Cene di Natale 2015 a Milano: da Trippa, Porta Romana, i sapori della vera osteria milanese con Amaro Ramazzotti vintage collection, ecco il menù!

A Milano sono tornate di moda le osterie e i vecchi sapori. Ce n’eravamo accorti con il proliferare di lughe barbe e capelli impomatati con la riga da parte, per l’uomo; gonne a corolla e voglia di balere e boogie, per le signorine. A cena, i ragazzi e le ragazze hanno riscoperto le vecchie osterie. Che a volte sono nuove ma hanno un tocco retrò, e per questo servono piatti della tradizione con, a fine pasto, un amaro classico milanese.continua a leggere Cene di Natale 2015 a Milano: da Trippa, Porta Romana, i sapori della vera osteria milanese con Amaro Ramazzotti vintage collection, ecco il menù!

Osterie e trattorie a Milano? Ecco la nostra selezione delle migliori 5!

Recensire cinque buone trattorie, osterie di una volta, a Milano, è diventata cosa sempre più ardua.
Un po’ perché i bei vecchi “localacci” sono stati via via soppiantati dai locali alla moda e dai nuovi bistrot dall’effetto invecchiato che fa tanto chic (tavolacci e sedie di design sono un contrasto all’ordine del giorno nella movida della nostra città). Un po’ perché i vecchi gestori non ce la fanno più e… lasciano.

Pensare alle osterie a Milano significa immaginare tinelli con le classiche tovaglie a quadri e immagini di Teomondo Srofalo alle pareti.

Teomondo Scrofalo

Teomondo Scrofalo

Tuttavia, tra piatti della tradizione – cassoeula, cutuletta (a orecchia d’elefante o con l’osso), resumada – e vecchi locali, c’è chi resiste.

In origine, la vera zona delle “osterie” era quella affacciata sul Naviglio che ancora fa capolino da via Padova, via Giuba, via Crescenzago e dintorni.

Le Bocciofile di Crescenzago, ad esempio, regalavano un bel pergolato sul retro della trattoria della Gobba, accanto al quale insisteva il gioco delle bocce. Ce n’erano un sacco, e qualcuna di loro ancora resiste. Ve la inseriamo nella nostra top 5 delle migliori ristoranti rustici di Milano.continua a leggere Osterie e trattorie a Milano? Ecco la nostra selezione delle migliori 5!

La storia di Giulio Pane e Ojo nel libro e le ricette di un'”Oste da Cento Anni”

A Milano, se vuoi “Magnà come parli” e fare un tuffo nel passato, in Porta Romana la parola d’ordine è Giulio Pane e Ojo.

Ambiente informale, servizio casereccio, tovaglie di carta, antichi cartelloni alle pareti. La cucina? Quella di casa: ci sono le zuppe, l’abbacchio, le fettuccine, i tonnarelli, la pasta fresca – i dolci, lo ammettiamo, sono più nazionalpopolari.

A Milano Giulio Pane e Ojo al 10 di via Muratori è un nome dal 2001, eppure pochi sanno che gli ingredienti di questo successo risiedono nella storia di famiglia che proprio mercoledì sera David Ranucci – “oste”, come ama definirsi – ha raccontato sotto il cielo della Madonnina.

E’ contenuta tutta nel libro: “Oste da Cento Anni” ed in copertina ha la bella faccia rubiconda di zia Adalgisa colei da cui tutto ha avuto origine con la complicità deal cognato Giulio, nonno di David.

Furono lei e poi nonno Giulio ad iniziare nel 1913, in quel di Montefiascone (Viterbo) “l’Osteria di Montefiascone alla Fraschetta di Viterbo” seguite dalla prima “Fiaschetta”, quindi l’approdo a Milano con Giulio Pane e Ojo, Osteria Casa Tua (2006), Abbottega Milano (2010) seguita poi da quella a New York (2013) e, prossimamente su questi schermi, anche Miami.

Una storia di convivialità e 100 anni di esperienza che …

Zia Adalgisa -  Oste da 100 Anni

Zia Adalgisa – Oste da 100 Anni

… si traduce in un libro di vicende e ricette della tradizione laziale e romana edito da Edizioni Greggio Comunicazione e che contiene pure La Ricetta del Centenario.

Ve la serviamo su un tradizionale piatto di ceramica. Provate anche voi 😉

LOMBRICHELLI (più tipico e il più diffuso tipo di pasta fatta in casa della Tuscia, a base di acqua e farina. A Vitorchiano, nel periodo della Sagra del cavatello che si svolge la prima domenica d’agosto, si possono gustare i migliori lombrichelli della provincia che vengono serviti con i condimenti più vari: sugo di pomodoro, sugo di fiori secchi di finocchio selvatico. Esistono anche i  lombrichelli dolci, forse di tradizione più antica, conditi con ricotta, zucchero e cannella.)

lombrichelli-1-

Ingredienti:

  • Farina 500 g
  • Acqua
  • Pecorino stagionato
  • Sale
  • Per il Sugo finto o sugo piccante:
  • ½ kg pomodori passati
  • Aglio
  • Olio d’oliva
  • Peperoncino

Preparazione:

  • Fate un impasto con acqua e farina di consistenza media, maneggiando a lungo per renderlo omogeneo.
  • Prelevate da quest’impasto dei pezzetti di pasta, dai quali sulla spianatoia ricaverete a mano degli spaghettoni leggermente fusiformi del diametro di 3-4 mm e di lunghezza
  • intorno ai 15-20cm.
  • Lasciateli asciugare per qualche ora.
  • Cuoceteli poi in abbondante acqua salata.
  • Soffriggete in un tegame l’aglio in olio d’oliva, aggiungete poi ½ kg di pomodori passati e un pezzetto di peperoncino e lasciate insaporire per circa un’ora a fuoco basso e
  • tegame coperto.
  • Quando i lombrichelli saranno cotti conditeli con il sugo con l’aggiunta abbondante di formaggio pecorino.
  • Il sugo piccante era usato in alternativa al cosiddetto “sugo finto” fatto con il battuto e l’aggiunta del pomodoro.
  • In alternativa erano usati anche sughi con le salsicce, con i funghi e all’amatriciana.

 

Buon appetito e buona scoperte delle deliziosi tradizioni di una volta 😉 !

La Wineria dove il mercoledì si paga con un bacio

Romanticherie e soluzioni anti-crisi a Milano. Una gentile lettrice ci ha segnalato una notizia video-raccontata da Repubblica.it. Vi riproponiamo fedelmente quello che ci ha emozionato.

In pratica, recandosi all’ora dell’aperitivo alla Wineria di piazza Caneva 4, tutti i mercoledì di novembre e dicembre il primo bicchiere di vino si paga con un bacio.

Caste effusioni e sorrisi gratuiti che prendono spunto dalla iniziativa del caffè Metro St. James di Sydney.

Luca De Vito del quotidiano nazionale riporta che quel locale australiano “consentiva a chi si presentava per l’aperitivo di avere due alternative: pagare il conto intero oppure scambiarsi un intenso bacio e non pagare il primo bicchiere“. A Milano solo un bacio prima di brindare ad un incontro.

Non abbiamo visto con i nostri occhi l’iniziativa, ma di certo l’operazione fa notizia e mette in luce una location che probabilmente si sarebbe persa nell’oceano di pub, ristoranti, appuntamenti enogastronomici di cui si sta facendo ghiotta la nostra città.

Solo una nota… “da femmina”: Non pensate di proporre Wineria ad un primo appuntamento o per San Valentino – Banale. Ed una nota domanda ai promotori del romantico aperitivo: ma se si venisse in gruppo, che ne so, solo tra amiche o solo tra amici? Forse, allora, sarebbe meglio pagare il conto e puntare sul classico “cin cin”.

Per ulteriori informazioni: www.wineria.it