Barbajada, storia di una bevanda dal gusto di Milano

Un sacco di domande su questa bevanda tipica milanese.

Barbajada o Barbaiada? Si legge alla brasileria con la ‘g’ strascitata oppure in italiano streeto?

Va consumata fresca? Va consumata calda?

Bevanda estiva o bevanda invernale?

Ci vuole il rum? Oppure no?

Un sacco di domande su questa bevanda tipica milanese.

Ma a Milano si beve ancora?. Ah, a questo sappiamo rispondere: certo che sì e vi diciamo anche dove trovarla!

Quella della Barbajada è la storia di una bevanda milanese che non molti ricordano.
E’ anche di un modo di trascorrere il tempo conversando.
Ma è pure una tradizione in disuso e che ora ‘qualcuno’ – e vi diremo chi -sta rinverdendo, portando la cultura di una Milano che non c’è più all’attenzione dei molti.

Barbajada: da dove arriva?

Questo golosissimo mangiabevi era di gran voga nella capitale lombarda nella prima metà dell’800 e così rimase fino agli ’30 del Novecento.

Anziché darsi un appuntamento per un caffè o un aperitivo, le gran dame e i signori golosi si incontravano nelle caffetterie per accompagnare la degustazione di dolci e torte.

A lanciare la golosa intuizione fu un impresario teatrale locale meneghino di nome Domenico Barbaja.

“Nato” garzone di alcuni importanti caffè milanesi, di soppiatto si accorse di cosa piaceva veramente agli avventori del bar.

Capito, a pochi metri dal Teatro La Scala aprì il Caffè dei Virtuosi che in breve divenne uno dei locali più famosi mentre, da cameriere di caffè, “il Barbaja” si tramutò in uno degli uomini più potenti dell’Europa ottocentesca alla guida di numerose imprese, dalla stessa La Scala, al San Carlo, al Teatro di Cannobiana (ora Teatro Lirico).

Al Caffè dei Virtuosi ci si incontrava per discutere di affari generali, società, cultura e politica degustando una bibita nuovissima, golosa se accompagnata a torte e delizie appena sfornate.

Barbajada, “Il rito delle cinque”

Per il milanese era comune fino agli anni trenta del secolo scorso, poi, pian piano è andato a scomparire perché il procedimento con il quale viene realizzata la Barbajada è impegnativo e lungo. Negli anni cinquanta del secolo scorso sono pochi bar, selezionanti e amanti delle tradizioni a proporla fino a scomparire quasi del tutto negli anni settanta (fonte- PausaMi*).

Un po’ caffé e molto cioccolatosa, la barbajada, allora – come ancora oggi – trova la morte sua con un po’ di panna montata, rum oppure fragoline succose o ancora la granella di nocciole.

Barbajada: come si prepara?

Per riproporre questo peccato di gola a casa – corroborante ideale anche contro questi primi picchi di caldo – dovete:

Ingredienti per 2 persone:
100 ml di caffè già pronto, 100 g di massa di cacao o cacao amaro in polvere, 80 g di zucchero; panna per decorare.

Preparazione:
Preparate il caffè
In un pentolino aggiungete una massa di cacao e zucchero
Versate il caffè nel pentolino mentre è ancora caldo
Mescolate per bene e ponete sul fuoco

Mescolate di continuo fino a far schiumare e fin quando il composto non sarà completamente amalgamato dopodiché servite subito per la versione calda oppure lasciate raffreddare per una versione fresca.

Fonte: giallozafferano

Barbajada: chi la prepara? Dove degustarla

Nell’aprile 2008 la Barbajada ha ricevuto la De.Co., il riconoscimento dato dal Comune di Milano ai prodotti gastronomici legati alla tradizione della città, alla sua identità e al potere di comunicarla in tutto il mondo.

Ad effigiarsi di questa patente sono in pochissimi, anzi, per ora noi abbiamo trovato solo un esercizio commerciale, PausaMI (*Via Eugenio Villoresi, 11 – www.pausami.it) , dove con passione le proprietarie, Loredana e Grazia, ripropongono la barbajada e altre leccornie accanto ad un ricco programma di laboratori, workshop, incontri, votati alla riscoperta delle buone tradizioni meneghine e alle pause pomeriggio milanesi e corroboranti. Barbajada garantita per tutti!

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Milanoincontemporanea
Riguardo a Paola Perfetti

Sono nata al Fatebenefratelli, zona Brera, una delle zone più bohemienne di Milano, che non poteva che portarmi alla laurea in Storia dell'Arte. Nel 2009 ho fondato Milanoincontemporanea per non metterla da parte.