Food Art in via Vigevano, lo showroom del gusto by Andrea Cova – Parte 2

Vi ricordate di Andrea Cova, del suo delizioso ristorante che fa bene?

Si avvicina il fine settimana, e con questo caldo e la stanchezza accumulata vogliamo proporvi un bell’appuntamento da non perdere se amate la buona cucina, il sushi e gli ambienti che fanno stare bene.

Un appuntamento con il gusto e con la seconda parte dell’intervista a un giovane talentuoso della ristorazione milanese.

... Continua da ieri

Anche Matteo Ragni ed il suo piatto, “Boccondivino”?
Adesso lo abbiamo in esposizione e in dotazione in esclusiva. E’ stato presentato proprio in un vernissage, quello in occasione del Salone del Mobile. Siamo stati il primo evento ufficiale del Salone, che poi si è trasformato in una performance per tutta la sua durata. Abbiamo creato un piatto democratico a 15 euro, una pietanza su richiesta del cliente dedicata alla manifestazione e che veniva servita sul piatto di Matteo Ragni. Era una pietanza unica, molto particolare e completa: dei fiori olandesi, tipo margherite senza petali, al sapore di pepe e miele.

Ma com’è nata la vostra collaborazione?
La collaborazione è nata in pochissimo tempo: ci siamo incontrati per un aperitivo, gli è piaciuto il concept di Food Art. In due settimane è nato il piatto insieme alla collaborazione con DuPont™ Corian®  la società di cui Matteo Ragni è art director. La forma del piatto è nata dall’idea dell’onda del gusto che si genera dal tavolo e si sviluppa fino al boccone prelibato, quello che lasci per ultimo: un’opera d’arte che coniuga forma e funzionalità, proprio com’era l’originario concetto di design. In più, così come io do valore alla materia, anche questo piatto riesce a dare valore a tutto il piatto.

E Matteo Ragni?
Trovo che Matteo sia il vero designer e per questo mi piace il suo lavoro: guarda la conformazione del piatto, ha un’onda del gusto poetica ma insieme pratica, è uno strumento per sollevare, una linea pulita che diventa tutt’uno con la tavola. E’ la forma che segue la funzionalità e genera arte.

Bello mangiare in un piatto cosi!
Sì, il piatto è stato fatto solo per noi e presentato al Salone del Mobile come pezzo unico. Poi l’idea si è evoluta, l’abbiamo fatto conoscere alla gente ed è piaciuto per la sua originalità. Per questo abbiamo organizzato una cena benefica per UNICEF, prevista dopo l’estate: ai nostri clienti che vi prenderanno parte daremo uno di questi 50 piatti, che rimarranno in limited edition.

A questo punto, consigliami una top 5!
Difficile scegliere, ci sono tante cose che non esistono più per via del nostro concetto Food Art come evoluzione, però io sono molto contento degli Scampi siciliani fiammati, serviti con culis di mandorle agli agrumi alle acciughe del Cantabrico e insalatina di finocchio oppure con una crema di caprino alleggerito nella panna. Questo è un piatto assolutamente regionale e quello che ho scoperto in questi anni è che gli abbinamenti regionali sono la cosa migliore che possa venire fuori. Sembra che gli ingredienti di una terra siano nati in quella terra proprio per stare insieme. Lo stesso vale per i vini. Ed infatti, il miglior abbinamento per questo piatto è un vino siciliano di Planeta. Un altro, è un risotto Nero Venere, croccante, servito con un pesto di agrumi e una capasanta del Mare del Nord annerita. Questo è un piatto completo con ingredienti completi che non si sovrastano ma si abbracciano a vicenda, e di fatto è stato molto apprezzato. Ogni piatto viene studiato tecnicamente nel modo migliore rispetto a quella che era la ricetta originale.

Il piatto da non perdere?
Adesso direi i Paccheri oppure un Black Code marinato. Questo è un pesce marinato due giorni in una crema derivata dalla lavorazione dei bacelli di soia e a cui và aggiunto solo con un po’ di zucchero. Poi viene scottato in padella e servito da forno. Questa è la rappresentazione dell’Umami, cioè tutti i sapori – abbiamo il dolce, salato, amaro – e il piccante in abbinamento con lacrime di chili. Tecnicamente e scolasticamente è perfetto e bilanciato. Ma anche il Nighiri con acciuga del Mar del Cantabrico – che è la migliore acciuga del mondo – è un perfetto esempio della fusione dei mondi e degli abbinamenti, ed è un piatto completo: abbiamo il concetto del sushi e sopra l’acciuga. Il pesce non è a crudo, ma sotto sale, con una base giapponese di riso saltato e lo stiamo servendo con olio e sale. Addio piscine di soia in cui affogare il sushi!

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Camparitivo @ Triennale secondo Milanoincontemporanea

Vi avevamo anticipato del Camparitivo in Triennale, ma noi di Milanoincontemporanea vogliamo raccontarvi – per i pochi che non c’erano – quello che vi siete persi.

Ingresso ore 22: musica e una folla di gente intorno al mitico Triennale Design Cafè.

Ci spostiamo quindi nel Dehors e poi in giardino, dove l’architetto e designer Matteo Ragni ha installato una location dedicata al mitico aperitivo e al suo nuovo bicchiere (FOTO).

Bellissimo il panorama dall’alto: installazioni lumininose che ricordano un po’ quel Concetto Spaziale di Lucio Fontana qui installato nell’epico evento del 1951, ma anche i grandi megafoni rossi (rossi come il Campari) e il cortile pensile di Giovanni Muzio, solo fino a poco tempo fa un leggendario elemento dell’originaria costruzione e poi riemerso dalle tenebre con la sua straordinaria futuribilità.

Ma la Triennale è soprattutto design.

Eccoci quindi nell’allestimento intitolato Ceramic Tiles of Italy, Playground, un vero parco giochi realizzato interamente in ceramica italiana, quella argilla ora selezionata e resa un prezioso oggetto di design.

Ciò che subito ci attira è l’installazione dedicata ad Alice, con le Prospettive Magiche di Massimiliano Raggi, ma anche la grande toilette – sempre in tema meraviglie – Kid at Heart, della designer Terri Pecora, dove giochiamo con enormi spazzole e cerchiamo di arrivare al lavandino (FOTO).

Ma anche l’infinito Tappeto volante di S.O.S. Matteo Origoni; Il diamante magico by 5+1AA Femia Peluffo; Crystal Tile di Giacomo Sanna; Cerabilintino by Massimiliano Pescio; e Labyritnh di Matteo Beraldi.

Varchiamo la soglia del gioco, ed entriamo in un nuovo mondo, quello di Tra le briccole di Venezia, con 22 grandi nomi del design, dell’arte e della moda che hanno reinterpretato il tema delle Briccole, i famosi pali di legno di rovere che spuntano dalla laguna, rendendole opere di design decisamente eco.

Rinosciamo subito le forme di Karim Rashid, con la panca che sembra infinita, l’amaca di Angela Missoni e l’auto che esce dalla Briccola by Pininfarina. Ma anche Paola Navona, Enzo Mari, Elio Fiorucci, Davide e Maurizio Riva, sono solo alcuni dei nomi di grandi che hanno partecipato all’evento. Volete saperne di più? Vi raccontiamo tutto attraverso le foto che abbiamo scattato in Triennale.

Ma la nostra serata non vuole finire.

Saliamo il meraviglioso scalone del 1933 ed entriamo al secondo piano dove ci accolgono nuovi allestimenti, con l’Abbraccio di Gaetano Pesce, l’allestimento prezioso (a forma di diamante!) di Swarovsky (con alcune ceramiche e allestimenti dei diamanti un po’ troppo presi in prestito dal già citato Fontana, ma giudicate voi dalle foto), la MINI che ci attende, e tanto, tanto divertimento.

Vi lasciamo alle immagini, ricordandovi di fare un salto anche sulla nostra Fan Page, insomma, fateci sapere che ne pensate!

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gallery Camparigallery Briccolegallery Swarovskygallery MINIgallery Playgroundgallery Design

Fuorisalone 2° + Cocktail Night Design!

Dopo il giorno, ecco la seconda nottata fra designer, curiosi, VIPs e modaioli al Fuorisalone.

Questa è la sera giusta…e che sera!   Siate glam ma vestiti comodi: la nottata sarà lunga.

Si parte da Lambretto Art Project, via Cletto Arrighi 19 (Lambrate), dove verrà presentata la mostra “13.798 grammi di design”a cura di Maria Cristina Didero e Susanna Legrenzi.
Stasera l’inaugurazione alle 18 e fino a mezzanotte in uno dei poli culturali e industriali più belli (e intatti) della Milano contemporanea, che vedrà confrontarsi per la prima volta 45 tra designer di fama internazionale e firme emergenti sul tema del lavoro, del peso della creatività, cercando di scoprire da dove nasca il successo di un prodotto (FB).

Da qui, via Padova non è lontana (fermata Crescenzago linea Verde 9). L’appuntamento è al Loft A14 The Mansion di via Privata Cascia 6, dove sarà allestita la mostra collettiva Contaminazioni. Il cocktail-party è organizzata dalla galleria di Bergamo e si propone come un evento dall’appeal giovane (FB).

Il viaggio in Corso Venezia è davvero breve (traffico permettendo, anche se le metropolitane saranno funzionanti fino alle 2 a.m. di notte).

Al numero 25 c’è la boutique di Vivienne Westwood con il Cocktail Party intitolato “GET A LIFE!” PARTY.
DjSet di Andrea James Ratti, Bianca e Gaia, Philip St. Philip, Riccardo Slavik e Open Bar (noi ci saremo per raccontarvelo).

Ma la nostra (responsabile) cocktail night del Design prosegue con l’evento Clou della movida del Fuorisalone: Opening Camparitivo in Triennale – Fuorisalone dalle 18 alle 23 al Triennale DesignCafè all’aperto (Via Alemagna 6).

L’allestimento è stato ideato dall’architetto Matteo Ragni, dall’anno scorso collaboratore del brand Campari, che ha ideato a specchi dal sapore onirico e alla sedia Camparina rossa come il suo drink; ma anche la lampada che reinterpeta i triangoli di Depero, prima forma di Camparisoda e realizzata da Dainese. Un’idea nata con il compleanno (i 150 anni) dell’aperitivo italiano in cui il design si mixa con l’architettura per suggerire un nuovo modo di pensare e vivere il perfetto aperitivo italiano proiettato al futuro.

Lo spazio dell’aperitivo concepito come luogo ideale dell’incontro e dello scambio per parlare del Futuro Meraviglioso, vero concept del progetto che Matteo Ragni ha tradotto proiettando il marchio nel futuro, nel 2160, giocando così con i 150 anni che Campari festeggia nel 2010. Il Futuro Meraviglioso è il pensiero, l’anima da cui nasce il progetto e che ha ispirato questo spazio che s’inserisce nella Triennale di Milano, luogo simbolo dove risiede la tradizione del design italiano e si incrociano cultura, arte e socialità“.

E non è finita: telescopi come installazioni permanenti per scoprire l’universo Camparisoda e vedere un futuro meraviglioso, bicchieri speciali che si adattano alla bottiglia del campari trasformandola in un flute e la possibilità di visitare le mostre allestite appositamente per il FuoriSalone come il Museo del Design nella coloratissima reinterpretazione di Alessandro Mendini e la mostra Roy Lichtensein – Meditation on art (retrospettiva sulle opere del maestro pop art, con un’esposizione di oltre 100 opere). (FB)

Lo so, la serata è ambiziosa, ma il Fuorisalone è una volta all’anno e noi faremo in modo di raccontarvi tutto – a meno che non ci si veda direttamente lì!

Fuorisalone, giorno 2°: un mercoledì da leoni

Seconda giornata della nostra avventura al Fuorisalone di Milano.

Non dimenticatevi di fare un salto ai chiostri dell’Università Statale (ve ne abbiamo già parlato ieri).

In particolare, se non siete riusciti a entrare all’evento della MINI in zona Tortona, troverete anche qui l’allestimento per la nuova crossover.
La serie di archi del Filarete sarà intervallata da installazioni, giochi di luci – perciò sarebbe consigliabile dare un’occhiata di sera.

Ma gli appuntamenti sono moltissimi e così,  anche per oggi, abbiamo deciso di suddividerveli tra by day e by night, con il racconto approfondito rimandato al “the Day after”.

Ecco cosa non perdervi oggi pomeriggio.

Avete tempo fino alle 19 di stasera per visitare SuperNatural Cardboard – dettagli di macro fauna per una nuova poesia urbana @ store Mauro Grifoni di via santo Spirito 17 (dal 14 al 19 aprile 2010, ore 10-19, giovedì 15 aprile cocktail dalle 18 alle 22).

Le installazioni in cartone di A4Adesign attraversano le pareti, si calano dai soffiti, attraversano le pareti e si impongono in modo suggestivo sui 300mq e 3 livelli della boutique. Un uso estremo del cartone che dimostra quanto possa essere versatile questo materiale e dove possa arrivare in modo supernaturale, ecosostenibile e tecnologico (Fonte).

Rimanendo in zona moda, Milano Design ha pensato a una programmazione da oggi e fino a sabato 17 con alcuni fashion designerdi grido come Agatha Ruiz De La Prada, CommonUncommon, Domestic Couture, KiloHertz (Fb).

Tema di quest’anno, si è detto, è l’ecosostenibilità. Il MAAP (Museo d’Arte Paolo Pini e Studio LAND) di via Varese 16a ha pensato al workshop THINK GREEN, laboratorio sperimentale di Fortunato D’Amico e Alessandra Coppa cui hanno partecipato Andreas Kipar e Leonardo Oprandi dello studio LAND, l’architetto Mauricio Cardenas, l’artista Marica Moro, Enza Baccei, Roberto Canella, Francesco Fregapane, Teresa Melorio, Umberto Nannelli, Enrica Ricci Ravizza, Franco Scacchi per il MAPP con la sponsorizzazione tecnica di Gobbetto.
Progetti e installazioni ambientate in serre come incontro tra utenti-artisti-professionisti, tutti  impegnati nella costruzione della città e del paesaggio contemporaneo. Ma anche occasione per riaffermare il valore del progetto come il vero strumento del cambiamento. “Il risultato finale, la forma, è l’espressione di un contenuto che deve essere esibito, pena la retrocessione dei valori estetici ad una lettura puramente edonistica, civettuola e modaiola, del design“. Dalle 17 alle 18 di di oggi ma fino a lunedì. (FB).

Coworking con i designer Lago, Mac 567 e Cowo in Via Imbonati 18, con il loro nuovissimo stile di lavoro  in cui professionisti e lavoratori indipendenti condividono uno spazio al fine di razionalizzare costi e risorse e uscire dall’isolamento professionale per entrare in relazione con altri professionisti e talenti. Il Coworking è gratuito per tutti durante la settimana del Design, con un Camp per sabato 17 (Per saperne di più).

Prima dell’ora dell’aperitivo, che ne dite di una bella merenda di cioccolato?

Carte da Choco dell’architetto Eugenio Guarducci, Chocopower ideate da Odoardo Fioravanti nel 2007, Golosimetro e la famosa Cazzuola di Giulio Iacchetti saranno i dolci omaggi offerti nella mostra Alice nel Paese delle Meraviglie  (proprio come il film) organizzata da Guido Gallovich a Fuorisalone.

Gli autori dell’evento, Costruttori di Dolcezze, dimostrano così che, oltre alla moda, anche il cibo può diventare Food Design, perciò non solo oggetti buoni da gustare, ma anche da conservare. “Costruttori di Dolcezze è nato con lo scopo di innovare il mercato dei prodotti al cioccolato -spiega Elisabeth Poley, Responsabile Marketing CdD- “La nostra continua ricerca di forme, packaging e usi sempre diversi è dovuta alla volontà di dare sfogo alla creatività, di stupire e attrarre con originalità il consumatore che, di fronte al cioccolato di Costruttori di Dolcezze non ha solo un prodotto di qualità ma anche un oggetto che rimane, il cui piacere non deriva solo dal gusto ma che coinvolge tutti e cinque i sensi. Per questo, la nostra presenza al Fuorisalone di Milano è in linea con l’idea che laddove c’è design, creatività e originalità CdD c’è.

E poi, dove mettere le pastiglie di cioccolato Chocopirin-A di Matteo Ragni???

Ma di lui vi parliamo per la sera …

Paola
MilanoincontemporaneaP.