Il ponte di Porta Genova a Milano dedicato a Biki: chi è? Ecco la storia!

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Chiaroscuro milanese. Un noir contemporaneo per Milano

Un treno, una mattina uggiosa con il cielo che minaccia pioggia, una cartina e la mente che viaggia. Meglio: torna indietro nel tempo.

Una bicicletta. Mani che tremano. Le prime luci di un’alba che parte da via Cesare Correnti, si infila per Porta Genova, arriva nel retro di un night dove Selmo, il protagonista dalle mani che tremano ma i ricordi no, salva quel donnone della Lola in parrucca, vestito rosso e calze a rete dall’aggressione di due teppistelli.

Comincia così Chiaroscuro Milanese di Moreno Castelli, autore emergente meneghino, classe 1973, al suo primo lavoro edito dalla Casa editrice O111.

Un romanzo che sin dall’inizio pare avere molti punti in comune con il mondo di Milanoin.

Sotterannea, ma neanche troppo, c’è la passione per Enzo Jannacci: alla sua figura Castelli si è ispirato per raccontare Milano formato noir.
Il romanzo è ambientato a Milano ed è ispirato alla figura di Enzo Jannacci.

Svelata, sin dalle prime righe, l’intenzione di raccontare storie della Milano di periferia, quella che ruota intorno al Centro Sociale Baraonda.

Selmo, il protagonista, è un musicista colpito da una grave malattia alla quale reagisce come un contemporanea Don Chisciotte (l’introduzione è di Erri De Luca) e di cui racconta con piglio decisa ed in presa diretta le sue avventure milanesi.

Erano tanti anni che pensavo di scrivere un romanzo che prendesse spunto da una persona carismatica come Enzo Jannacci – afferma Moreno Castelli – un artista che mi ha sempre colpito per la sua capacità di affrontare i temi più drammatici dell’esistenza, alternandoli con disinvoltura all’ironia e alla comicità demenziale”.

14 episodi, 13 ricordi emersi sui binari di un treno di solo andata, una passione per la musica ed un mondo di periferia raccontati da un giovane, per quel che riguarda la lettura, orafo artigiano.

Un libro per puro piacere. In pieno stile Milanoin.