C’è una buona notizia, anzi una buonanuova, per tutti gli amanti degli animali che vivono a Milano e in Lombardia: mentre la Legge Regionale che disciplina la presenza degli animali da compagnia nei luoghi pubblici aspetta di essere approvata, a pochi minuti di macchina dal capoluogo lombardo c’è un ospedale che ha dato il “via libera” all’ingresso in corsia degli amici a quattro zampe.
A dire il vero l’ospedale non è solo uno: la scelta di Treviglio, comodamente raggiungibile anche da Milano usando l’autostrada A35 (più famosa come BreBeMi), riguarda l’intera azienda ospedaliera, e dunque anche le strutture sanitarie di Romano di Lombardia, San Giovanni Bianco e Calcinate.
In questi ospedali i cani, i gatti e i conigli possono entrare per regalare un momento di svago e un contatto affettuoso ai propri padroni.
La prima è stata Memole, un Golden Retriever di otto anni accompagnato dal suo istruttore (e apprezzatissimo dai bambini raccolti nella sala giochi della pediatria dell’Ospedale di Treviglio), ma il regolamento appena introdotto parla chiaro: ogni paziente può richiedere di avere la visita del proprio “migliore amico”, naturalmente a patto di rispettare alcune regole.
D’accordo con l’ASL, l’azienda ospedaliera di Treviglio ha previsto infatti che i cani per poter entrare in ospedale debbano essere iscritti all’anagrafe canina, o in alternativa che abbiano il passaporto con il relativo numero di microchip. Il guinzaglio non deve essere più lungo di 1,5 metri, e la museruola è obbligatoria per i cani di taglia più grossa.
Per gatti e conigli, invece, bastano il libretto sanitario con l’elenco delle vaccinazioni e un certificato di buona salute, rilasciato dal veterinario, che attesti anche che l’animale è stato sottoposto ai trattamenti antiparassitari (che comunque sono obbligatori anche per i cani); inoltre gatti e conigli possono entrare in ospedale solo se all’interno di un trasportino o muniti di guinzaglio, onde evitare che scorrazzino qua e là così come potrebbe suggerire loro l’istinto.
I proprietari degli animali, da par loro, sono tenuti a compilare un modulo di ammissione per i loro amici a quattro zampe, e la vigilanza sulla corretta applicazione del regolamento è stata affidata al coordinatore infermieristico che prima di introdurre un animale in camera chiede agli altri pazienti se sono d’accordo nel permettergli l’accesso.
Per tutti gli animali restano comunque off-limits i reparti più “delicati”, ossia la sala rianimazione, la terapia sub-intensiva, chirurgia generale e ostetricia, l’unità cure coronariche e la stroke unit.
La sperimentazione messa in campo dall’azienda ospedaliera di Treviglio è un progetto pilota per l’Italia e per la Lombardia in particolare, visto che novità importanti al riguardo potrebbero arrivare a breve grazie a una Legge Regionale, mentre negli Stati Uniti e in altri Paesi (di lingua anglosassone soprattutto) la pet therapy in corsia è una realtà ormai consolidata, che ha dimostrato spesso di essere efficace nell’accorciare i tempi di degenza.
L’incontro con il proprio amico del cuore a quattro zampe può essere una vera panacea da molti mali per chi è molto legato a lui, e se la sperimentazione di Treviglio avrà successo chissà che non possa essere riproposta anche altrove. Vedremo presto animali in ospedale anche al Niguarda, al San Raffaele o in altre strutture mediche del nostro capoluogo? A voi farebbe piacere?
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