ridurre il prezzo del biglietto? Non è ingiusto far pagare il biglietto a costo pieno quando non è garantito? Ma soprattutto, perché io devo pagare il biglietto per chi viaggia senza e con la compiacenza da chi le regole sul treno dovrebbe farle rispettare? Ai titolari di Trenitalia chiedo molto umilmente perché noi italiani dobbiamo pagare il biglietto con supplemento dopo che a me e ad altri è stato creato un disagio per uno sciopero non annunciato, mentre gli extracomunitari viaggiano senza biglietto? Il comportamento del personale addetto al controllo dell’Intercity 745-746 non si configura come omissione di atti di ufficio?
Ultimi post di Giulia Perfetti (Posts)
- Halloween a Milano tra leggenda e realtà… - 31 ottobre 2019
- La leggenda dei giorni della merla: ecco perché si chiamano così! - 31 gennaio 2019
- Nuovo look per Piazza Cadorna grazie a Luxottica - 16 gennaio 2019
Seguici sui social!