A Milano Piazza Castello si rifà il look per il post Expo 2015: come sarà?

Castello Sforzesco bookshop e caffetteria

In poco più di un anno la città di Milano non è solo cambiata, ma ha subito una vera e propria rivoluzione architettonica e di stile, e si è ulteriormente internazionalizzata divenendo il ponte verso l’Europa e il mondo intero. Questo per Expo 2015, l’evento che ha segnato il 2015 meneghino. Ma Milano non si ferma mai, è una città in continua trasformazione e divenire, e la prova è il progetto della Piazza Castello del futuro.

Quella che nacque come ingresso trionfale a Castello Sforzesco e che con l’Esposizione Universale si è trasformata in una temporanea zona pedonale diventerà uno spazio prevalentemente turistico e monumentale, senza installazioni invasive, in grado di diventare spazio espositivo e di aggregazione, grazie alla sua connessione con il palazzo cinquecentesco, il Parco Sempione e, verso le estremità, l’Acquario Civico e la Triennale. Una vera piazza d’arti insomma, il cui progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione sarà di respiro internazionale.

Addio Expo Gate: Palazzo Marino ha dunque deciso di indire un concorso internazionale di progettazione per Piazza Castello – Foro Bonaparte, come spiega in una nota stampa l’assessore all’Urbanistica Alessandro Balducci: “La sistemazione dell’area di Piazza Castello, una volta conclusa l’esperienza di Expo e della prossima Triennale di Architettura, quando saranno smantellati gli Expo Gate può diventare, da essenziale intervento di risistemazione del suolo e della pavimentazione, una grande occasione di rivalorizzazione del cuore della città. Il concorso internazionale di architettura, preceduto dal necessario coinvolgimento della cittadinanza, offre le migliori garanzie per un progetto di qualità”.

Classe 1988, sono nata in un caldo giovedì di agosto in Brera, uno dei quartieri più belli della mia città. Dalla passione (divenuta laurea) per le lingue straniere all'attività di blogger e giornalista freelance, il passo per me è stato molto breve. Oggi mi occupo di comunicazione, ma scrivere di Milano è scrivere delle proprie origini.
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