Diana Vreeland in 10 Corso Como: a Milano parole e profumi celebrano il mito della moda e del Costume

Entri in 10 Corso Como e una folla è assiepata attorno a due eleganti signori in papillon. Un’anziana signora mi colpisce alle gambe con la sua maxi borsa: è Rosita Missoni. Che porta la testimonianza della sua amicizia con Diana Vreeland, di cui ieri è stato presentato l’ultimo libro-omaggio.

C’erano tutti, erano in tanti, di quelli “che contano” nel sistema moda, intorno alla galleria d’arte e boutique di ricerca che è 10 Corso Como. Hanno tutti in mano libri pesanti che celebrano le gesta della grande giornalista di moda, la prima grande donna che abbia raccontato il costume come nuova forma d’arte.

Diana Vreeland 10 Corso Como

Probabilmente non sarebbe una grande notizia, e non potrebbe passare che per l’ennesima presentazione-omaggio di un libro fashion e di grande richiamo, se il lancio del macro volume non fosse stato accompagnato dai ricordi di chi ha conosciuto Diana Vreeland, che di sè diceva:

Parte del mio successo come giornalista è dovuto alla mia audacia: non ho mai temuto di raccontare un evento, un fatto, un’atmosfera. Mi sono sempre immedesimata nel lettore finale. Era il mio lavoro. Credo di avere sempre avuto una visione chiara di cosa faceva piacere ai lettori: dare loro quello che… non sapevano di volere“.

Diana nonna. Diana amante del colore “che non mancava mai nella casa della mamma. Rosso, arancio, purple, con un grande tappeto rossoz” sono i ricordi del figlio Frederick Vreeland.

Diana, “la nonna”, che amava i grandi bijoux pendenti, le collane di perle intorno ai colli di raffinate camicie bianche, restituisce ai presenti il nipote, Alexander Vreeland, autore del volume “Diana Vreeland: The Modern Woman. The Bazaar Years 1936-1962“, edito Rizzoli. 

304 pagine e 300 illustrazioni che documentano, anno dopo anno, i tre decenni di Bazaar.
In apertura ad ogni sezione, ecco le dodici copertine della rivista seguite da una selezione di illustrazioni che testimoniano la visione innovativa della Vreeland ed i suoi lavori con fotografi del calibro di Richard Avedon, Louise Dahl-Wholfe, Lilian Bassman, Martin Munkacsi, George Hoyningen-Huene; la collaborazione il direttore Carmel Snow ed il direttore Alexey Brodovitch, cambiando per sempre l’immagine della donna americana del XX secolo.

Diana icona senza tempo. Diana irriverente con le sue frasi diventate aforismi. Diana lungimirante. Diana che a poco più di 30 anni apre il mondo della moda e del couture anche al pubblico più lontano, per tempo, spazio, cultura, e getta le basi del mito: Vogue, Haper’s Bazaar. Quelle state le pagine in cui ha scritto la sua bibbia del costume. Diventata bibbia universale.

Era il 1936 quando Carmel Snow, direttore di Harper’s Bazaar, chiedeva a Diana di entrare nella sua rivista. Nasceva così la celebre rubrica “Perchén no..?”.
Tre anni più tardi Diana veniva nominata come la prima (e unica) redattrice di moda del giornale. Di lei, Richard Avedon diceva: “la Vreeland inventa la moda“.

Diana che ci ha fatto da Pr, generosissima, nel nostro primo approdo al Plaza di New York, portando con sè 12 redattrici. A noi, Ottavio e Rosita, due sconosciuti provenienti nemmeno dalla grande Milano ma dalla piccola Gallarate” ricorda entusiasta e sempre sorridente Signora Missoni.

Che per prima si fa autografare il volume mentre signori e signore dello stile si mettono pazientemente in coda ad acquistare il libro e provano le essenze della prima collezione di cinque profumi dedicata alla signora della moda, “Vreeland Parfums“, messa a punto dallo stesso Alexander nel 2014 e a coronamente di una trentennale carriera nella moda (con Giorgio Armani, tra gli altri) e nel beauty.

Diana che amava indossare Chanel N.5 e Opium di Saint Lauren”, conclude Alexander Vreeland.

Un aroma di eleganza e stile newyorchese dei ruggenti ’30s di cui si è riempito, per un attimo, anche 10 Corso Como a Milano. (www.10corsocomo.com)

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Milanoincontemporanea
Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.