Per San Martino, cadono le foglie e si spilla il vino

Il nostro San Martino incontemporanea

 

L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochinino” – recita l’adagio, perché se non ci sono più le mezze stagioni, ma la voglia di festeggiare in una Milano (e dintorni) sempre più contemporanea, beh, quella va sempre al cento per mille. Dalla notte dei tempi, in Lombardia e in altre parti del Belpaese, “Far San Martino” vuol dire “traslocare”, “sgomberare”, perché proprio in questo periodo scadevano i contratti di affitto di case e terreni. Smesso il contratto con il mezzadro, contadini e le loro famiglie facevano “biroccio”, montavano sul carretto figli e vettovaglie per partire verso un’altra cascina.

Patrono dei soldati, dei viandanti, dei mariti traditi, si celebra l’11 novembre nella data della morte di Santo Martino di Tours. In questa data, praticamente da sempre, si svolge la fiera più importante di animali con le corna, mucche, buoi, tori, capre, montoni.

Un tempo era così, ma oggi? San Martino non è cosa solo affidata ai banchi di scuola con la poesia di Carducci: ancora nella città della “Madunina” si ricorda “spillando vino” e non solo.continua a leggere Per San Martino, cadono le foglie e si spilla il vino