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Klimt Experience: una mostra immersiva al Mudec di Milano

Klimt è a Milano con una mostra al Mudec: 700 opere e musiche dell’età del maestro della Secessione Viennese raccontate per proiezioni. Fino a gennaio 2018.continua a leggere Klimt Experience: una mostra immersiva al Mudec di Milano

Klimt e Bernardino Luini a Palazzo Reale: un unico biglietto a 15 euro

C’è tempo fino al 13 luglio per ammirare a Palazzo Reale “KLIMT. Alle origini di un mito” e “BERNARDINO LUINI E I SUOI FIGLI”.
Di entrambe le mostre abbiamo parlato ampliamente noi di Milanoin… Perché dunque ancora oggi ci troviamo a scriverne? Semplice: c’è una novità.

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Buone ragioni per non perdere Klimt ed il suo Mito a Palazzo Reale

Domenica di sole, di milanesi nei parchi, di code fuori dalle gelaterie, ma uno è stato l’appuntamento che cittadini meneghini e non, non si sono voluti perdere, e l’hanno dimostrato mettendosi pazientemente in fila fuori dal cortile di Palazzo Reale.

Erano in tantissimi nel primo weekend di apertura di “Klimt. Dalle origini al mito, la mostra antologica che fino al 13 luglio racconta il percorso personale e formativo del maestro viennese, padre della Secessione Austriaca.

Erano in tantissimi perché Klimt a Milano è un evento, è un nome, ma è ancora qualcosa di più.

Milanoincontemporanea ha avuto la fortuna di essere stata invitata dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group alla vernice del grande evento curato da Alfred Weidinger, studioso di Klimt e vice direttore del Belvedere il quale ha portato a Milano, dopo un lavoro di oltre 2 anni, quasi 20 dipinti eccezionali dalla Galleria Belvedere di Vienna (soprattutto) d’accordo con la studiosa Eva di Stefano. Ma non solo.

Avendo goduto con i nostri occhi ed orecchi della mostra, anche noi abbiamo pensato a una serie di validi motivi per non perderla. Ve li elenchiamo così.

1. IL FREGIO da solo vale il viaggio. Non è quello originale di Vienna, diciamolo subito, ma è la più grande copia-oggetto di studio del medesimo che ancora si trova “nascosto” poco distante dal cuore della capitale austriaca.

2. Il FREGIO E’ VICINO. Non solo il fregio con l’Inno alla Gioia riproduce fedelmente gli ambienti del Palazzo della Secessione per cui venne creato – e per fortuna doveva essere un’opera temporanea. Il fregio è stato collocato su pareti non troppo in alto rispetto al visitatore. Il che significa vedere ogni singolo dettaglio, ogni lamina d’oro, smalto, disegno che riproduce in tutto e per tutto l’originale vi-ci-nis-si-mo, anziché a sei metri d’altezza.

3. LE OPERE GIOVANILI. I ritratti dei numerosi fratelli, le prove su bronzo, i soldi, le fotografie. Tutto in questa mostra parla di Klimt e tutto prende le mosse dall’arte figurativa classica.

4. LA TECNICA. In un’epoca come la nostra fatta di avvocati ed esperti di comunicazione e dove mancano artigiani, fabbri e orafi, l’abilità artigianale, la tecnica, il “saper fare” (le cosiddette “arti applicate”) di Gustav Klimt diventano il cuore attorno a cui nasce, cresce, si sviluppano la sua arte, diramandosi nello spazio e nel tempo al punto da diventare forte quanto le spirali dei suoi “Fuochi Fatui” o le elio-incisioni dei grandi affreschi dell’Università  oggi andati perduti.

5. IL POTERE FEMMINILE. Klimt amava le donne, e non solo per la sua sana passione per il gentil sesso, le modelle, le belle dame. Le donne di Klimt diventano figure eteree, Salomè psichedeliche, dame dall’incarnato e bracciali che si possono toccare, Eva (con il proprio Adamo) che, anche quando nude, sanno raccontare la moda del tempo – e la mostra abbraccia il periodo compreso tra gli anni ’90 del 1800 e arriva al primo Ventennio del 1900, per lo più.
Le donne di Klimt e della sua Compagnia sono figure magiche, impercettibili o patchwork di colori, sono altere figure come una pianta di girasole puntellata di lamine d’oro tra il verde del bosco.

6. Il prezzo del biglietto e la proposta Art Nouveau del bookshop sono una buona idea regalo in vista della Festa del Papà e della primavera.

7… armatevi di pazienza e mettetevi in coda. Klimt è all’origini, ed il mito è solo all’inizio.

Waiting for #Klimtmi: le origini di un mito ed un Fregio a Palazzo Reale

Oggi vi invitiamo ad un esperimento – potrete cominciare da domani. Andate su iTunes o dove preferite. Scaricate la Nona Sinfonia di Beethoven – quella del famoso “Inno alla Gioia”. Anzi, fate meglio: optate per “L’anelito alla felicità” che si scontra con le “Forze ostili” e trionfa con “l’Inno alla gioia”.
Quindi, prendete la strada verso Palazzo Reale. Inforcatevi le cuffiette – o altenatele all’audioguida – e perdetevi nel Fregio di Klimt eccezionalmente ricreato a Milano per la gioia e la fortuna di coloro che passeranno dall’istituzione milanese da oggi (per la stampa – e noi stasera vi “Twitteremo” le immagini in anteprima – per tutti da domani).

Sarà lui, la sua rappresentazione del Cosmo femminile, insieme ad altri 20 capolavori del maestro della Secessione Viennese ad essere protagonisti della mostra: “Klimt: le origini di un mito”.

Terminato l’Autunno Americano ed aspettando le vacanze estive, durante le quali ci hanno garantito che l’offerta culturale sarà comunque ricca e divertente per chi resterà in città, Milano torna a fare un salto a Vienna (avevamo visto un’anteprima, più contenuta, più “disegnata” ma ugualmente speciale allo Spazio Oberdan qualche anno fa).

Non sarà l’originale: questa è una copia realizzata durante il lavoro di restauro compiuto negli anni 1970-’80 ma “così perfetta” – dice il curatore Alfred Weidinger, vice direttore del Museo Belvedere di Vienna – che anche io posso confondermi“.


E’ un’opera fragilissima, tuttora bisognosa di restauro: per vederla è necessario prenotarsi e ci sono tempi d’attesa lunghissimi” – continua, ma non ci si sarebbe dovuti aspettare niente di diverso, “Anche nelle intenzioni di Klimt, del resto, il Fregio non era nato per durare: doveva restare esposto per soli tre mesi e poi venire distrutto, ma il collezionista Carl Reinighaus lo acquistò“, ricorda correttamente Repubblica.it.

Non sarà il basement del Palazzo Viennese dove e per il quale venne creato nel 1902 – bisognerà andare a Vienna per godere l’originale – e vi assicuriamo che lo spettacolo vale il viaggio – ma Milano, Palazzo Reale e 24Ore Cultura centrano un altro colpo nella primavera dell’arte e negli appuntamenti culturali da Red Carpet italiano.

Perdonate: ma se non è questa la grande bellezza…

La parola a Gorgoni, Geni, al Cavaliere Dorato e al gigante Tifeo.