JAZZMI: John Zorn e Bill Laswell, ecco quando, dove, perché non perderli!

John Zorn è uno dei più costantemente hype fra i musicisti viventi, a prescindere dal genere. Basta pronunciare il suo nome e tutti “Ahhh, John Zorn”. Cosa ben più sfidante però è conoscere i meandri della sua sterminata e articolatissima opera: in base ai dati che ho raccolto da siti come rateyourmusic.com e allmusic.com, dal 1978 ad oggi Zorn avrebbe pubblicato più di 160 album fra dischi in studio e dal vivo, contando sia quelli direttamente a suo nome sia quelli a nome delle innumerevoli formazioni che ha guidato (Naked City, Bar Kokhba, Masada, PainKiller, ecc.). Questo significa una media di più di 4 album all’anno in 40 anni di ininterrotta attività discografica e probabilmente la stima è sottodimensionata!

Insomma, un personaggio da record anche perché, sebbene venga spesso descritto come sassofonista grindcore e creatore del punk-jazz, John Zorn si cimenta da sempre con una vastissima varietà di stili, spesso apparentemente inconciliabili, spaziando da musica per film a musica yiddish, da musica da camera a improvvisazione free

Se Zorn è la star della serata, Bill Laswell ne è il garante.

Poliedrico bassista; già collaboratore di Zorn in più occasioni; prolifico autore egli stesso; padrino di progetti coraggiosi, lungimiranti, anticonformisti e avanguardistici (per citarne uno: i Massacre, provate ad ascoltare Killing Time del 1982 e stupitevi!); grande guru della produzione: Laswell ha dato la sua impronta sonora – schietta e poco incline al compromesso e all’eufonia – a decine di album di noti musicisti, in campi diversissimi, da Iggy Pop ad un estremo a Herbie Hacock all’altro.

La sinergia fra Zorn e Laswell è ampiamente collaudata. Li accomunano genio (il risultato evidente) e regolatezza (la professionalità e la meticolosità che ci sono dietro), tanto per sfatare il mito che i grandi artisti facciano della sregolatezza il loro metodo di lavoro.

Con queste importanti premesse, cosa possiamo aspettarci da questo live che vede i due collaborare in un rapporto paritario il 6 novembre, ore 21, al Teatro Dal Verme?

Considerati i precedenti, le probabilità dicono che sarà una serata adrenalinica, abrasiva, ipertrofica, energizzante, esplosiva, schizofrenica.

Tuttavia, visto l’eclettismo dei personaggi in questione, potrebbero anche sorprenderci con qualcosa di completamente diverso.
Non so azzardare previsioni sul repertorio: potrebbe essere un concerto antologico, oppure una finestra sul futuro musicale prossimo venturo, un’anteprima sull’evoluzione artistica della nostra razza sul nostro piccolo pianeta, un messaggio agli alieni che dice “ascoltate qui gente, c’è vita intelligente sulla Terra, anche se a prima vista non sembra”.

E allora mi chiedo: ma un (peraltro raro) concerto di Zorn e Laswell ha bisogno di essere promosso? La risposta scontata è no, non ne ha bisogno, probabilmente stanno già arrivando da altri pianeti per assistervi.

Ricordandovi che il programma completo è consultabile e scaricabile sul sito ufficiale di JAZZMI, vi propongo una mia piccolissima selezione di altri eventi da oggi fino a fine manifestazione:

• da Gio 1/11 a Dom 9/12: mostra di William Claxton @ Triennale
• Dom 4/11: Jazz, Istruzioni per liso 1968 @ Conservatorio
• Dom 4/11: Artchipel Orchestra @ Triennale Teatro dell’Arte
• Dom 4/11: Colin Steston @ Triennale Teatro dell’Arte
• Dom 4/11: Paolo Fresu & Lars Danielsson @ Conservatorio
• Mer 7/11: John Scofield’s Combo 66 @ Blue Note
• Gio 8/11: Abdullah Ibrahim @ Triennale Teatro dell’Arte
• Gio 8/11: Hailu Mergia @ ARCI Biko
• Ven 9/11: Yazz Ahmed @ Triennale Teatro dell’Arte
• Ven 9/11: Ron Carter @ Blue Note
• Sab 10/11: Chick Corea @ Conservatorio
• Dom 11/11: Maceo Parker @ Alcatraz
• Mar 13/11: Yellowjackets @ Blue Note
• Mar 13/11: Imogen Heap @ Triennale Teatro dell’Arte

Sito ufficiale: www.jazzmi.it
Email: info@jazzmi.it
Info line: +39 351 53 988 55 (dalle 10 alle 18 dal lunedì al venerdì. Dalle 10 alle 18 nei giorni del festival).
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Foto Cover: credits

JAZZMI: Colin Stetson in Triennale, ecco perché non perderlo!

Il sassofono, anzi i sassofoni (baritono, tenore, alto, soprano, più altri tipi meno diffusi), strumenti simbolo del jazz, nel corso dei decenni sono stati oggetto di sperimentazione e di innovazione da parte dei più grandi nomi della musica afro-americana, sia a livello di tecnica compositiva sia di tecnica improvvisata. Basti pensare per esempio a John Coltrane, Eric Dolphy, Gato Barbieri, Roscoe Mitchell, Anthony Braxton, Henry Threadgill, Tim Berne, fino a giorni nostri con il grande Steve Lehman, che in modi diversi hanno spremuto le potenzialità del sassofono oltre ogni plausibile ulteriore sviluppo.

O almeno così pensavo. 

Perché in anni recenti arriva tale Colin Stetson – americano trapiantato in Canada – e, raccogliendo la pesante eredità dei suddetti musicisti, riesce a fare qualcosa che nessuno aveva osato prima, non che io sappia: utilizzare il sassofono come una sorta di “sintetizzatore acustico”.

Questo signore, che ha fatto la gavetta prestando la propria opera presso gruppi indie-rock di grande e medio calibro (come Arcade Fire, Bon Iver, Bell’Orchestre), sa produrre col suo sax suoni apparentemente impossibili: pattern ritmici, linee di basso, droni, pulsazioni e loop che sembrano provenire da un synth modulare. E tutto questo in diretta grazie ad una combinazione di tecniche inusuali e ardite: si narra di respirazione circolare, dell’utilizzo di decine di microfoni per catturare diverse emissioni dello strumento, e altro che non riesco neppure ad immaginare.

E poiché non riesco ad immaginarlo… voglio vederlo con i miei occhi, domenica 4 novembre al teatro della Triennale.

Insieme a me ci saranno, credo, anche appassionati di generi musicali solo apparentemente distanti dal Jazz, come minimalismo / elettronica / IDM, che troveranno nella musica di Colin Stetson trame e pattern a loro familiari, ma più materiche, tridimensionali e organiche perché prodotte con uno strumento acustico dalla voce grossa e rauca.

Ecco, dovendo fare un paragone con le arti visive, Colin Stetson mi fa pensare ad Alberto Burri. È una mia fantasia?

Se siete in cerca di un’esperienza “diversa” e vi piace scommettere su musicisti temerari, il passaggio di Colin Stetson a Milano non vi deve lasciare passivi. Anche perché non è detto che lo rivedremo a breve dalle nostre parti.

Chiudo ricordandovi che il programma completo di JAZZMI è consultabile e scaricabile sul sito ufficiale, e proponendovi una mia piccola – soprattutto rispetto alla magnitudo del programma integrale – selezione di…

altri eventi della manifestazione:

• da Gio 1/11 a Dom 9/12: mostra di William Claxton @ Triennale
• Gio 1/11: Art Ensemble of Chicago @ Triennale Teatro dell’Arte
• Ven 2/11: Kamaal Williams @ Triennale Teatro dell’Arte
• Sab 3/11: James Senese @ Triennale Teatro dell’Arte
• Sab 3/11: Judi Jackson @ Triennale Teatro dell’Arte
• Dom 4/11: Jazz, Istruzioni per liso 1968 @ Conservatorio
• Dom 4/11: Artchipel Orchestra @ Triennale Teatro dell’Arte
• Dom 4/11: Paolo Fresu & Lars Danielsson @ Conservatorio
• Mar 6/11: John Zorn & Bill Laswell @ Teatro Dal Verme
• Mer 7/11: John Scofield’s Combo 66 @ Blue Note
• Gio 8/11: Abdullah Ibrahim @ Triennale Teatro dell’Arte
• Gio 8/11: Hailu Mergia @ ARCI Biko
• Ven 9/11: Yazz Ahmed @ Triennale Teatro dell’Arte
• Ven 9/11: Ron Carter @ Blue Note
• Sab 10/11: Chick Corea @ Conservatorio
• Dom 11/11: Maceo Parker @ Alcatraz
• Mar 13/11: Yellowjackets @ Blue Note
• Mar 13/11: Imogen Heap @ Triennale Teatro dell’Arte

Sito ufficiale:www.jazzmi.it
Email: info@jazzmi.it
Info line: +39 351 53 988 55 (dalle 10 alle 18 dal lunedì al venerdì. Dalle 10 alle 18 nei giorni del festival).
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