+7 personaggi della storia che troverete incredibilmente nelle vie di Milano

Milano è la città delle opportunità, da sempre. Lo sapevano bene anche questi sette personaggi, alcuni dei quali potreste incontrare a spasso per la città.

Non c’è angolo di Milano che non riservi una insegna, un cartellone, che menzioni “qui ha abitato”, “di qui è passato”….

Senza limitarci a Giuseppe Garibaldi, che pare che abbia soggiornato in tut-ti i borghi italiani, e per non citare i celeberrimi Alessandro Manzoni, la cui casa natale è in via Visconti di Modrone 16 , e l’ancor più noto Leonardo da Vinci, la cui Vigna in Corso Magenta è diventata il luogo dell’estate 2016, e che quindi non citeremo in questo articolo, ci sono tanti altri nomi molto noti, grandi uomo e donne di età, epoche e vite diverse, che hanno fatto la storia anche perché sono passati da Milano.

Ve lo elenchiamo in questa piccola selezione con i più famosi – e forse incredibili – che potreste incontrare, e dove.

+7 personaggi della storia che troverete incredibilmente nelle vie di Milano

#1. Maria Callas al Ristorante Savini, Galleria Vittorio Emanuele


La divina. Colei che, negli anni ’50-60′, ha reso l’Ottagono e il breve tragitto dal Ristorante Savini a La Scala una delle vie dorate della cultura e del bien vivre con il gotha della moda, della finanza, della letteratura a starle tutto intorno.

Amava cenare in un tavolino al secondo piano dell’illustre ristorante milanese, affacciato in galleria. E ancora oggi quella seduta le è riservata.

#2. Luchino Visconti, Grand Hotel et de Milan

 

Nell’hotel di via Manzoni, 29 è ancora conservata la sua suite (foto).
Perché qui, il grande regista e autore era di casa.

Qui avvenivano gli incontri di lavoro, si riuniva per andare ad una prima della Scala, e poi tutti in fila lungo via Manzoni ci si avviava a Teatro.

Fu inoltre proprio al Grand Hotel et de Milan che Visconti convocò il giovane Danilo Donati, colui che doveva poi diventare uno dei più famosi sarti dello spettacolo, quando ancora muoveva i primi passi nel settore tessile, lavorando come fattorino in un negozio di tessuti in via Montenapoleone. Avendone intuito il talento, Visconti lo convocò in hotel per proporgli di trasferirsi a Roma per lavorare in una grande sartoria teatrale, dando così inizio ad legame professionale e di amicizia che sarebbero poi durati tutta la vita (fonte: www.grandhoteletdemilan.it)

#3. Giuseppe Verdi, Grand Hotel et de Milan

E’ forse il più noto tra gli ospiti del lussuoso indirizzo di hotellerie.

Qui, nella camera che è rimasta intatta come allora, il compositore e direttore d’orchestra spirava il 27 gennaio 1901.
Si dice che, per editto regio, l’indomani dalla sua dipartita le vie di Milano vennero lastricate di paglia per silenziare il rumore dei carri e degli zoccoli dei cavalli sul selciato meneghino, in segno di rispetto e cordoglio.

ALTRI OSPITI ILLUSTRI:

  • Enrico Caruso – che amava la suite attualmente n. 306;
  • Tamara de Lempicka – l’Hotel era la sua casa milanese, dove veniva ospitata da Gabriele D’Annunzio;
  • Vittorio De Sica – Il primo soggiorno di Vittorio De Sica al Grand Hotel et de Milan, secondo il racconto della moglie Maria Mercader, fu durante le riprese di Miracolo a Milano nel 1950, quando si trasferirono nell’albergo per un lungo periodo. L’hotel rimase la loro dimora a Milano fino al 1974 quando, nel suo ultimo film Il viaggio, De Sica girò la scena in cui il protagonista, Cesare, interpretato da Richard Burton, incontra Giacomo Puccini proprio nella hall dell’albergo. Maria racconta che anche dopo la scomparsa di suo marito Vittorio, lei e i suoi figli Cristian e Manuel continuarono sempre a tornare al Grand Hotel et de Milan “come si torna a una accogliente seconda casa”;
  • Giorgio De Chirico – La scelta del Maestro era anche dovuta alla vicinanza dell’Hotel alla galleria d’arte dell’amico Jolas, importante collezionista ed esperto d’arte internazionale. La galleria era infatti proprio in via Manzoni, a pochi passi dall’hotel, che diventava così una sorta di dépendance. De Chirico ritornò spesso al Grand Hotel et de Milan e il suo ultimo soggiorno risale a pochi anni prima della sua morte, in occasione della Triennale d’Arte di Milano del 1973, per la quale realizzò la celebre fontana dei Bagni misteriosi;
  • Giorgio Strehler .

#4. Ho Chi Min, fra Viale Pasubio e Via Maroncelli

Anche il politico vietnamita, presidente del Vietnam del Nord, è passato per Milano. Scrive la targa a lui dedicata: “Questa casa fu frequentata dal presidente Ho Chi Min durante le sue missioni internazionali negli anni ’30, in difesa delle libertà dei popoli. Nel centenario della nascita 1880 -1990.”

#5. Ernest Hemingwayvia Armorari 4 angolo via Cesare Cantù


E’ forse uno degli incontri più romantici e suggestivi.

Correva l’estate 1919, quasi un secolo fa.

Un giovane barelliere volontario, di nome Ernest, era ricoverato in questo palazzo allora trasformato in ospedale dalla Croce Rossa statunitense.
La prognosi era chiara: fermo di tre mesi per via di quella ferita alla gamba subita a Fossalta, in una delle battaglie contro gli austriaci, sul Piave, che resero eroici i “ragazzi del ‘99”.
Fu in quella estate milanese che il giovane, futuro premio Nobel per la letteratura,
si innamorò di Agnes von Kurowsky, un’ infermiera americana d’origine tedesca.

Lei alla fine non mantenne la promessa di sposarlo – pochi mesi dopo Agnes venne inviata a Firenze -, ma dal loro amore nacque, dieci anni dopo, uno dei capolavori di Hemingway: Addio alle armi.

#6. Umberto Boccioni, Piazza Trento

Nello Studio per La città che sale, 1910, oggi conservato alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, Umberto Boccioni raffigura, con estro futuristia, un cantiere alla periferia di Milano.
E’ il tempo della costruzione di vasche per l’acqua di raffreddamento di una centrale termoelettrica: è quella di Piazza Trento, vicino alla casa di Boccioni, che allora si trovata in Via Adige 23.

Spesso, da quella finestra, Boccioni ritrarrà la città che sale, lasciando una plaques d’artista ben più speciale di qualsiasi insegna di ottone appesa a un muro.

#7. Indro Montanelli: dall’Hotel Manin ai Giardini di via Palestro

E non potevamo che chiudere con un grande protagonista del ‘900.

Raccontano con orgoglio in casa Manin che il grande fondatore de Il GiornaleIndro Montanelli,che visse il Manin come la sua seconda casa, stava esattamente uscendo dall’Hotel quando venne raggiunto da alcuni colpi di pistola sparati dai brigatisti Lauro Azzolini, Franco Bonisoli eCalogero Diana (era il 2 giugno 1977). I primi soccorsi gli vennero dati dallo staff del Manin, che per qualche tempo conservò come un feticcio gli asciugamani usati per raccogliere il sangue dell’illustre pensatore.
Da questo episodio, l’adiacente ingresso al Parco di Porta Venezia porta oggi il nome di Giardini Indro Montanelli.

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.