Fuorisalone EXTRA LoFT 21

Una settimana fa, l’inizio del Fuorisalone, oggi, il racconto di uno degli eventi più belli della manifestazione meneghina dedicata al desiggn: l’EXTRA >>> Milano Design Week organizzata dai ragazzi di Loft 21.

Lo spazio che ci accoglie è incredibile: 450 mq di arte by giovanni creativi che hanno allestito le loro installazioni a suon di musica nell’ ex fabbrica di via Padova 21, praticamente alle spalle di Piazzale Loreto.

L’organizzazione è nata solo a gennaio di quest’anno, dopo i fatti di cronaca che hanno rilanciato il quartiere di via Padova come uno dei più difficili e degradati di Milano, ma l’evento è organizzato in modo così intenso che ci si dimentica di dove ci si è.

Entusiasmante l’atmosfera creativa e l’esposizione che centra l’obiettivo, quello di “giocare a costruire un immaginario sfalsato rispetto al senso comune delle cose”.

EXTRA” è effetivamente un contenitore di nuovi e improbabili linguaggi fatti di lavori EXTRA-ORDINARI,EXTRA-URBANI, EXTRA-COMUNITARI, EXTRA-TERRESTRI- , opere di 12 di creativi, fra architetti, designer, stylist, artisti e perfino agronomi, che così decidono di raccontare al pubblico le trasformazioni delle loro percezioni visive:

Massimiliano Adami
I biglietti dell’oracolo M
CoseAtre
CTRLZak
Don Lucifero
Frassa
Ibebi
Mas alla Design
MI9
Resign
[1+2=8]
Whomade

Entriamo. Ad accoglierci, una galleria di foto e progetti su carta, le pagine di COMMONuncommon e i progetti dei lavori degli studenti del Corso “COMUNICARE IL PROGETTO” del Terzo Anno di Disegno Industriale, POLITECNICO di Milano, che hanno interpretato il tema “EXTRA” con una serie di visualizzazioni multimediali al confine tra artificio e organico, contestualizzate sulle quattro distanze individuate dalla prossemica: distanza intima, personale, sociale e pubblica.

Ed ecco i lavori e i designer.

Appena varcata la soglia della granda sala di Loft 21 ciò che attrae subito la nostra attenzione è un coloratissimo tavolo ricco di ampolle colorate, un po’ antro delle streghe sul quale si riversa una cascata di fili con diversi bigliettini multicolor. Sono I biglietti dell’oracolo M. di Elisa Bertolotti, Denise Lombardi, Maristella Mangipinto, Maria Chiara Piraccini, architette, designer, arte-terapiste, studiose di sciamanesimo e chi più ne ha più ne metta. Il loro progetto? Un workshop per esprimere idee, pensieri, vita attraverso bigliettini (durante la serata li abbiamo pescati anche noi).

Gustoso lo stand dell’Agriturismo Biologico Don Lucifero (ottimi l’olio e le mandorle) accanto a Nonino, del Progetto MAS alla Design, in cui un’antica macchina da cucire riassemblata con originali pezzi di legno delle vecchie ferrovie diventa un mobile da ingresso di moderno design.

Ci viene un incontro un caro amico, Enrico Salis, qui in veste di autore di un bel tavolo Binomio by Resign Academy. La particolarità? Guardate il poggia schiena: è ricavato dal fronte di un cassetto con il quale si incastra perfettamente. Un gioco di design, forme e movimenti che attrae tutti – noi per prime.
Accanto al suo lavoro (per saperne di più basta consultar il sito), un insolito comodino che nasconde una valigia in legno.

E poi, mele che vanno dal peccato originale, a Platone a Montale by Minove (MI9), accessori eco-fashion di CoseAtre, i strani complementi d’arredo di Whomade e la mega installazione coloratissima e super eco di Massimilano Adami, special guest star dell’evento.

Per seguire le iniziative di Extra, vi segnalo il pratico link on FB mentre un ringraziamento particolare và a Marco Serlini, fotografo d’eccezione della serata.

I protagonisti:

“EXTRA” è UN PROGETTO DI: Whomade e [1+2=8]

Whomade®: è un brand di ricerca che rilancia l’idea di un avant-craft per esprimere un rinnovato senso del bello come valore etico ed estetico. La missione è promuovere un’azione di design alternativa al rapido consumo delle idee e delle risorse, supportando e valorizzando realtà artigianali autoctone nella creazione di produzioni di nicchia da sviluppare nella pratica della piccola serie e dell’edizione limitata.

[1+2=8]: Nasce a Milano nel 2007. La sue produzione si concretizza in famiglie di oggetti, quali mobili, strutture per esterni ed interni. Tutti i progetti seguono una logica geometrica supportata dall’utilizzo di proporzioni matematiche. I progetti proposti fanno parte di una tipologia di prodotto basata sulla scomposizione e ripetizione dell’oggetto. Massima attenzione viene conferita alla semplicità di utilizzo dell’oggetto.

MEDIA PARTNER “EXTRA”: COMMONuncommon

COMMONuncommon: è un e-magazine mensile e un free press con uscita trimestrale. Fa moda della comunicazione di moda. La moda (non) è (più) distante dalla realtà. Questo magazine on/offline vuole parlare soprattutto di Persone, commonUNcommon People, attraverso i propri servizi fotografici, sempre con sfondo culturale e tematiche ben definite.
Un modo ‘altro’ d’espressione: crediamo che le parole non siano l’unico mezzo di comprensione e comunicazione fra le persone.Commonuncommon è una famiglia formata da fotografi, creativi, specialisti di comunicazione e cool hunters.

LOCATION “EXTRA”: LOFT21
Ora ache associazione culturale, è uno spazio dove arte, cultura, informazione e divertimento, opportunamente miscelati, contribuiranno a farti stare bene, e crescere ogni volta un po’ di più.

Paola – MilanoincontemporaneaP

Surfing Design in Brazil con Enrico Salis e il desart

23 anni, una passione per il mare (fa surf) e una tratta, Milano – Belo Horizonte per conquistare il suo posto nel mondo del design.

Enrico Salis è l’autore di progetti affascinanti pensati per Milano e trasportati con la loro contemporanea creatività nella naturalezza del Brasile.

Vi consiglio di dare un’occhiata al  workshop su Design Privè by Wyborowa Exquisite realizzato con i colleghi di Facoltà Diana Rizzoli, Roberta Rossi, Francesco Scartozzi (nella gallery).

Progetti di interni pensati mantenendo intatta l’armonia delle forme e le origini del concetto di design.

Giovane, contemporaneo, milanese nel mondo con già alcune esposizioni nel suo curriculum: non poteva sfuggirci.

La varietà delle onde del mare e la precisione delle linee di una squadra: come nascono e riesci a coniugare queste passioni?

Contrariamente a una linea perfetta la varietà delle onde dell’oceano è pressoché infinita. Ma proprio come una combinazione di linee può dare vita a un disegno infinito, anche conoscendo l’oceano s’impara a vederne il suo respiro regolare. Allo stesso modo penso che nella mia vita ci sia bisogno della regolarità di una linea come del momento perfetto che riesco a vivere cavalcando un’onda. Se la linea è regolare come il disegno di un progetto funzionale, un’onda è il pezzo unico, è l’emozione del progetto artistico. Nel mio lavoro cerco sempre di far convivere il design con un punto di vista contemporaneo, una componente concettuale che susciti una reazione. Se il surfista gioca con le onde per emozionarsi, il designer progetta per emozionare. Ed in fondo mi sento un po’ così, un “desartista”. Con i piedi per terra e la testa tra le nuvole.

Il progetto a cui hai partecipato con maggiore entusiasmo e perchè?
“La prigione liberata” è stato il mio progetto di laurea, il primo lavoro in cui ho cominciato ad esplorare quel mondo complesso a cavallo tra arte e design, passando dall’installazione luminosa all’uso dei monitor e delle proiezioni, l’impiego di lampade fluorescenti o a luce di wood per creare spazi emozionanti e ricchi di poesia. Tuttavia sono molto legato al mio primo lavoro freelance che ho sviluppato qui in Brasile in collaborazione con due artisti di Belo Horizonte, Marcos Palmeiras e Isabela Goulart. Insieme abbiamo pensato ad un percorso espositivo per il Ministero della Giustizia di Belo Horizonte sulla storia del lavoro in Brasile. Un lavoro faticoso ma gratificante.

Il progetto impossibile?
La mia casa.

Perchè il Brasile?
In collaborazione con il Politecnico di Milano ho ottenuto la possibilità di svolgere un periodo di lavoro all’estero tramite un’associazione internazionale chiamata IAESTE. Tra le destinazioni disponibili per i designer di interni c’era Belo Horizonte, la capitale dello stato del Minas Gerais, una metropoli di 5 milioni di abitanti che oggi è il mio rifugio felice.

Credi ci siano più opportunità di formazione post lauream in Brasile che in Italia? Quali sono le differenze? Meglio o peggio?

Le opportunità in Brasile sono immense, è un paese molto ricco che non ha risentito quasi per niente della crisi economica e che attualmente vive un vero boom architettonico. Nonostante siano persistenti enormi problemi per quanto riguarda la povertà, la corruzione, il traffico di droga e le infrastrutture carenti, è un paese che guarda al futuro con ottimismo, che esprime punte di eccellenza tanto nell’arte quanto nel design, nella moda e nella letteratura. Purtroppo nonostante l’enorme patrimonio culturale e l’infinita serie di suggestioni che profondamente mi colpiscono ogni giorno, i comuni professionisti del progetto sono reticenti nell’esprimere un punto di vista personale, nello sviluppare idee innovative e troppo spesso si danno all’importazione ignorante di uno stile visto altrove. Tuttavia la facilità con cui un neolaureato come me viene considerato un professionista competente lascia davvero a bocca aperta. Penso infatti che solo avendo delle responsabilità un giovane appena laureato, sia messo in condizione di crescere e migliorare.

Perchè allora tornare in Italia?
Ci sono due motivi. Il primo è perchè il mio visto scade e non è prorogabile. Il secondo è che il fermento culturale che esprime Milano grazie ai suoi studi di progettazione, le sue mostre, le sue esposizioni è un patrimonio di livello internazionale che noi milanesi a volte dimentichiamo.

Che fare se non c’è lavoro e gli studi non assumono?
La nostra risposta è “do it yourself”. Con Teresa Marra, Matteo Chemel e altri designer stiamo dando vita ad uno studio di progettazione pensato tra Italia e Brasile per sviluppare progetti di “desart”: prodotti e spazi funzionali dalla forte componente artistica, concettuale e contemporanea.  Uno studio di cui ci auguriamo sentirete presto parlare. Noi, di sicuro, ci divertiremo.

www.enricosalis.altervista.org
www.behance.net/enricosalis
http://www.bedesart.it/

Paola P.