Un angolo di Bali a 20 minuti da Milano: ottime novità al MU Fish di Nova Milanese

Gusto, estro, creatività, un pizzico di follia, tanto azzardo, ma soprattutto tecnica.
L’accoppiata chef Jiang (otto anni capo chef del noto Finger’s made in Milan) – Liwei Zhou (trent’anni tre figli e da due anni proprietario del Mu Fish di Nova Milanese) si conferma vincente.
O per lo meno: ripaga del “viaggio” per raggiungere il locale, considerata la posizione non esattamente centrale per noi Milano-addicted che non siamo altro.

A dire il vero, di MU Fish ne esiste uno più a portata di mano, un fast-China-food in zona Stazione Centrale, ma è nella zona industriale alle porte di Nova Milanese che il proprietario Liwei ha voluto giocare la sua partita vincente.

Liwei , in Italia è arrivato a dodici anni, una ventina d’anni fa.
Dalla sua famiglia ha appreso il mestiere dell’edicolante e proprio da un’edicola, quella di Piazza Duomo, è partita la sua conoscenza del mondo italiano, dalla lingua al mercato.
Tra una rivista e una lezione di lingua, Liwei è partito con il suo sogno imprenditoriale e oggi è l’orgoglioso “boss” di una crew internazionale, che dà sostegno a numerose famiglie, soprattutto italiane e della Brianza.

Perché al MU Fish non è obbligatorio prenotare (tranne che il weekend), ma è consigliato farlo considerata l’alta affluenza di clienti che vedo accomodarsi ai tavoli di legno.
Sono soprattutto clienti fidelizzati“, mi spiega Liwei, “in Brianza non funziona il ‘passaparola’ con il vicino di casa; piuttosto il consiglio dall’amico che ha parlato bene di questo posto. Non saremo ben visibili o vicini al centro, ma possiamo dire che siamo apprezzati e in tanti tornano a trovarci sempre più spesso, da Milano, da Como…“.

Il motivo? Uno chef estroso, solido, che conosce la materia prima ma è costantemente portato ad innovare e migliorare (vedi la zuppa di pesce in teiera e l’agnello cotto a basso temperatura con funghi, gamberi e calamari, i fuori menù che ha riservato alla mia serata degustazione).

Alla ricerca della qualità e alla scelta degli ingredienti si mescola anche un’organizzazione capillare, pensata per servire con cura, rapidamente ma sempre con garbo.

Di certo al MU Fish non si va perché alla ricerca di piatti stellari, né per elaborati e a volte incomprensibili accostamenti culinari.
Al MU Fish si va perché i piatti in menu sono buoni e si rinnovano:

In questa gallery: Crema di pistacchio e alghe con tofu; Gunkam e Uramaki firmati MU fish; Insalata di riso con tonno, ikura, caviale di muggine, funghi shiitake; Zuppa di ravioli, cetrioli e polpette di gamberi; Mochi freschi al mango; Misto sushi sashimi.

Al MU Fish si va perché ci si sente a casa, in una autentica casa Hong Kong-balinese, uno spirito orientale internazionale di classe ma informale dove la cultura cinese meridionale si mescola a quella di Hong Kong, fa un tuffo nel gusto occidentale ed elabora un proprio modo di intendere l’accoglienza.

Rispetto a un anno e mezzo fa, quando fui invitata per la prima volta (e ne scrissi in questo articolo, come uno dei validi motivi per superare il casello e spingersi per un pomeriggio-sera fuori da Milano), il MU ha rinnovato il locale, ha aperto un dehors estivo tutto legno e verzura, ha ricevuto il premio Gambero Rosso 2019 come miglior qualità prezzo tra i ristoranti fuori Milano, è stato inserito anche nel taccuino dei ristoranti d’Italia, nel Gatti Massobrio 2018, nella categoria “cucina radiosa”.

Così come radioso è il sorriso dello staff, sempre accogliente e attento.

Arrivederci alla “terza” prossima volta!

MU Fish | Via Galileo Galilei 5, Nova Milanese (Monza Brianza)
aperto tutti i giorni (12-15 e 19.30-00)| chiuso il lunedì
tranne lunedì | www.mufish.it
T 3348041109 | mufish@libero.it | www.mufish.it

ph. @Mauro Montana

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
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Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.