Expo 2015: il Louvre dice sì a Leonardo, Reggio Calabria no ai Bronzi. Perché?

Bronzi di Riace Expo 2015

Con 9,3 milioni di ingressi nel 2013 (e “appena” 5,1 milioni a metà del 2001) il Louvre si conferma essere il museo più visitato al mondo. Tra la Nike di Samotracia, Amore e Psiche del Canova, la Venere di Milo, i due Prigioni di Michelangelo, ce ne sono di capolavori di arte da ammirare. Ma lo sappiamo tutti quale sia il pezzo forte della collezione parigina: La Gioconda di Leonardo resta il motivo per cui milioni di persone provenienti da ogni parte del mondo scelgano di visitare la città dell’amore. Certo, non è l’unica ragione, ma tant’è. Che poi tutti, nessuno escluso, restino basiti non tanto dalla massa che attornia il dipinto quanto dalle ridotte dimensioni dell’opera (77 cm x 53 cm) è un altro paio di maniche.

Bene, in vista di Expo 2015, i nostri cugini d’Oltralpe hanno deciso di prestarci alcuni capolavori di assoluto prestigio concedendoci in occasione dell’esposizione sul Maestro (Leonardo Da Vinci 1542-1519. Il Disegno del Mondo) in programma dal 15 aprile 2015 a Palazzo Reale ben tre opere: Annunciazione, Belle Ferronière e San Giovanni Battista.

Annunciazione Leonardo Expo 2015

Annunciazione, Leonardo Da Vinci (1472 circa). L’opera in prestito dal Louvre sarà una delle attrazioni di Expo 2015

Stando alle dichiarazioni dell’assessore alla cultura Filippo del Corno si tratterà della più grande retrospettiva leonardesca mai realizzata in Italia – dichiarazione poi confermata anche da Maria Teresa Fiorio, curatrice della mostra. Le tre opere del Louvre si aggiungono ad altre concessioni provenienti da tutta Italia e da Oltreoceano, come la Madonna Dreyfus della National Gallery of Art di Washington, il San Gerolamo dei Musei Vaticani, il Ritratto di Musico della Pinacoteca Ambrosiana e la Scapigliata della Galleria Nazionale di Parma.

Insomma, tutto il mondo si sta mobilitando per realizzare il mastodontico progetto Expo 2015. Ma l’Italia non aiuta l’Italia. Ci spieghiamo meglio.

Da qualche mese girava la notizia che I Bronzi di Riace fossero pronti a fare armi e bagagli e partire alla volta di Milano. Dopo smentite, conferme, polemiche e lotte che hanno visto in prima linea Vittorio Sgarbi – che a gran voce richiedeva le due statue risalenti al V secolo a.C., viene messo un punto sulla questione. I Bronzi resteranno in Calabria. Per la precisione al Museo nazionale archeologico di Reggio Calabria, chiuso per lavori dal 2009 al 2013 (il costo totale dei lavori è stato di 32 milioni di euro) e finalmente riaperto a dicembre dello scorso anno. Insomma, il museo ha riaperto da nemmeno un anno. E i visitatori? Stando ai dati del Sistan (il sistema statistico del ministero per i Beni culturali) tra gennaio e aprile 2014 le visite paganti sono state appena 21.407, contro quelle non paganti (ragazzi e over 65) di 57.405. L’incasso di aggira ai 100 mila euro. Un po’ pochino, no?

Se poi è vero che turisti, visitatori, curiosi e addetti di Expo 2015 che giungeranno a Milano approfitteranno del viaggio per visitare altre bellezze (intese come città e beni artistici) del Belpaese, è altresì vero che tra Venezia, Firenze, Roma e la Sicilia tutta (perché le bellezze a cielo aperto della regione sono innumerabili e inenarrabili) tra la collezione Peggy Guggenheim, gli Uffizi e il Colosseo – solo per citare alcune tra le più importanti attrazioni delle sopracitate città – diciamo pure che Reggio Calabria probabilmente non sarà tra le mete favorite. Tanti lavori per nulla? Noi ovviamente speriamo di sbagliarci.

E tra querele e denunce che hanno visto coinvolti il Pirellone, Sgarbi, Renzi e presidente della commissione di Vigilanza e controllo del consiglio regionale calabrese Aurelio Chizzoniti, il patatrac sembra essere stato fatto. Così come la decisione, ad oggi irrevocabile, di lasciare I Bronzi a Reggio Calabria. Che dire, un peccato.

Classe 1988, sono nata in un caldo giovedì di agosto in Brera, uno dei quartieri più belli della mia città. Dalla passione (divenuta laurea) per le lingue straniere all'attività di blogger e giornalista freelance, il passo per me è stato molto breve. Oggi mi occupo di comunicazione, ma scrivere di Milano è scrivere delle proprie origini.
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