La Milano di un tempo, da non dimenticare: sapete come era Galleria Vittorio Emanuele prima dell’illuminazione elettrica? Ce lo racconta un milanese doc!

Con Expo 2015 Milano indossa il suo vestito migliore, realizzando costruzioni all’avanguardia, riqualificando interi quartieri e riportando all’antico splendore angoli nascosti e bellezze costantemente sotto gli occhi di tutti.

È successo con il Bosco Verticale, l’intero distretto di Porta Nuova e il restauro della Chiesa di San Gottardo in Corte, ma la vera ciliegina sulla torta è stata la riapertura dei camminamenti sul tetto di Galleria Vittorio Emanuele: un percorso di 250 metri per un totale di 550 mq di superficie tra terrazze e piazzole. Il progetto nasce per riportare il Salotto di Milano al suo antico splendore, a quella bellezza che molti milanesi si sono dimenticati.
Perché checché molti ne dicano, Milano è bella e ha una storia che è un vanto per l’Italia intera.

galleria vittorio emanuele milano

Galleria Vittorio Emanuele II, l’interno

A pensarla così è anche Pietro Magni che ha scelto noi di Milanoincontemporanea per ricordare un fatto curioso che forse solo i nostri nonni possono ricordare: come era Galleria Vittorio Emanuele prima dell’illuminazione elettrica?

Galleria Vittorio Emanuele II

Una veduta della Galleria pochi anni dopo l’inaugurazione

Una cosa di cui tutti si sono dimenticati è lo spettacolo a cui i vecchi milanesi assistevano prima dell’installazione della illuminazione elettrica. Il mio papà mi raccontava di quando, alla sera, molte persone si recavano in Galleria, all’Ottagono, per vedere l’accensione a gas che veniva effettuata dal cosiddetto “Ratin”, topino in milanese.
Si trattava di un vagoncino a molla con acceso uno stoppino: veniva posto e avviato su di un apposito binario sistemato sotto la circonferenza della cupola vetrata e, così percorrendo, accendeva molti beccucci del gas.
Finita l’operazione, tra gli applausi dei presenti, dalla finestrella l’addetto a tale servizio ritraeva il vagone.

Galleria Vittorio Emanuele II

L’ingresso della galleria da piazza della Scala in una fotografia di Icilio Calzolari di fine XIX secolo

Al termine di questo breve scritto dal sapore Amarcord il signor Pietro si firma come un “vecchio milanese di 84 anni”.
Benché non lo conosciamo di persona, per noi questo arzillo signore è qualcosa di più.
Potrà sembrare una banalità, ma noi tutti sappiamo quanto la memoria degli antichi sia fondamentale per il nostro futuro: perché se non conosciamo il nostro passato, le nostre radici, cosa possiamo costruire o fare di buono?
E questo ricordo del signor Magni è davvero prezioso.
Grazie per averlo condiviso con noi! 🙂

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