Milano da scoprire: metti un aperitivo nel giardino segreto dell’hotel Manin…

Wagner, Indro Montanelli, Tiziano Terzani, Mimmo Rotella, attori del cinema di oggi cos’hanno in comune? A Milano scelgono l’hotel della famiglia Colombo, sin dal 1904: l’Hotel Manin.

Sette piani; 124 camere di cui 6 Junior Suite e 2 Suite; nuovi colori, uno che distingue ogni piano; una ristrutturazione da art boutique classe 2010-2015 ed una storia che risale alla metà del XIX secolo, quando l’hotel Manin era una grande casa “in affitto per uso albergo” in una Milano in piena rivoluzione industriale e con una classe media in via di espansione.

La storia dell’Hotel Manin è parte della storia di Milano e tanti sono i suoi primati – quelli che lo fanno entrare a pieno titolo nella lista dei luoghi da scoprire nella nostra città.

La storia di ieri, raccontata dal patrimonio di foto d’epoca appese alle pareti della rinnovata hall.
La storia contemporanea.

Raccontano con orgoglio in casa Manin che il grande fondatore de Il Giornale, Indro Montanelli, che visse il Manin come la sua seconda casa, stava esattamente uscendo dall’Hotel quando venne raggiunto da alcuni colpi di pistola sparati dai brigatisti Lauro Azzolini, Franco Bonisoli e Calogero Diana (era il 2 giugno 1977). I primi soccorsi gli vennero dati dallo staff del Manin, che per qualche tempo conservò come un feticcio gli asciugamani usati per raccogliere il sangue dell’illustre pensatore.
Da questo episodio, l’adiacente ingresso al Parco di Porta Venezia porta oggi il nome di Giardini Indro Montanelli.

A proposito di arte e cultura. Moltissimi sono stati i musicisti, autori, pensatori, artisti che hanno scelto il Manin, nel corso del tempo. Ne amavano la atmosfera sospesa nel tempo, immersa nel verde, con il silenzio delle stanze pur immerse nel cuore della città (oggi le fermate più vicine sono Turati e Palestro). Una ricchezza di cui l’hotel quattro stelle (“la quinta manca solo perché abbiamo deciso di preservare il numero delle stanze a discapito della spa” ci spiegano) può andare ancora ben più che fiero.

Hotel Manin: decollage con Marylin, un classico di Mimmo Rotella

Hotel Manin: decollage con Marylin, un classico di Mimmo Rotella

Oggi, per via anche (ma non solo di Expo), il Manin è meta di soggiorno di businessmen e donne di affari che ne godonola posizione centrale e le ampie 4 sale meeting – al pianterreno, modulari grazie ad ampie pareti mobili – affacciate sul verde di una grande vite americana e con i decollage di Mimmo Rotella – almeno una per ogni stanza, se non di più – appese alle pareti.

Sono per lo più americani, russi, europei alto spendenti che approfittano della vicinanza con via Montenapoleone e il Quadrilatero del lusso milanese.

Ma questo è un luogo che i milanesi non conoscono per davvero. E vi diciamo che cosa non dovreste perdervi.

Il Giardino, o Garden.

Per eventi privati, brunch, scatti di moda, aperitivi (lo avevamo inserito nella nostra lista d’agosto).
L’American Bar (“All’antica Cavalchina“) è da godere durante l’estate quando il ristorante si trasferisce all’esterno (ma è sempre visibile dall’ampia vetrata interna), ovvero il Manin Restaurant: sorto su quella che un tempo era un’antica locanda del ‘700, propome piatti tradizionali della cucina milanese rivisti in chiave moderna e basati sulla stagionalità.
Ma torniamo al giardino.

Al centro, uno storico platano getta l’ombra e le sue fronte arrivano a lambire fino i piani più alti, dando un’immagine di verde pressochè da ogni angolazione della struttura (sul fronte opposto, infatti, c’è il Parco con il Museo di Storia Naturale).
Il plus è raccontato dalle orme, capitelli, colonne spezzate: sono le vestigia di un cimitero romano riportato alla luce nel 1943, quando il Manin venne disrutto dai bombardamenti su Milano (era il 13 agosto di quell’anno).
Oggi, è un romantico e riservato giardino all’italiana in stile anni ’30.

La storia di Milano

Foto d’archivio ricordano la sua posizione privilegiata come grande osteria in quella che un tempo era contrada della Cavalchina, oggi via Manin.
Perché la dicitura Cavalchina 1418?Il 29 gennaio 1865 venne affittata ad uso albergo la casa al n. 1418 della via Cavalchina (ora via Manin, 7). L’affitto durava nove anni sino al 1874. In tale data i conduttori dell’albergo prendevano in affitto anche il n. 1419 che era rimasto fino ad allora ad uso abitazione privata. Si fece così dell’antica trattoria del Bettolino e delle due case un unico albergo con la facciata principale al n. 1418 della via Cavalchina”. Lo riporta il diario di nonna Carlotta Poletti Colombo, capostipite e ancora oggi fonte principale per ricostruire la storia della famiglia Colombo (oggi, alla terza generazione alla guida del Manin) e del’hotel tutto.

Qui, tutto fin da allora era al servizio del comfort elegante, ma mantenendo sempre un basso profilo.
C’era la carrozza “customizzata” che fungeva da taxi.
Le camere parevano quelle di una casa alto borghese.

 

Il verde tutto intorno; la città nelle sue mani e sopra ai tetti

E’ il valore aggiunto della struttura. Da una parte il parco, dall’altro il Garden: non c’è un angolo del Manin che non sia affacciato sul verde, pur rimanendo nel grande centro di Milano.
Insomma, dalla Panoramic Suite sembra di essere in Hyde Park o Central Park: chi lo direbbe che ci troviamo a due passi dal Poldi Pezzoli e la Madonnina?!

E’ una storia di famiglia. E’ tutta milanese

Nel 1904 la famiglia Colombo ne assunse la gestione dando vita ad un’unione Colombo-Manin che dura ancora ai nostri giorni, passando per ben quattro generazioni.
Tutto questo da un importante valore aggiunto: è uno degli ultimi alberghi milanesi di categoria superiore a conduzione familiare.
Nell’ agoHotel Maninsto del 1943 fu completamente distrutto durante i bombardamenti notturni su Milano.
Risorgerà nel 1948 più grande, più bello e più moderno.

E’ un hotel boutique

Ogni piano – dal 4° al 7° – è stato recentemente riammodernato. Oggi, qui si trovano Camere Classic, Camere Classic vista parco, Camere Family, Camere Superior , Camere Panoramic (inaugurate a Settembre 2012, vantano un terrazzo con veranda climatizzata da più 10 mq dal quale è possibile farsi servire la colazione o un drink con vista sul Duomo), Junior Suite (con doppia esposizione sul giardino interno dell’hotel, il Manin Garden), Executive Suite (da tre anni, al 7° piano), Panoramic Suite & Pool (sempre risultato della ristrutturazione del 2012, sono ampie 30 mq con più di 15 mq di veranda climatizzata con terrazzo, con minipiscina per gli ospiti con vista sul Duomo e sul parco più bello della città).

La prima domanda entrando all’Hotel Manin, dunque, non sarà più “C’è il Wi-Fi” bensì… “Scusi, mi racconta una storia?”. Lo faremo molto presto in compagnia di Davide Colombo, erede della tradizione e nuovo direttore di un pezzo di storia di Milano.

Hotel Manin
Via Manin, 7
20121 Milano
Tel +39 026596511
Per ulteriori informazioni e prenotazioni: www.hotelmanin.it

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.