Expo Milano 2015: alla scoperta della Svizzera e del suo padiglione, dall’esperimento sociale delle torri all’esposizione scientifica Nestlè, ecco la nostra visita!

Non di solo latte, pascoli, Hunziker e cioccolata è fatta la Svizzera. C’è bella gente accogliente, bei ragazzi (bisogna dirlo), fiumi e panorami a non finire. Sale, mele, caffè, acqua e altre risorse che, se non gestite in modo accurato, rischiano di esaurirsi. Ci sono quattro torri nel cuore di Expo, e…

… tra la visione di un signore barbuto che tanto ricordava il nonno di Heidi e code chilometriche per visitare i padiglioni, eccoci in cima alla croce bianca su fondo rosso, il tetto del Padiglione Svizzera che ci ha ospitato sabato scorso nel pieno di un sabato expo…nenziale. Expo Milano 2015 - Padiglione Svizzera

Lo ammetto. Se non mi avessero invitato difficilmente – credo – il Padiglione Svizzero sarebbe stato uno di quelli da me scelti nella miriade di appuntamenti da cogliere ad Expo Milano 2015.
Pensavo: “La Svizzera è vicina, la posso conoscere quando voglio, è molto italiana“… e invece, che sorpresa!

Innanzitutto, la Svizzera ha un patrimonio di sapori ed una cultura del cibo – tema cardine di questa Esposizione Universale – che non è solo cioccolato e latte, come tutti noi abbiamo sempre pensato.

C’è l’acqua che dà un apporto idrico straordinario e che è terminata, nei quattro piani di torri su cui è stato pensato questo Padiglione. Questo perché – come accaduto anche nella torre delle mele – ogni ospite dell’inizio di Expo ha fatto incetta di scorte senza preoccuparsi di chi sarebbe arrivato dopo (cioè noi di Milanoincontemporanea insieme ad un nutrito ed entusiasta gruppo di Instagrammers scelti da tutta Italia). Il risultato? Colonne intere di scaffali vuoti, che non saranno riassortiti fino a che le scorte “non verranno rigenerate”. Insomma: nel silenzio e nel vuoto il messaggio sociale ed etico si può considerare bello che passato.

Caffé e sale? In abbondanza ma non troppo. Il caffè è simbolo delle grandi aziende produttrici di questa Regione del mondo – Nestlé è uno dei colossi dell’economia della Confederazione Elvetica e le cave di salgemma naturale sono uno dei fiori all’oocchiello del comparto alimentare oltre che di quello tecnologico e naturalistico.Expo Milano 2015 - Padiglione Svizzero  - Sale delle Alpi

E non si può parlare di acqua, sale e territorio senza far riferimento ai monti e ai suoi ghiacciai, magistralmente ricostruiti in un grande blocco di granito nell’ambito della mostra dedicata al Passo del San Gottardo che ha ricomposto rilievi, monti e fiumi dei quattro principali corsi d’acqua che segnano altrettanto zone della Svizzera (il Ticino, il Reno, quello che collega la valle della Reuss e quello che lo lega alla valle Leventina).

Perché la spiegazione diventasse interattiva, leve collegate alle nivere potevano essere abbassate ed alzate da ogni ospite partecipante – ci abbiamo provato anche noi (prego non perdere foto nella nostra gallery sotto).

Le nivere... ecco un’altra cosa che abbiamo scoperto al Padiglione Svizzero di Expo. In Svizzera, da secoli, c’è la cultura dello scavare nella roccia o nel terreno per fare grandi igloo in cui stipare ghiaccio o provviste a seconda delle stagioni.

Stagioni che, in epoca recente, sono state contraddistinte dall’Età D’Oro del Cioccolato. Due i patron che ne hanno rivoluzionato la produzione, commercializzazione, distribuzione, sapore: Daniel Peter, che dopo molti tentativi, nel 1875, riuscì ad unire il latte al cacao creando così il cioccolato al latte; e il farmacista Henri Nestlé il quale, nel 1866, inventò la farina lattea, quello che poi sarebbe diventato il latte in polvere e, per caso, dopo un “weekend in cui si dimenticò la sua macchina accesa”, inventò un nuovo metodo di lavorazione lungo almeno 3 giorni (allora).

Questo, non perché il cioccolato non si possa fare comodamente a casa… Ci abbiamo provato anche noi nel laboratorio gratuito, l’atelier del cioccolato svizzero promosso e realizzato in collaborazione con il Technorama – centro svizzero per la scienza, Chocosuisse – Fondazione svizzera dell’economia del cacao e del cioccolato e con la DSC – Direzione dello sviluppo e della cooperazione.

Sempre di Nestlè, l’esposizione interattiva “Feed Your Mind” che, con un percorso ed un gioco (Plant Doctor) mette in luce il rapporto tra alimentazione e cervello (spiegazione “svizzera e precisa“). Abbiamo provato a testarla, ma due cose abbiamo imparato in una giornata ad Expo:

Giulia e il Laboratorio di pasticceria - Ph. Twitter  @ilariadefilippo

Giulia e il Laboratorio di pasticceria – Ph. Twitter @ilariadefilippo

  • la prima. Che le famiglie hanno capito appieno il valore educativo della manifestazione con i loro bambini… e li hanno portati tutti;
  • la seconda. Che i vecchietti sono stati i consulenti in fatto di alimentazione ed energia: sguisciano via da ogni coda, “ciulano” il posto, spingono e non ti fanno provare niente. Tutti esclusi uno: il Nonno di Heidi, ovviamente.

Sapete che abbiamo fatto, allora?

Anche noi, nell’atelier di cioccolateria, abbiamo sbucciato e pestato in un mortaio le nostre fave cacao, abbiamo scaldato il composto in un pentolino unendolo a latte in polvere e burro di cacao per poi lasciarlo raffreddare in frigorifero per 10 minuti e crearela nostra tavoletta. Il risultato? Molto meglio quello della vera tradizione svizzera.

Insomma: a ognuno il suo. Al Padiglione Svizzero la capacità di averci raccontato il proprio Paese da una nuova prospettiva, sui tetti dell’Europa e di Expo; a noi di avervela raccontata via Instagram, Facebook ed oggi con questa breve overview. Eh sì, perché… non c’è molto tempo. Tanto Expo c’è ancora da raccontare. E non vorremo mica tardare, vero svizzeri?

Instagrammers ospiti Padiglione Svizzero - Ph.  Twitter @PadiglioneCH

Instagrammers ospiti Padiglione Svizzero – Ph. Twitter @PadiglioneCH

www.padiglionesvizzero.ch
www.expo2015.org/it/partecipanti/paesi/svizzera

Ph. Cover: “Giulia” – credits by Ilaria Regalbuto 

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.