Arts & Foods per Expo 2015: una mostra troppo costosa

Arts & Foods

In vista di Expo 2015, cominciano a trapelare i nomi degli eventi collaterali a tema Nutrire il pianeta. Energia per la vita.

È di questi giorni la notizia della diatriba, se così si può definire, che ha coinvolto Arts & Foods, la mostra di Germano Celant alla Triennale di Milano (dal 10 aprile 2015). Un’esposizione nata per raccontare il rapporto tra cibo e arte e che in questo senso ha visto impegnati pittori del calibro di Caravaggio, come dimenticare la sue nature morte, o ancora Le déjeuner sur l’herbe di Manet…

Oggi, o sarebbe meglio dire dal 10 aprile 2015, tutte le più grandi tele della storia dell’arte che vedono la commistione del tema arte/cibo saranno incluse nella grande esposizione di Celant, il cui allestimento è stato curato dallo Studio Italo Rota: dalla Nature morte au melon di Claude Monet (1872) a La scodella di patate di Van Gogh (1888), dallaCampbell’s Soup Can di Andy Wahrol (1962) fino alla recentissima The Onion, la performance di Marina Abramovic (1996); persino l’immagine di un leggendario Alberto Sordi in Un americano a Roma (1954) alle prese con i maccheroni…

Bene, ora che vi abbiamo allietato con l’arte, veniamo alla questione principale: la discussione che ha visto protagonista Arts & Foods. Il progetto di circa 6mila metri quadri e che può contare su 800 opere esposte tra tele, libri, dischi, menù e poster, questo divertente e originale viaggio che parte dalla seconda metà del XIX secolo fino ai giorni nostri, costerebbe all’incirca 5,3 milioni di euro. E dove vengono presi questi soldi? Metà del progetto sarà finanziato da Cassa Depositi e Prestiti, società partecipata dal Ministero dell’Economia.
Come se non bastasse, ciò che ha fatto maggiormente infuriare l’opinione pubblica e parte degli addetti ai lavori riguarda il compenso attribuito a Germano Celant e ai suoi collaboratori: 750mila euro.

Alla faccia di chi diceva che l’arte era per tutti (ma non per tutti).

Anche a noi, che di arte siamo ghiotti, sembrano cifre eccessive, esagerate, visto il buco di migliaia e migliaia e migliaia e migliaia… di euro in cui si trova oggi Milano e il ritardo dei lavori in vista di Expo 2015. Non trovate?

Classe 1988, sono nata in un caldo giovedì di agosto in Brera, uno dei quartieri più belli della mia città. Dalla passione (divenuta laurea) per le lingue straniere all'attività di blogger e giornalista freelance, il passo per me è stato molto breve. Oggi mi occupo di comunicazione, ma scrivere di Milano è scrivere delle proprie origini.
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