Cortili di Milano: una mappa ci guida verso i più belli. Dopo l’assaggio goduto durante le aperture del Fuorisalone, ecco l’indirizzario valido tutto l’anno.
Cortili di Milano: una mappa ci guida verso i più belli.
E’ quella proposta dal portale del Comune di Milano che, forse non tutti sanno, contiene un’efficace mappa tematica che porta tutti alla scoperta dei luoghi e dei personaggi più interessanti della nostra città.
Si tratta di un altro modo per conoscere e vedere Milano con occhi affascinati, come se fosse sempre la prima volta.
Basta aver il coraggio di spingere un portone di legno pesante o affacciarsi al di là di un cancello in ferro battuto, ed ecco svelatigiardini segreti, chiostri e cortili preziosi, angoli sopravvissuti di conventi e antichi monasteri, fiabesche distese di verde di lussuose dimore patrizie, corti di modeste case di ringhiera che se potessero parlare spiffererebbero tutte le chiacchiere delle ‘sciure’ al ballatoio.
E dunque: quali sono i più bei cortili di Milano da vedere tutto l’anno?
Ce ne sono moltissimi, in centro come appena fuori dai circuiti turistici più noti.
Ecco i nostri preferiti e che crediamo che non dovreste proprio perdere!
#1. Palazzo Clerici – Via Clerici 5
Edificio seicentesco appartenuto alla famiglia Visconti di Somma, un’antica casata milanese, e fu acquistato nella seconda metà del Seicento dalla famiglia Clerici, facoltosi commercianti in seta originari di Cavenago, vicino a Como, interessati a trasferirsi in città per ottenere maggiore visibilità e intensificare i propri affari. Il palazzo sorge nel cuore della vecchia Milano, in quella che nel Seicento era detta “Contrada del prestino dei Bossi”.
#2. Palazzo Anguissola Traversi – Via Alessandro Manzoni 10
Dal 2011, Palazzo Anguissola Antona Traversi e Palazzo Brentani sono la sede delle Gallerie d’Italia – Piazza Scala. Qui sono custoditi capolavori provenienti dalle collezioni di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo.
Il chiostro è, ora, completamente chiuso da una vetrata che ne esalta la forma e mette in evidenza il colonnato. Questa vetrata organizza lo spazio in due ambienti comunicanti che traggono luce l’uno dall’altro e, come due cicli espositivi paralleli possono ospitare sculture importanti, come il grande Disco in forma di rosa del deserto di Arnaldo Pomodoro, che già da molti anni campeggia al centro del chiostro.
#3.Palazzo Morando – Via Sant’Andrea 6
Palazzo Morando, è la sede del Museo del Costume Moda Immagine.
Il palazzo fu abitato nel corso dei secoli da svariate famiglie del patriziato milanese.
Nel 1909 il palazzo fu acquistato dai coniugi Gian Giacomo e Lydia Morando Attendolo Bolognini, che lo abitarono fino alla morte della Contessa Lydia, che, in mancanza di eredi diretti, ne fece donazione con tutti i suoi arredi, nel 1945, al Comune di Milano che lo adibì a sede del Museo di Milano.
#4. Palazzo Bagatti Valsecchi – Via Santo Spirito 10
Ospita una casa museo fra le più importanti e meglio conservate d’Europa. Il Palazzo era di proprietà dei due fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi. Entrambi laureati in giurisprudenza, si appassionarono all’arte e soprattutto all’architettura, tanto da occuparsi della progettazione di numerose costruzioni ed in primis a quella delle loro due case ai numeri 10 e 7 in via Santo Spirito. Fecero delle loro dimore le case ideali, l’una ispirata al tardo Cinquecento e l’altra al Quattrocento lombardi e che alla fine unirono in una casa unica. I due cortili, attraverso due androni, mettono in comunicazione via Gesù con via Santo Spirito.
In Via del Gesù, a destra dell’entrata, in una nicchia si può ammirare la fontana con Nettuno, disegnata dai fratelli Bagatti Valsecchi. Nel cortile su Via Santo Spirito è riportata la data del 1882 che indica il secondo intervento architettonico per l’abbellimento e l’ingrandimento della dimora e anche l’anno di matrimonio di Giuseppe.
Nel cortile vi è una scritta sul pavimento davanti all’ingresso della casa: “AGE HOSPES EST TIBI AMICA DOMUS” ovvero “Salve ospite questa casa ti è amica”. Il Palazzo Bagatti Valsecchi è stato acquistato dalla Regione Lombardia nel 1975 ed è gestito dalla Fondazione Bagatti Valsecchi – ONLUS.
#5. Palazzo Borromeo d’Adda – Via Alessandro Manzoni 41
“La facciata della casa d’Adda non era ancora finita, la maggior parte era in pietra grezza, come San Lorenzo a Firenze. Entrai in una corte magnifica. Scesi da cavallo molto meravigliato e ammirando tutto. Salìi per una scalinata superba […] e presto mi trovai in un bellissimo salone […]. Ero affascinato, era la prima volta che l’architettura mi faceva questo effetto” .
Lo scrittore francese Stendhal, in occasione del suo primo soggiorno milanese, definisce così il suo ingresso nell’imponente Palazzo Borromeo d’Adda.
#6. Palazzo Isimbardi – Corso Monforte 35
Dal 1935, la sede storica della Provincia di Milano.
Nel 1817, i fratelli Alessandro e Luigi Isimbardi intraprendono opere di consolidamento dell’edificio, che coinvolgono il balconcino barocco, la soglia e le strutture del casino. In seguito viene rifatta la facciata verso il giardino e il parco viene riorganizzato secondo il modello inglese. Anche il cortile cinquecentesco viene modificato. Vengono inserite colonne e la copertura del selciato con pavimentazione “a rizzarda”, mentre scompare il pozzo centrale.
#7. I Chiostri di San Barnaba – Via San Barnaba 35
I “Chiostri dell’Umanitaria”, detti anche “di San Barnaba” sono un complesso del XV secolo. I quattro chiostri rinascimentali, originariamente, facevano parte della Chiesa di Santa Maria della Pace realizzata dall’architetto Solari tra il 1466 e il 1497. L’ex monastero francescano conserva nell’ex refettorio, il Salone degli Affreschi, le cui pareti risultano splendidamente affrescate. Attualmente è sede della Società Umanitaria e i suoi Chiostri ospitano eventi mondani, sfilate di moda, proiezioni, matrimoni e premiazioni.
Il grande cortile barocco, ideato dal Richini, è composto da una sequenza a doppio ordine di arcate su colonne. La seconda crociera, a sinistra del cortile centrale, compreso il cortiletto a colonne, fu costruita dal 1686 al 1701.
#08. Palazzo Archinto – Via Olmetto 6
Caratterizzato dagli eleganti cortili a portici Palazzo Archinto si apre in una successione scenografica di spettacolari glicini in fiore. L’assetto del palazzo appare di forma irregolare, il cortile quadrangolare porticato fu realizzato nel 1817 e può essere considerato il fulcro della riforma architettonica apportata nel Sei-Settecento. Il secondo cortile, più piccolo, è separato dal retrostante giardino, da un doppio colonnato sormontato da una terrazza con balaustre.
Al piano terra dell’edificio vi erano gli ambienti di servizio e le rimesse mentre al piano nobile vi era la “sala dell’udienza”. I raffinati interni del palazzo ospitavano raccolte d’arte, un museo lapidario, una cospicua biblioteca di libri rari e affreschi di Gian Battista Tiepolo nei sontuosi ambienti di rappresentanza. Intorno al 1830 fu realizzata la “torretta” neogotica in mattoni, affacciava sul giardino ed era contraddistinta da archi ogivali e merlature.
#9. Il Chiostro delle Umiliate
Lo splendido chiostro quattrocentesco a doppio loggiato, ultima traccia del monastero delle Umiliate di Santa Maria Maddalena al Cerchio si nasconde all’interno del palazzo Ucelli di Nemi in via Cappuccio 5. Risale al XV-XVI secolo ed è composto da un porticato a due ordini formato da trentaquattro colonne. Il palazzo fu acquistato nel 1914 da Carla e Guido Ucelli, lungimiranti fondatori del Museo della Scienza, salvandolo dalla distruzione e restaurandolo in modo egregio. Sul retro si aprono giardini con piante secolari, resti dei grandi orti monastici che fino al ‘700 dominavano nella zona. Nel 1923 il chiostro e il palazzo sono stati dichiarati monumenti nazionali.
E il viaggio continua…
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