Dalla Milano da bere all’aperitivo che fa cultura contemporanea (Malibu e Ramazzotti)

Milano si racconta in media re, ovvero va direttamente al nocciolo della questione e parla di sé attraverso le campagne pubblicitarie e quelle di comunicazione. Minimo comune denominatore: il bere. L’obiettivo: farlo instillando goccia per goccia la cultura della responsabilità.

Da una parte c’è Malibu, che i frequentatori delle Colonne di San Lorenzo avranno visto aver allestito una mostra fotografica interattiva composta di 6 pannelli bifacciali. Fino al 20 settembre e con il Comune di Milano presentano i primi frame dei video realizzati ad hoc per il progetto con il motto di “Bevi ma con moderazione”. In pratica, nel luogo “clou” degli aperitivi milanesi e dello sballo, Piazza Vetra e dintorni, Malibu (Gruppo Pernod Ricard) propone attraverso sei filmati altrettante ricette per realizzare cocktail a base di Malibu. Non solo “cocco” ma anche app: “LAYAR” è scaricabile free con Hot Spot WiFi gratuito in loco (deo gratia, N.d.r.) tramite apposito QR Code. E non è una bugia.

E così, guardando quella realtà aumentata saltano alla memorie le pubblicità dei grandi amari, digestivi e rum che hanno avuto il Duomo come sfondo della loro storia.

Dal cartellonistica divenuta arte di Fortunato Depero e Marcello Dudovich
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alla rivisitazione del Cynar in chiave Elio e Le Storie Tese (con stilisti che alle soglie della Milano Fashion Week calzano a pennello)

oggi la nuova rotta è segnata dall’amaro Ramazzotti che dopo aver inventato la “Milano da Bere” (Marco Mignani, campagna 1986), ora torna alle sue origini ed ai suoi prodotti di punta – Amaro, Aperitivo, Sambuca – per offrirci una metropoli, o meglio, una domanda : “Posso offrirti una città?”.

Milano da bere - Ramazzotti

Tre vedute di Milano – lo skyline per Amaro, lo stadio di San Siro per la Sambuca e le Colonne di San Lorenzo per l’Aperitivo – raccontano con tre semplici immagini i nodi nevralgici e soprattutto il modo in cui i meneghini socializzano. Ovvero, bevendo.

Libiamo nei lieti calici ma con moderazione d’altronde, come direbbe il buon Ernesto Calindri, cosa c’è di meglio “Contro il logorio della vita moderna“?