Il primo a fare la denuncia è stato Linkiesta scrivendo sul proprio sito che a Milano «nei primi nove mesi del 2014 sono stati aperti 700 locali». Eppure di questa “bulimia” di new opening ce ne siamo accorte anche noi di Milanoincontemporanea: mai ricevuti così tanti inviti ad aperture di nuovi locali e ristoranti, per non parlare dell’assaggio di nuovi menù.
Focaccerie, take-away dietetiche, ma soprattutto hamburgerie. Persino le pizzerie in tempi di Expo 2015 Nutrire il Pianeta si sono reinventati (vi siete forse perzi la pizza cotta nell’ApeCar?!). E pensare che i due grandi sponsor sono multinazionali, McDonald’s e Coca Cola, mentre a Milano l’Ortomercato cerca di far fronte alla crisi… Paradossale, non trovate?!
Insomma: in città è boom di ristoranti che, pronti ad accogliere migliaia di turisti e a soddisfare la fame dei milanesi, stanno davvero ripopolando la città. I dati riportati da Linkiesta valgono più di mille parole:
«Nei primi nove mesi del 2014, a Milano hanno aperto 679 esercizi, in gran parte gestiti da under 35. Ma uno su quattro chiuderà. Milano ha solo un milione e 300mila abitanti – la metà di Roma – e se è vero che con la nuova città metropolitana (che ha sostituito la provincia) arriva a più di tre milioni, ci si rende conto che la base di consumatori è limitata. E il confronto con la capitale diventa impietoso dal punto di vista degli arrivi turistici: circa quattro milioni e mezzo contro sedici e mezzo, nel 2014. Ed è evidente che in mancanza di nuove idee, nel 2016 si tornerà più o meno a questo rapporto mettendo in ginocchio chi ha investito per l’Expo. Ecco perché stupisce che già nei primi nove mesi del 2014, a Milano hanno aperto 679 esercizi, solo 8 in meno di Roma» si legge nell’articolo di Maurizio Bertera.
La domanda quindi è d’obbligo: ha davvero ragione Linkiesta dicendo che non tutti sopravviveranno? Secondo noi di Milanoin è proprio così: di molti rimarranno solo le briciole.
Ha dunque senso investire tempo e denaro prezioso su un evento che durerà appena sei mesi (1 maggio – 31 ottobre)? Per molti la risposta è affermativa.
Sperando di non dover fare poi i conti, è il caso di dirlo, con quello che resterà di Milano nel dopo-Expo.
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