SÙEGIÒ: una lampada milanese aspettando la Milano Design Week

Si chiama “SÙEGIÒ – da leggere con l’ultima vocale ac-cu-ra-ta-mente sussurrata tenendo la boccuccia a sederino di gallina. Chi è pratico di Milano ha capito che parliamo di qualcosa che va su e va giù. Ma non pensate male…

Da un super architetto bohemienne totalmente meneghino già autore di case in luoghi nascosti della nostra bella città… che spero siate invitati a vedere, altrimenti dovrete fidarvi, nel cuore di via Tortona l’architetto Tommaso Di Caro ci presenta una lampada in nuova edizione che illumina il tunnel pre-Milano Design Week.

La struttura è semplice, sostenibile, di ricerca e con un sapore retrò.

SÙEGIÒ è una lampada da tavolo dalla forma a fusto che aumenta di potenza o diminuisce la sua intensità semplicemente alzando o abbassando il “cappellino” superiore che si muove intorno ad una rotellina e, all’occorrenza, sa diventare anche pratico portapenne.

Per accenderla serve un lungo filo che è “rubato” ai ferri da stiro della nonna (sempre che stirasse negli anni ’70): si possono scegliere nei colori nero, rosso, verde, lilla, giallo, blu in funzione del colore e del modello scelto. Insomma, lampada sì ma che stia bene con il resto.

Funzionale e “giottesca” come il suo logo – che trae origine dal cerchio come simbolo di vita (quindi di luce) -, SÙEGIÒ si compone di una base circolare su cui poggia un bulbo che ospita la fonte luminosa e da un cilindro superiore che, scorrendo lungo un’asta, regola l’intensità di luce desiderata con un semplice gesto.

In pratica, che si voglia una SÙEGIÒ in bianco calce, acciaio, nero, nero laccato o nella nuova versione “camouflage”, comunque sia, la si potrà richiedere con un filo in pendant. Unico nel proprio genere.

Minimal e di design, racconta nella sua semplicità la concezione pura e divertente del design secondo Tommaso Di Caro. E se l’aveste conosciuto di persona come noi di Milanoincontemporanea, beh, allora anche voi vi sareste sentiti illuminati.

D’altronde, SÙEGIÒ promette di brillare di luce propria. 😉

Kartell vien da Milàn!

Tutto il mondo ci invidia il suo design. Tutto il mondo, e pure Lenny Kravitz all’ultimo Fuorisalone di Milano, fanno a gara per accaparrarsi un modello di seduta, di illuminazione, di scarpe – come le BowWow con Moschino. Insomma, Kartell non fa le pentole, ma come il diavolo mette i coperchi a tutto, purché siano rivestimenti di stile e di pregio, portando il buon nome della migliore italianità worldwide.

Eccellenza italiana sì, ma sapete che viene da Milano?! Da Noviglio, ed ha un sacco di buone idee, come ci ha raccontato la figlia d’arte, anzi, di Kartell Lorenza Luti continua a leggere Kartell vien da Milàn!