Il viaggio di un samurai lungo quattro secoli. Una storia che parte dal Giappone, passa da Civitavecchia e la sua Madonnina e approda a Milano, nel 2015, sulla scorta del viaggio dell’artista-deejay-fotografo-creativo Ryts Monet. Non c’è legame, nel suo nome, con il cognome di uno dei maestri dell’Impressionismo francese.
La mia impressione stringendogli la mano e camminando per la stanza della piccola, ma contemporaneissima – neo inaugurata Whitelightgallery, è che questo viaggio in cinque opere ed una installazione è “un” viaggio… e non è che appena cominciato!Un po’ perché ognuno nell’arte contemporanea ci vede quello che vuole.
Un po’ perché sono installazioni in cui le cartoline delle piazze del mondo si tagliano a metà e si mescolano insieme dando vita ad un nuovo progetto. E’ un grande tributo al tema e al simbolo dell’obelisco, di guerra e di fede. Qui, si chiama 30x30x30.

Whitelight Art Gallery – Ryts Monet
Un po’ perché i francobolli dell’Unione Sovietica diventano opere d’arte.
I fumi atomici hanno le loro nubi di gas fatte dei collage dei torsi di muscolissimi bodybuilders. Sono loro i corpi di ben due Explosions.
E la installazione video, con i volti di tanti giovani da tutto il mondo pronti a partire per Marte. Dalla ri-campionatura delle loro videointerviste disponibili in Internet è nato anche il titolo della mostra, la prima con cui inaugura la Whitelight Art Gallery di via Ventimiglia 1, proprio accanto alla metropolitana di Porta Genova (quindi, pure facilissima da raggiungere).
Why Do I Want to Go to Mars. Perché voglio andare su Marte è quasi l’esito di un percorso che attraversa le forme d’arte e le espressioni. E pure i punti di vista e le risposte dei tanti che si sono presentati ai casting per fondare una colonia post futurista sul pianeta rosso. Perché da colonizzare, prima, c’è ancora tanto, in questo mondo.
C’è una favolosa carta da parati, realizzata per il Museo del Profumo, nella piccola ma accogliente galleria fondata da un quartetto di donne energiche e dalla vasta esperienza nel settore dell’arte, a livello internazionale – Marta Menegon, Silvia Rosini, Giorgia Sarti – cui ora si è aggiunta Martina Cavallarin nel ruolo di critica e curatrice indipendente.
Il loro viaggio è una nuova tappa, naturale evoluzione del bolognese Spazio San Giorgio (dal 2011).
Sotto i segni e i topoi della classicità riletti in chiave contemporanea da un giovane artista, tra i più interessanti e singolari del panorama artistico italiano.
Una delle sue opere inedite, qui finalmente esposte – ma non per questo l'”O”pera del suo cuore, che tuttavia ben sintetizza il suo profondo senso dell’arte – è il dittico “Amaterasu Goddesso of Sun + Holy Mary of Civitavecchia“.
Alla parete vedrete apparentemente, semplicemente, una bandiera con l’immagine di una statua un po’ “Madunina” e un po’ Statua della Libertà, vera fotografia della Statua della Libertà sventrata dallo tsunami del 2011 e fotografata a Ishinomaki, Giappone, a 100 Km da Fukushima Dai-ichi. Ai piedi, semi imballata in una cassa, una replica della Madonna di Civitavecchia. Venne spedita in una cassa di legno per via postale dall’Italia al Giappone nel 2011 durante una residenza artistica. “A livello simbolico, la statua ha ripercorso a ritroso il viaggio del samurai Hasekura Tsunenaga che nel 1615, durante l’era Keichi, partà proprio da Ishinomaki e arrivò a Civitavecchia, vicino a Roma, intenzionato a incontrare il Papa“, mi spiega Ryts.
Da allora Ishinomaki e Civitavecchia sono gemellate. Da quel viaggio sono passati 400 anni. Il samurai, in via Ventimiglia, è tornato a Milano. E ci rimarrà fino al 5 settembre 2015.
Poi, le donne di Whitelight Art Gallery non ci faranno partire per Marte. Ad attenderci, performance e street art in rosa tra i ponti dei Navigli metropolitani. Cosa vuol dire?
Appuntamento al prossimo viaggio, d’arte e cultura contemporanea. [continua dopo il salto]
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