Il sapore della vecchia Milano nella trattoria da Mauro il Bolognese

Quando la mia amica Claudia mi propone un “ristorantino per il venerdì” parto preparata e con un triplice certezza: il posto sarà “alla buona”, avrà una bella storia, si mangerà tanto, si spenderà il giusto ed il vino sarà copioso.

Mi dice che ci troviamo da Mauro il Bolognese in via Lombardini. Di godermi la passeggiata sui Navigli, quello grande. Superare tutti i locali alla moda, godermi il tramonto sulle acque, oltrepassare l’ex Fiera di Senigallia. Seguo il consiglio, mi incammino, scende qualche lacrima di pioggia che, con il suo profumo e la città già deserta per il Ponte del 2 Giugno, rende ancora più piacevole la scarpinata.

La pioggia aumenta, l’orario è giusto, Claudia ritarda, io entro.

L’insegna del “Mauro” da fuori recitava il termine “Trattoria”. Dentro, rispetta le aspettative ma… che atmosfera!

Aspetto un po’, mi siedo, ordino un bicchiere di vino ed è così che, nel silenzio, comincio ad ascoltare il locale.

Alle pareti, i tovaglioli appesi ed incorniciati recitano le storie di chi è venuto a trovare Mauro, il fondatore, che oggi ha passato il timone dell’attività ai figli Ruggero e Daniele ma resta al suo posto di comando in cucina, con la mano ben posizionata alla macchina per tirare la pasta fresca.

A Milano Mauro è arrivato da Bologna nel 1969.
Come lui, i Navigli hanno accolto l’arrivo di ogni genere di cliente. Anche Mina, Bruce Springsteen, Joe Cocker hanno lasciato la loro dedica sul tovagliolo, ma non sono che alcuni.
Come lui, stasera c’è ogni genere di avventore. Appena mi siedo il turno è delle giovani famiglie: papà “rasta”, mamma occhialuta, bebé buonissimo che non frigna e si guarda intorno.
Mano a mano, i pupi lasciano il posto agli “sbarbati” dalle lunghe tavolate, quindi alle coppie in cerca di un posto buono per rifocillarsi e per qualche effusione.

Insomma, il carnet è ampio. Come il menù.

Si parte con un ingresso che promette benissimo: un cestino di pane, una ciotolina di cubetti di mortadella che si scioglie in bocca.

Aspettarsi piatti della tradizione milanese… quasi. Tra una cotoletta-orecchio di elefante ed un risotto, qui è – ovviamente – la tradizione romagnola a vincere.

I primi (ravioli, gramigna, pasta fresca al cinghiale, burro e salvia..) sono pantagruelici. I secondi sono impossibili da finire: tra patatine fritte e verdurine grigliate, per tutta la sera vedo sfilare galletti alla piastra e polletti alla romagnola (con burro fuso sciolto sopra).

Un dolcino? Mi sarei voluta fermare al caffè, ma alla richiesta di una pallina di gelato alla crema mi è stato risposto: zabaglione? “Perché no” dico, ma non so a cosa sto andando veramente incontro…

La botta finale per un dessert semplice, famigliare, dei ricordi ed anche per questo superbo.

Se l’idea era quella di godersi un tranquillo venerdì sera nei ricordi a Milano ed in famiglia Claudia ha colto nel segno.

E all’uscita, la Milano di una volta era tutta lì, con poche luci e libera dal caos del venerdì sera con la sua pudica voglia di mostrarsi, mentre il ponte del 2 Giugno la fa respirare un po’.

Mauro Il Bolognese
Via Lombardini
Prezzo medio: 25-30 euro con bevande incluse
Da non perdere: la pasta fresca e l’orecchio di elefante
www.trattoriabolognesedamauro.it