«Una casa per le bambole». Così Massimiliano Gioni, curatore e ideatore insieme alla Fondazione Trussardi, della mostra La Grande Madre ha voluto descrivere il luogo che ospiterà, fino a metà novembre, 400 opere provenienti da collezioni private, gallerie e istituzioni varie.
Istallazioni, video, fotografie e sculture firmate da artisti, registi e scrittori di fama internazionale, che si prefiggono l’obbiettivo di raccontare l’iconografia e la rappresentazione della maternità dal Novecento a oggi in un percorso cronologicamente crescente che parte dalle Veneri del Paleolitico e dagli idoli femminili per arrivare alle rappresentazioni più recenti di artiste contemporanee e della loro visione sul ruolo materno.
Da oggetto di rappresentazione la donna diventa anche soggetto della rappresentazione stessa per prendere potere e consapevolezza del suo ruolo anche all’interno dell’arte, come nelle prime avanguardie storiche, in particolare modo nel Dadaismo, Futurismo e Surrealismo. Movimenti che hanno permesso alla donna di emanciparsi e lottare per i propri diritti attraverso l’arte, così da mostrare, senza più remore, i propri desideri anche sessuali. Oltre utilizzare questo mezzo di comunicazione, per mostrare al pubblico il ruolo di Grande Madre, spesso differente dallo stereotipo che la pubblicità ha costruito in cui euforia, ansia e paure contrastano con la gioia di un compito che solo la donna può vantarsi di portare.
La Grande MadreA cura della Fondazione Trussardi e Massimiliano Gioni
Palazzo Reale, Milano
Fino al 15 di novembre 2015
Sara Emma Cervo
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