Il panettone di Natale: tradizionale o… vegano? Ecco come nel 2015 Vergani rinnova la tradizione del dolce di Milano!

Non è domenica senza pranzo di famiglia e non c’è pranzo senza dolce a fine convitto. A Milano, il dessert tradizionale è, ovviamente, il panettone, che ha una storia che affonda nella corte di Ludovico il Moro; un presente fatto di voglia di destagionalizzazione (per non aspettare Natale 2015 per mangiarlo); un futuro prossimo fatto di evoluzioni vegane.

La leggenda di Milano narra che…

… il Panettone sia nato come “pane del Toni“, fornaio della corte meneghina al quale si rivolse il cavaliere Ughetto degli Atellani innamorato della bella Adalgisa. La volle conquistare fingendosi garzone del fornaio Toni e con lui preparò un pane dolce ricco di uvetta e scorze candite di arancia e cedro. Ma non è che una prima storia.

C’è anche un’altra versione della leggenda legata al nome del giovane Toni, l’ultimo di 5 fratelli, il più astuto, “e talvolta svogliato” ricorda Leonardo Vinci su IlGiornale.it, che prosegue:

Toni si aggirava a caccia di qualche lavoretto per la famiglia, presso il naviglio di Fatebenefratelli; forse stava sfuggendo a qualche creditore. Toni a causa della ressa della gente che abitava la zona e del caos che anticipa le feste Natalizie finisce nella bottega del pane di Brera. Entra che è un giovincello, esce con un lavoro, come sguattero presso la corte del Duca Lodovico e le Reali Cucine. Dovrà lavare e darci di olio di gomito durante la cena della Vigilia. La grande notte di Natale è arrivata e gli occhi di Toni raccontano la visione di una cena regale vista da chi dovrà lavare centinaia di piatti. I […] La cucina è spietata come i reali che la reggono. […] Ognuno aveva la sua fazione e si da il caso che uno di questi sguatteri faziosi diventa l’autore di un sabotaggio: il dolce è compromesso, la pasta bruciata. Il Re sta per morire e uno nuovo sta per nascere”.

Nelle contese di corte Toni si annonia e si mette a lavorare sugli avanzi di un dolce: un po’ di impasto non bruciato, un po’ di zucchero, uova, cedro candito e uvetta. Era nato El Pan De Toni. Senza merito e senza gloria, Toni se va dalla corte del Moro, ma la sua tradizione  arriva ai giorni nostri.

E a quelli della famiglia Vergani, che nel forno di viale Monza perpetua il rito della produzione del cupolone natalizio ogni stagione dell’anno.
Ha persino aperto una boutique alla fine di Corso Buenos Aires, in via Mercadante (Piazza Argentina) perché durante tutto l’anno vengano servite fette di panettone con tè fumanti, o caffè, cioccolate…

Una tradizione che, però, non poteva fare i conti con le mode (e le esigenze del momento): la cucina vegana.

Nasce così, per Natale 2015, il dolce natalizio “veg”.

Vergani VEG ©Enrico Suà Ummarino

La ricetta del Panettone classico…

è la stessa di sempre  – la famiglia Vergani non rinuncia alle 72 ore di paziente lievitazione -. A cambiare sono gli ingredienti:

  • farina bianca,
  • olio di riso,
  • burro di cacao,
  • uva sultanina,
  • scorze d’arancia di Sicilia candite a fresco con zucchero di canna,
  • olio extravergine d’oliva
  • aniglia in bacche della qualità Bourbon del Madagascar.

La selezione degli ingredienti privi di derivati animali è garantita dal marchio VeganOk, la prima certificazione italiana per prodotti vegan“, ci spiegano dal forno.

A contraddistinguerlo dagli altri Panettoni, un incarto con disegno che intreccia foglie stilizzate e vuole sottolineare la genuinità di un prodotto che rispetta l’ambiente. Disponibile nel formato da 750 g da 14,90 euro.

Vergani Boutique

Via Mercadante 17, Milano | Tel. 02-45497606
OrariLunedì 7.00 – 13.00 | Martedì/Sabato 7.00 – 19.30 | Domenica: 8.30 – 19.30
www.panettonevergani.com

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.