Il Ponte di San Marco: la storia della location di Aqua al Fuorisalone

Il Ponte di San Marco di Milano: svelata la sua lunga storia. Prima del Fuorisalone, da qui sono passate le chiatte per la costruzione del Duomo e pure Leonardo da Vinci.

Il Ponte di San Marco di Milano con l’installazione Aqua di Balich è stato una delle rivelazioni di questa ultima Milano Design Week.
Ore di coda e file che hanno trasformato questo ultimo Fuorisalone in un ricordo di Expo 2015 hanno riportato sotto i riflettori un luogo non molto noto ma decisamente interessante della nostra città.

Noi ci eravamo stati qualche annetto fa, in occasione di una mostra site specific di street art (con Whitelight, ricordate?), eppure è grazie ad Aqua che la storia del Ponte di San Marco di Milano è tornata a respirare “l’aria delle origini”.

In occasione del recente Fuorisalone, Aqua. La visione di Leonardo è stata un’esperienza immersiva site specific ideata da Marco Balich e sviluppata insieme a Balich Worldwide Shows all’interno della Conca dell’Incoronata, Via S. Marco, le cui porte lignee sono state progettate da Leonardo da Vinci che anche qui ha applicato i suoi prolungati studi all’elemento naturale dell’acqua.

Foto Andrea Mariani https://www.salonemilano.it/eventi/aqua-la-visione-di-leonardo

Sopra: un canale con un grande schermo a LED, finestra sulla Milano del futuro dove Balich e la sua squadra hanno previsto anche un servizio di boat sharing.

Sotto: una porta sensoriale dava l’ingresso a una wunderkammer dove i visitatori potevano immergersi nella forma dell’acqua attraverso un’esperienza totale di immagini e suoni.

Un’experience tecnologica che i nostri avi di almeno cinquecento anni fa vivevano in presa diretta.

Il Ponte di San Marco di Milano è, di fatto, il Ponte delle Gabelle.
Ad “appartenere” a San Marco era il “Tombone”, di cui oggi rimane l’eco in uno storico locale al civico 20 dell’omonima via.

Ph. Varchi nascosti – MilanoTrentaMilanoTrenta

Perché “Ponte delle Gabelle”?

Qui arrivavano le barche dopo aver superato Cassina de’ Pomm (ve l’abbiamo raccontata qui), che sulla Martesana navigavano in direzione Milano.
Arrivati proprio in questo luogo, i barcaioli erano costretti a pagare il passaggio – la “gabella” -, una tassa il cui valore era assoggettato ai passeggeri e alle merci trasportate e la cui raccolta concorreva sia alla vendita dell’acqua per l’irrigazione dei campi che a risarcire il costo di costruzione e manutenzione del Naviglio.

Perché “Tombone di San Marco”?

Superato il Ponte delle Gabelle le chiatte dovevano passare sotto l’attuale Porta Nuova, da un percorso così buio che un “Tombone”, nell’attuale via San Marco.

Mancavano allora solo due conche per immettersi nel canale navigabile che correva tutto intorno al Centro Storico, l’attuale “Area C”.

Certo: se avessero preso il boat sharing di Aqua dal Ponte di San Marco forse non avrebbero avuto bisogno di pagare l’antesignano dell’Ecopass…

 

Foto copertina: render di uno dei progetti di apertura dei Navigli da Progettonavigli.comune.milano

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.