Milano museo: ad Armani sì, a Ferré no. Perché? Milanoin si interroga

A volte a mia Milano proprio non la capisco.
Da qualche anno nel settore della redazione e della moda con una laurea in storia dell’arte e tanta voglia di approfondire, capisco perché le strade delle une si siano incontrate con l’altra; perché quel concetto astratto con cui definiamo la parola “creatività” altro non è che la pratica dell’ago e del filo.

Creativo è colui che, pensiero dopo pensiero, fatto dopo fatto, intreccia, costruisce, dà forma fino a che non realizza un progetto. Accade in tutti in campi. A qualcuno capita in maniera straordinaria, ed è allora che quel manufatto creativo diventa arte. Di quella che dura nei secula seculorum. Anche nella moda. Mica solo nell'”arte”.
E’ questa la ragione per cui Armani diventa Re Giorgio. O le camicie bianche di Gianfranco Ferré diventano una mostra osannata, ricercata, di successo. Sì, ma al Museo del Tessuto di Prato. Mica a Milano. Ah già, Gianfranco Ferré ha fatto la storia della moda, di Milano, lui che era nato a Legnano. In provincia di Milano.

Giro pagina. Leggo. A Milano, negli ex spazi Ansaldo, Milano dedicherà un museo a Giorgio Armani. Meraviglioso. Però… lui non è di Milano. E’ nato a Piacenza. Anche lui, però, ha reso grande Milano nel mondo ed ha contribuito a rendere Milano “la” capitale del made in Italy, del fashion, della creatività.

E allora: perché Ferré non arriva a Milano e Re Giorgio ci si insedia definitivamente?

Il suo palazzo reale sarà inaugurato all’interno dell’area industriale dismessa di via Tortona in fase di riqualificazione proprio antistante a via Bergognone, là dove insisterà anche il Museo delle Culture dell’architetto David Chipperfield.
Secondo Ansa.it che ha dato la notizia tra i primi, a realizzare il polo sarà la Giorgio Armani Spa grazie a un accordo con il Comune di Milano che ha approvato le linee di indirizzo del progetto ed ospiterà mostre temporanee sulla moda e il design, una biblioteca, una sala conferenze e spazi per corsi di formazione dedicati a studenti e stilisti.

Prosegue la nostra fonte: “Nella convenzione firmata con il Comune, a costo zero per l’amministrazione, sono previsti sconti sui biglietti per studenti e visitatori over 65, e ingresso gratuito nelle giornate di blocco del traffico. “È significativo – ha sottolineato il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris – che questo nuovo spazio per l’arte e la cultura contemporanee, aperto a milanesi e turisti, possa nascere dalla riqualificazione di un immobile industriale dismesso, in un quartiere decentrato oggetto di importanti trasformazioni urbanistiche“.

Bello. Peccato che il Comune non abbia concesso lo stesso nel vero Palazzo Reale di Milano.

In principio la Sala della Cariatidi, quella meraviglia in pieno centro di Piazza Duomo, avrebbe dovuto ospitare dal 15 settembre “La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré“. Peccato che il Ceo Jane Reeve abbia chiamato nottetempo il direttore della fondazione Ferrè, Rita Airaghi, per comunicarle che non c’era più quella possibilità d perché – si legge in una nota della Camera – “a causa dello slittamento nella consegna degli spazi di Porta Nuova, la Sala delle Cariatidi (che doveva ospitarla, ndr) servirà come sede per le sfilate”.

E quindi? Un’altra occasione sprecata per Milano. Il mondo Armani sì, la camicia di Ferrè no. Uno spazio gratuito papabilissimo per fashionisti-presenzialisti sì. Un’occasione per capire la grandezza di un autore troppo spesso dimenticato, no.

Con la cultura non si mangia, disse una volta un buontempone del governo. Beh, nemmeno con la cultura gratuita e incondizionata.

E se qualcuno, dopo aver letto questo post, pensa che mi sarei dovuta fare un “cappottino di fatti miei”… Scusate: avrei preferito una bella camicia. Di Ferrè ovviamente.

Gianfranco Ferrè PE 2010: Milano Moda lookbook d’estate 7

Ancora Moda, Milano e una bella collezione firmata Gianfranco Ferrè.

La collezione primavera-estate proposta da Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi per Ferrè viene tessuta sugli abiti parlando dell’evoluzione del baco in seta.

Superfici elaborate e delicate, spirali metalliche che vengono ricamate sul tessuto come effetto corteccia.  E persino fibre leggere come se fossero trame di una ragnatela.continua a leggere Gianfranco Ferrè PE 2010: Milano Moda lookbook d’estate 7