Correva il 2003, ero in V ginnasio, e la mia professoressa di Storia dell’Arte aveva organizzato un laboratorio sulla riqualificazione della nostra città, San Donato Milanese.
Il quartiere affari, il progetto di Isola-Gabetti, quello di Kenzo Tange, i palazzi dell’Eni, le case sorte negli anni ’70, e poi quel muro della piscina e del parco, centinaia di metri pasticciati di scritte inutili fatte con le bombolette spray riqualificate e date in mano a giovani writers che finalmente in maniera del tutto legale hanno potuto imprimere sul cemento la propria fantasia: dragoni cinesi, ragazzine, angeli, la tag dei VMD70s, una delle crew più conosciute quando ero ancora una ragazzina…
A distanza di 11 anni, anche la giunta Pisapia ha deciso di donare spazi dove gli artisti della bomboletta possono esprimere in tutta tranquillità il proprio estro senza incappare nel reato previsto e sanzionato dal codice penale. Si chiama operazione “muri liberi”: un elenco di luoghi precisi (che la giunta sceglierà nelle prossime settimane), un centinaio di spazi dedicati ai writers, ma soprattutto, la prima apertura del Comune milanese alla street art.
La delibera verrà avviata entro fine del 2014. Come faranno i writers a capire che il muro, il sottopasso pedonale and so on sia quello garantito dal Cmune? Semplice, la targhetta “muro libero” permetterà all’artista di creare senza problemi. Senza il rischio di essere multato di 450 euro.
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