Salva una vita, viene multata: è questa la Milano che vogliamo?

Netturbina multata a Milano

La storia è finita su tutti i giornali e molti di voi l’avranno letta o sentita al Tg. Per chi non la conoscesse eccola in breve.

Qualche giorno fa Celia Prada, 44 anni, operatrice ecologica dell’Amsa, è stata multata per aver salvato la vita a un pedone investito da uno scooter in zona Isola e in arresto cardiaco.

Lunedì 19 gennaio, poco prima delle 18.00, la donna, di origine peruviana e da 8 anni dipendente dell’Amsa, stava raccogliendo i sacchi di immondizia all’incrocio tra via Alserio e via Civerchio quando ha assistito all’incidente stradale. Senza pensarci due volte l’operatrice ecologica, preparata al primo soccorso, ha raggiunto il ferito, un uomo di 55 anni, in doppio arresto cardiaco e lo ha rianimato. Come dichiarato da un medico civile intervenuto sul posto durante i soccorsi, se non fosse stato per lei l’uomo sarebbe sicuramente morto.
Non si è fatto in tempo a gridare all’ “eroina” che, mentre il ferito veniva portato alla Clinica Città Studi in codice giallo, Celia tornando al furgoncino trovava una multa per divieto di sosta. Ma non solo: con tanto di aggiunta di una presunta ‘concausa’ dell’incidente. 27,50 euro da pagare entro 5 cinque giorni (altrimenti aumento a 65,00 euro) invece di una bella medaglia al valore. Perché nonostante tutto, nonostante la beffa, la sua prontezza e coraggio, la donna ha dichiarato che rifarebbe tutto da capo.

Celia Prada, l'operatrice ecologica multata a Milano

Celia Prada, l’operatrice ecologica multata a Milano.
Ph. Corriere.it

«Ho visto un uomo sbalzato in aria, ricadere a terra e restare lì immobile, come morto. Ho lasciato giù i sacchi della spazzatura e sono corsa ad aiutarlo. È inspiegabile. Pensavo che il vero reato fosse l’omissione di soccorso» ha raccontato la donna che ha già saldato il suo “debito”.

Assurdo, non trovate? Così come è assurdo ciò che hanno raccontato i testimoni, parlando di certi automobilisti di via Alserio che pur notando l’uomo a terra privo di sensi continuavano a suonare il clacson incitando a sbrigarsi. E assurdo è il fatto che un vigile avrebbe provato a fermare la vigilessa autrice della multa che avrebbe così risposto «Non possiamo non notificare la multa», per poi rivolgersi alla 44enne così: «Ringrazia il cielo che hai salvato una persona. Accontentati e paga la multa», come riporta Corriere.it.

E nonostante la promessa di rimborso sia da parte di Amsa che dell’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, da cittadina onesta Celia ha pagato la sua multa, senza neppure ricevere una menzione di merito. Nemmeno dal Primo cittadino Giuliano Pisapia è arrivata una parola di ringraziamento.

Ma è davvero questa la Milano che vogliamo? Una città che vive nell’indifferenza, nel “penso solo a me e sto bene così”? Tra una vigilessa insensibile davanti a un caso di vita o di morte e cittadini dal clacson facile?

Purtroppo sono state testimone di accadimenti del genere: uomini che infastidiscono donne sui mezzi pubblici, episodi di esibizionismo e palpeggiamenti non graditi su tram e metropolitane, complimenti che ricevuti ma non ricambiati si trasformano in insulti e vessazioni sulle scale del metrò. E le persone cosa fanno? Guardano, omertosi per paura di finirci nel mezzo. “Noi non vogliamo guai”, dicono. Già, ma l’indifferenza porta altra indifferenza, ed è bello vedere che esistono ancora persone come Celia. Piccoli eroi che si nascondono nella vita di tutti i giorni. La nostra e quella della nostra città.

Classe 1988, sono nata in un caldo giovedì di agosto in Brera, uno dei quartieri più belli della mia città. Dalla passione (divenuta laurea) per le lingue straniere all'attività di blogger e giornalista freelance, il passo per me è stato molto breve. Oggi mi occupo di comunicazione, ma scrivere di Milano è scrivere delle proprie origini.
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