La VFNO 2015?! Milano un enorme Djset senza pubblico con code peggio di Expo Milano 2015. Ecco il racconto

Povera mia bella Milano. Povera Madonnina brillante sulla guglia più alta del Duomo che si è dovuta sorbire il djset a palla dal bistrot dell’Arengario (era veramente Giacomo!?) per la Vogue Fashion’s Night Out. Perché di gente ce n’è stata in questa notte bianca della moda a Milano, ma c’era poca “ciccia”, zero eleganza e ancora meno clienti. Di pubblico?

Sì tanto, quello non manca mai.

Un po’ fiera degli orrori e un po’ baracconata. Ma a quella, ormai ci siamo abituati. Detto tra noi, va anche bene se vogliamo puntare sul concetto di democratizzazione della moda. Viceversa, se consideriamo che la Vogue Fashion’s Night Out nasce come evento di eleganza e stile – Vogue, d’altronde, ne è il portatore sano  – e con un fine benefico, beh, a questo punto tante parole sono stata solo aria fritta.

Avrei dovuto capirlo dallo scemare della qualità della manifestazione negli ultimi anni (sempre peggio, ahinoi – e toccato con mano).
Avrei dovuto immaginarlo data la percepita affluenza, inferiore rispetto alle attese e alle scorse edizioni – e questo lo dico non per aver registrato ad uno ad uno i partecipanti ma per aver riscontrato:

  • zero traffico per entrare e uscire dal centro cittadino a piedi come in macchina
  • dalla fiumana di gente, sì scomposta ma comunque gestibile pur in tarda serata – quando, negli anni addietro, non funzionavano neanche i cellulari
  • assoluta mancanza di persone nei negozi
  • un fiume in piena di inviti e segnalazioni con questo e quel personaggio VIP uscito da chissà quale reality (dove sono finite le Tania Cagnotto, Ilary Blasi, Riccardo Scamarcio degli altri anni!??!)

E soprattutto: dove sono finiti i prodotti?

Un po’ defilata ho avuto il piacere di stringere la mano a Lorella Nobili, fondatrice dell’omonimo Club, e che al mitico Ginrosa di Piazza San Babila ha presentato la sua collezione autunno inverno 2015-2016 fatta di seta, denim italiano, intrecci di stoffa, cashmere, satin, crêpe de chin. Un un vero e proprio taglia e cuci di creatività, semplicità, artigianalità italiana (ma con un occhio alle materie prima della Mongolia).

Pochi pezzi, poco clamore, ma una bella storia. Insomma: meno è meglio.

Peccato non aver potuto dire della stessa cosa di quello che ho visto tra San Babila e Piazza San Carlo.

Che si trattasse di fare quasi un’ora di coda per uno stecco di zucchero filato da Swatch (e poi ci si lamenta di quelle di Expo!). O ballare la colita (sì, quella della mano alla cintura) aspettando di entrare da Sisley e farsi immortalare con… non l’ho capito, o che ci si cimentasse in balli scatenati davanti a Guess – dentro era vuoto alle ore 22, beh…. di vero pubblico a cui presentare prodotti, storie e oggetti di ricordo per una buona causa proprio non ne ho visti.

Non ho visto shopper-ricordo, ma palloncini inneggianti a Victoria’s Secret e Marshmallows e bellimbusti a dorso nudo con cornice di cartone per farsi scattare foto con sgargianti sbarbatelle (ma domani non c’è scuola!?).

Ho visto tacchi altissimi e look strampalati pur di farsi un selfie (ma senza selfie stick – così il braccio imbrigliato in outfit improbabili non si smuoveva di un centimetro).

Ho visto gente bere e cercare free drink e, dopo un’oretta, code belle lunghe dopo le 23 (alla chiusura svizzera dei negozi), da Spontini e Cioccolati Italiani (per fare tappo?).

Note positive nessuna? Perché ne parliamo se non ci piace la VFNO? Perché  a Milano è un evento che c’è e che bisogna raccontare, nel male e nel bene. E perché noi di Milanoincontemporanea troviamo sempre il bello nella sua città.

VFNO 2015 - polizia locale. Una lezione contro la contraffazione

VFNO 2015 – polizia locale. Una lezione contro la contraffazione

E l’abbiamo trovato nello stand della Polizia Locale di Milano. Piccolo ma di impatto, di fronte a Piazza San Carlo, realizzato con la Confcommercio meneghina, ha mostrato prodotti sequestrati perché contraffatti ed ha illustrato le ragioni del No al falso (L’appuntamento si ripeterà nel weekend in Piazza De’Angeli angolo via Raffaello Sanzio). 

Ecco una vera lezione di moda: rigore, rispetto della creatività, senso del marchio e della storia che gli è dentro, per il bene delle aziende.

A questo punto, in conclusione, mi rivolgo a loro.

Facendo mea culpa ed ammettendo di non essermi azzardata, quest’anno, a raggiungere via Montenapoleone e via della Spiga, almeno lì, diteci: il pubblico dello spettacolo di una notte come da Vogue ha sortito gli effetti benefici auspicati? Insomma: tutta questa moda di notte a Milano fino alle 23 ha incassato qualcosa o è stata un fashion shower per i milanesi che non sono fortunati addetti ai lavori? Attendo risposte e… che Dio ce la mandi buona. Oggi comincia la Milano Fashion Week!

 

 

Ed ecco qualche immagine selezionata da Instagram, tra quelle postate con l’hashtag #vfnou2015

 

Photo Cover Instagram: @giorgiafesti15VFNO

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.