Chi sono i migliori milanesi nel 2015, vincitori della prima edizione dei Vivaio Awards? Chi c’era e cos’è successo alla Triennale? Tutto nel nostro reportage!

26 ottobre 2015. Alla Triennale di Milano sono andati in scena i Vivaio Awards, la prima edizione dei premi di chi fa grande Milano insieme alle premiazioni dei vincitori di Expop, la versione pop di Expo. C’erano tutti i “vivaisti”. Sono intervenuti nomi autorevoli del business, della cultura, dell’intrattenimento, dell’arte, della Cultura di Milano. Ospiti, VIP, nominati di fama internazionale e premianti di spicco non hanno rinunciato all’occasione di partecipare al gran Galà dell’associazione non profit, Vivaio. Chi ha vinto?continua a leggere Chi sono i migliori milanesi nel 2015, vincitori della prima edizione dei Vivaio Awards? Chi c’era e cos’è successo alla Triennale? Tutto nel nostro reportage!

Chi sono i benefattori di Milano? E le start up sociali che aiutano i milanesi? Scopriamoli insieme il 26 ottobre 2015 al primo premio Vivaio Awards in Triennale!

Come sono i milanesi?”. Avidi, freddi, scostanti, assidui lavoratori (buoni solo a quello). Questa, ahinoi, è la visione che molti hanno degli abitanti di Milano, ma forse non tutti sanno che esiste un lato ‘buono’ di Milano, quello che fa parte di quella Milano nascosta che tanto ci piace raccontare, tutta da scoprire e che è fatta di cittadini normalissimi, all’apparenza senza nessuna specialità. L’associazione Vivaio vuole premiare proprio loro, anche per questo motivo, il prossimo 26 ottobre. E tutti possono votare i candidati!continua a leggere Chi sono i benefattori di Milano? E le start up sociali che aiutano i milanesi? Scopriamoli insieme il 26 ottobre 2015 al primo premio Vivaio Awards in Triennale!

#stareinsieme a Milano: reportage e intervista esclusiva all’Imam di Milano

E’ un sabato di sole quello che accoglie Milano e una Piazza Duomo gremita di persone sin dalle ore 15 del pomeriggio. Ci sono i sostenitori della verità per Sakine, Fidani, Leyla nel secondo anniversario del loro assassinio a Parigi (tre militanti curde di cui, stamattina, si sono chieste le ragioni di un femminicidio politico nella città dell’Eliseo). Ci sono i paladini di Emergency e di quanti hanno risposto alla chiamata di ieri di essere presenti alle ore 15.30 sotto la statua di Vittorio Emaneuele II. Il simbolo della libertà contro il dominio austriaco innalzata alla fine delle Guerre di Indipendenza diventa il punto di partenza di una lotta pacifica ma non meno dura al l’intolleranza religiosa. Ci sono i giovani musulmani, uomini e donne insieme, di Partecipazione & Spiritualità Musulmana recanti il cartello – topic di questi giorni sui social network di tutto il mondo arabo – #notinmyname (non in mio nome). Ci sono i giornalisti e fondatori di La Comune, giornale rivoluzionario socialista e libertario che colgono l’occasione per raccogliere fondi (quota minima 1 euro) per il loro pamphlet autofinanziato. Ci sono i soliti personaggi del sabato in Duomo, i disturbatori dietro le telecamere delle emittenti televisive, i caratteristi delle piazze con tanto di fisarmonica, basco alla francese e cartello al collo. Diverse storie, diverse religioni, ma tutti insieme per #stareinsieme e condannare ogni genere di guerra, intimidazione, oltraggio alla democrazia.

L’albero di Natale ancora acceso e la lunga coda fuori dalle mostre di Van Gogh e Chagall, a Palazzo Reale, sono un contorno bizzarro ad un pomeriggio in cui i sentimenti del buonismo e della fratellanza non sono poi così palpabili.

I milanesi guardano con diffidenza e rabbia i rappresentanti delle etnie curde, arabe, pakistane presenti in piazza alla stessa ora, per uno strano scherzo del destino (o forse tutto doveva proprio andare così) proprio per richiedere ragioni e giustizia. Per le loro sorelle musulmane amazzate due anni fa. Per dire di no al terrorismo.

Tra di loro scorgiamo l’Imam di Milano, Abdel Hamid Shaari.

Alle telecamere di SkyTg24 e del Corriere ripete la sua condanna contro ogni intolleranza, definisce guerriglieri gli assassini del direttore e dello staff di Charlie Hebdo ed esclude ogni pericolo per la nostra città.

Ci avviciniamo e gli chiediamo se la sua presenza sia stata richiesta dal sindaco Pisapia, assente in Piazza perché chiamato a Parigi, alla Grande Marcia Repubblicana, tra i sindaci delle maggiori Città europee insieme a Piero Fassino, oppure se sia spontanea.

A titolo personale. È un dovere in qualità di cittadino milanese presenziare nella lotta alla violenza al terrorismo. È una presenza dovuta

Crede che questi ultimi avvenimenti possano ritardare o fermare la costruzione delle due nuove moschee di Milano?“Putroppo gli speculatori sono ovunque. Costruire una moschea, o un capannone , per il culto islamico, e’ un diritto dei cittadini milanesi di religione islamica. sfruttare questo tragico momento per una politica terra-terra non porta a nulla. Ho fiducia nella politica milanese, nella saggezza delle persone in Comune.

Costruire nuove moschee a Milano potrà essere un’opportunità per far conoscere il culto anche a chi è di altra fede, o a limitare i limiti al terrorismo?“Islam significa pace e siamo aperti al dibattito e a sederci a tavolino per risolvere ogni conflitto o diffidenza. I problemi non si possono risolvere con il mitra o con le bombe, ammazzando gli altri.

Giulia e Paola Perfetti

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Expo 2015: Milano città che sale e pedonalizza

Sarebbero felici Umberto Boccioni e Antonio Sant’Elia nel vedere la loro città salire come disegnato agli inizi del ‘900.

Paiono quasi profetici alcuni disegni dello sfortunato architetto caduto nella Grande Guerra se messi a confronto con le immagini dei grandi building di Porta Garibaldi.

Milano Sant'Elia - Porta Garibaldi

Peccato non poter dire la stessa cosa sulla velocità ed il dinamismo dei lavori immortalati da Umberto Boccioni nel 1910 (nella foto di copertina) in uno dei suoi dipinti più famosi: “La città che sale”, appunto.

Detto fatto, in vista di Expo 2015 pare che il Comune di Milano abbia deciso di darsi una mossa.

Innanzitutto, parliamo dei lavori nella Darsena. A giudicare dall’andi-rivieni dei servizi NavigaMi e dalle fotografie di Luca Vinciguerra pubblicate in queste ore da Repubblica.it, pare che non siamo messi poi tanto male…

Lavori Darsena Milano

“Saranno anche restaurate la conca in legno rinvenuta durante gli scavi e le mura spagnole, verranno realizzati percorsi pedonali e un punto di attracco per barche vicino a piazzale Cantore. E spunteranno alberi e banchine per organizzare manifestazioni e spettacoli. L’obiettivo è riqualificare l’antico porto di Milano in chiave Expo 2015: il cantiere durerà un anno e mezzo. Si interverrà anche in piazza XXIV Maggio, parzialmente da pedonalizzare. Ci sarà anche un nuovo specchio d’acqua con la riapertura parziale del Ticinello sotto la porta neoclassica del Cagnola”, spiega l’illustre quotidiano nazionale.

Già, perché PEDONALIZZARE sembra essere la parola d’ordine dei lavori in vista di Expo (sempre che il dizionario della lingua italiana ci consenta l’estensione del termine da sostantivo a verbo). Detto questo, saranno accelerati i lavori in un altro punto nevralgico della nostra metropoli.

Piazza Castello sarà proibita alle macchine entro il 1° maggio 2014. L’area coinvolta riguarderà il tratto tra le vie Quintino Sella e Minghetti via Beltrami e via Ricasoli, che andranno a formare una nuova area pedonale di 15.800 mq.

Ma tutto questo darsi da fare servirà alla nostra città?

Nutrire il pianeta, energia per la vita“, questo il tema dell’Expo 2015 di Milano, si terrà dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 con un numero già considerato record di adesioni: 141 paesi partecipanti, 60 padiglioni, 20 milioni di visitatori annunciati, 100mila richieste di lavoro per un giro di affari che è stato stimato di 25 miliardi (dati de radio24.ilsole24ore.com).

Saranno soddisfatti o non rimborsati? Ritardi e cordoni della borsa bucati a parte, c’è chi nutre scarse speranze dall’amministrazione comunale. Ah sì, perché il nostro sindaco Giuliano Pisapia è il 54° nella lista dei preferiti Primi Cittadini d’Italia. Meglio espatriare? Il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo è il più amato. Insomma, a qualcuno basterà guardare l’Expo da 40 Km di distanza.