Pillole di JazzMi: Shabaka & The Ancestors @ Teatro Dell’Arte (Triennale)

Pillole di JazzMi: uno dei compositori e sassofonisti più gettonati di questi ultimi anni in Triennale. Un’elegante fusione di elementi spiritual e tribali.

Shabaka & The Ancestors @ Teatro Dell’Arte (Triennale)
Giorno 4 di 11 del JAZZMI
Shabaka Hutchings è uno dei compositori e sassofonisti più gettonati di questi ultimi anni, ha all’attivo una quantità imbarazzante di progetti e partecipazioni, e non so quante volte riesca a vedere casa sua (teoricamente Londra) perché è sempre in giro e – anzi – sospetto che abbia almeno un clone per riuscire a fare tutto.

La formazione “Shabaka and The Ancestors” in scena questa sera al Teatro dell’Arte della Triennale è uno di questi progetti, sicuramente uno dei più interessanti: il loro primo e per ora unico album, ”Wisdom Of Elders”, è stato una delle uscite più belle e originali di tutto il 2016. Non ho contato le volte che lo ho ascoltato.

Un’elegante fusione di elementi spiritual e tribali, grazie all’apporto dei musicisti sudafricani; composizioni articolate; assoli fluidi e sinuosi, con un’impronta stilistica lontana dalle angolarità di certo jazz d’avanguardia, eppure non mancante di quella irruenza che caratterizza alcuni capolavori del jazz da “Ascension” di John Coltrane in avanti.

Sennonché la versione live fa impallidire quella registrata, per grinta e dinamismo dell’esecuzione. E posso affermarlo nonostante la carica di aspettative con cui sono arrivato a questo concerto mi esponesse ad un elevato rischio di delusioni.

Rischio complicato dal fatto che ero accompagnato da una persona – che per convenzione chiameremo Marta – non particolarmente addentro alla scena musicale jazz, a cui avevo promesso che non si sarebbe annoiata.

Ecco, invece di riportarvi le impressioni del sottoscritto – che potrebbero sembrare lievemente di parte – le lascio al giudizio sereno e incondizionato da pregiudizi di Marta:
Bello bello bello! Non avrei mai pensato che un concerto jazz potesse darmi così tanta adrenalina. Non mi sono annoiata un solo istante, e per me che nonsono appassionata è davvero un gran risultato.
Sono uscita dicendo: quando andiamo al prossimo? Questo JAZZMI comincia a piacermi”.

Detto questo, detto tutto. O quasi: aggiungo solo che è molto bello anche il contesto del Teatro dell’Arte, una sala molto particolare, scelta come epicentro del JAZZMI, in uno dei luoghi simbolo della cultura a Milano.

Paolo Venturini

Che vita sarebbe senza musica e... Milano. Da Milano mi ero allontanato alcuni anni, pentendomene perché mi mancava da morire, e adesso che sono tornato voglio recuperare il tempo perduto. La musica, almeno quella, me la sono portata sempre dietro. Fra le due c'è però una connessione profonda, creata dai luoghi e dalle persone, che amplifica il piacere di entrambe.
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