Cacio e pepe, cibo di strada a Milano? Li porta Ape Cesare, il food truck che piace pure a Cracco e a Lapo

Ape Cesare! si sente risuonare per le strade di Milano. Non è un urlo di guerra, ma l’esclamazione che ti scappa quando addenti il panino con la porchetta ‘nature’, senza intingoli o altro.

A prima vista sembra un truck qualunque, ma dietro ad Ape Cesare si nascondono una storia di passione per il cibo, il coraggio di due giovani ventenni che dai quartieri di Roma hanno rischiato la sorte alla corte di Carlo Cracco – e hanno conquistato l’imperatore della cucina insieme alla sua Segheria -, il fascino dei gusti di una volta. Mescolati alla voglia di diventare grandi a Milano.

Li ho incontrati nella seducente via Canaletto 11, verde e un po’ nascosta strada alberata di zona Città Studi.

Parcheggiata davanti alla libreria-enoteca-fumetteria Nuvole in Cantina c’è un truck con tanto di corona d’alloro intorno al vano del guidatore.
Dalla ‘pancia’ del truck, Carlo Scardino e Alessandro Favola sfornano e friggo gli ‘introvabili’ per Milano.

Sono supplì in arrivo ogni giorno dalla Capitale (al pomodoro e mozzarella, amatriciana e cacio e pepe); panini farciti con porchetta, mortazza viterbese, coppa romana o lonza di suino; chips insaporite con il tipico cacio e pepe; il tutto insieme a rivisitazioni, battute, in pieno stile romano.

Mood ridanciano, grande amicizia, il carlino – non Cracco, ma quello di Alessandro a fare la guardia aspettando che un pezzo di prosciutto sfili via da un panino -.

Ma io sono stata più veloce, ed ecco 5 cose che ho scoperto addentando supplì, panini e… 

#1. Il primo e unico food truck togato

Impossibile non notare il look di questa apetta romana: coroncina in capo, o meglio, stampata con tecnologia 3D; toga bianca sul corpo; fascia greca romana color rosso e oro. Si rifà all’Imperatore Cesare, sia nel design del mezzo che nel nome.

#2. Qui c’è lo zampino di Lapo Elkhan

Carlo e Alessandro sono fan del rampollo di casa FIAT. Dopo alcuni incontri hanno deciso di affidare il decoro della loro apetta dal Centro Stile di Lapo Elkann dedicato all’automotive.

#3. Perché un Ape con di mezzo Cesare?

Carlo Scardino e Alessandro Favola, 31 e 25 anni, sono romani veraci. Sono arrivati a Milano solo la scorsa primavera, per lavorare nella Segheria di Carlo Cracco, ma già aveva un’idea: proporre ogni giorno i sapori di casa. Nella Capitale erano cosa facile, ognuno li conosceva e li avrebbe avuti a portata di mano, ma  Milano no.

#4. Con l’imprimatur di Carlo Cracco

Carlo e Alessandro hanno ideato il progetto dopo aver maturato una serie di esperienze nel mondo della ristorazione.
Sono sette anni che Carlo lavora in alcuni ristoranti tra cui lo stellato Acquolina come direttore di sala.
Alessandro è invece sommelier e ha alle spalle esperienze come socio lavoratore in un ristorante a Ponte Milvio a Roma. Inoltre, ha gestito una catena di locali italiani a Bali in Indonesia.

#5. Ape Cesare per grandi e piccini

Sempre pronto a scendere sull’arena dei grandi festival, Ape Cesare ha reso più appeitoso anche il padiglione pediatrico presso il Policlinico San Matteo di Pavia.

 

MENU

Panini:
con porchetta IGP 5 euro
con mortadella viterbese 4 euro
con coppa romana 5 euro
con lonza di suino 4 euro

Supplì:
classico 2 euro
amatriciana 2 euro
cacio e pepe 2 euro

Chips:

semplici 3 euro
con cacio e pepe 3.50 euro

da bere
Birra del Borgo – ambrata o chiara 4 euro (in arrivo anche birre 100% de Roma )
Acqua naturale e gassata 1 euro.

APE CESARE

www.apecesare.it | info@apecesare.it | C 3924004592 | geolocalizzabile con la app Street Eat o sulla pagina Facebook.

Foto cover: Ape Cesare ph Roberto Finizio

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.